Zagabria, punto stampa del Presidente Meloni

Venerdì, 17 Novembre 2023

Domanda: Presidente, in merito alle manifestazioni nelle varie parti d’Italia, i sindacati hanno [inaudibile] di ‘bullismo istituzionale’  [inaudibile]

Presidente Meloni: Non so cosa si intenda per “bullismo istituzionale”. Lì, come sapete, c'è stato, come vi ho già detto, un pronunciamento di una autorità indipendente che semplicemente segnalava al sindacato che non c'erano i requisiti per uno sciopero come era stato organizzato. Uno sciopero generale di 24 ore deve avere determinate caratteristiche, non è qualcosa che ho deciso io, non è una norma che ho fatto io, non è una decisione che ho preso io, c'è un'autorità indipendente, c'è stata alla fine una decisione del sindacato di farlo rientrare nelle prescrizioni dell'autorità indipendente, il Governo sulla vicenda ha un ruolo marginale. Se poi mi chiede che cosa penso della protesta, guardi, io ho grande rispetto, sempre, per i diritti dei lavoratori, per gli scioperi. Nel merito posso dire poco perché, come voi sapete, lo sciopero generale è stato lanciato contro la manovra praticamente in estate, quando io neanche avevo cominciato a pensarla e quindi non posso dire che nel merito sia oggetto di nostri oggettivi errori perché era stato lanciato molto prima che noi la scrivessimo e quindi non posso dire niente. Ho, ovviamente, sempre massimo rispetto di chi manifesta per le proprie convinzioni e per i propri diritti.

Domanda: [inaudibile] dei toni di sfida di Salvini al sindacato?

Presidente Meloni: Non so cosa intenda per “toni di sfida”. Sono d'accordo come ho già detto, perché era dovuto da parte nostra, sul tema della precettazione, cioè sul tentativo di mettere insieme - sulla base della decisione di una autorità indipendente, ripeto - il diritto da una parte di sciopero e dall'altro il diritto a poter usufruire dei servizi essenziali.

Domanda: Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato un “pacchetto sicurezza” [inaudibile]

Presidente Meloni: Sono molto soddisfatta dell'incontro con le sigle sindacali. E’ stato lungo, ma c’è stato un clima molto costruttivo. Chiaramente noi affrontiamo una situazione che non è facilissima sul piano delle risorse disponibili ma abbiamo scelto di destinare al rinnovo del comparto sicurezza e difesa una parte consistente delle risorse che abbiamo a disposizione per il pubblico impiego. Io avevo detto che era una priorità. Lo è non solo chiaramente perché in alcuni casi parliamo di contratti scaduti da diverso tempo, ma anche perché la capacità che le Forze dell'ordine hanno di lavorare nel migliore dei modi si ripercuote sulla sicurezza dei cittadini. Ho trovato una realtà molto consapevole nella capacità di difendere ovviamente i diritti, i bisogni del comparto, ma anche nel comprendere il quadro complessivo nel quale ci muoviamo come nella capacità di comprendere che stiamo facendo uno sforzo.
Lo considero l'inizio di un lavoro e sono stata molto soddisfatta. Ci sono diverse risorse che sono state stanziate, poi abbiamo fatto anche una serie di norme che servono, da una parte a intervenire su alcune materie che sono proprie dei temi della sicurezza - dal tema dell’accattonaggio, alle occupazioni abusive e diversi altri - e abbiamo fatto del nostro meglio per colmare alcune lacune e consentire alle Forze dell’ordine di essere maggiormente tutelate anche nella dignità del lavoro che fanno. Perché credo che questo sia molto importante per persone che difendono la nostra sicurezza, capire e sapere che lo Stato riconosce il valore di quello che stanno facendo, spesso in condizioni non facilissime.

Domanda: I migranti che saranno portati in Albania, quando saranno costruite le strutture, saranno solo quelli intercettati in acque internazionali o anche quelli intercettati in acque nazionali? State comunque preparando delle norme che accompagnino questa intesa? [inaudibile]

Presidente Meloni: Guardi, ovviamente quello che noi abbiamo presentato è stato un accordo tra due governi che ha bisogno di una messa a terra di vario genere. Sono tutte norme che noi definiamo e che confronteremo con il Parlamento. Vedo molto nervosismo attorno a questa materia che francamente non comprendo. Mi pare un accordo molto innovativo, molto intelligente, che viene guardato con interesse anche da altre Nazioni. Chiaramente bisogna scendere poi nello specifico dei dettagli di mille questioni che vanno affrontate per la natura stessa dell'accordo. Però, a me pare che la garanzia che noi offriamo con una giurisdizione, che rimane italiana pure in territorio extra-Ue, è una cosa che da una parte offre tutte le garanzie del caso, ma dall'altra consente anche strumenti innovativi per affrontare una pressione migratoria che è oggettivamente complessa oggi per l'Italia e sulla quale sono contenta di sapere che c'è qualcuno che vuole dare una mano. Voglio anche dire che mi dispiace che qualcuno che cerca di dare una mano all’Italia venga da alcuni italiani trattato come un paria, perché evidentemente qualcuno non ritiene che sia di sinistra dare una mano all'Italia e accogliere i migranti. Mi pareva diverso in passato il punto di vista, ma voglio ringraziare l'Albania e voglio ringraziare il Primo Ministro Rama, perché noi abbiamo cominciato già da mesi quest'estate, - quando tutti parlavano di con quale traghetto fossi andata in Albania erano fortunatamente distratti da altro - noi parlavamo di come provare a risolvere dei problemi e ci siamo trovati a lavorare insieme molto bene, quindi credo che vadano ringraziati e credo che, come dicevo anche nella conferenza stampa che abbiamo fatto prima, se l'accordo funziona bene, se riusciamo a farlo funzionare bene, secondo me può diventare anche un modello per altre Nazioni che potrebbero scegliere di operare alla stessa maniera.

Domanda: Lei ha incontrato la comunità nazionale italiana, volevamo capire che realtà ha trovato e che potenzialità intravede.

Presidente Meloni: Guardi, ho trovato una realtà molto operativa, che fa diverse cose. Chiaramente io ho incontrato alcuni rappresentanti, hanno formulato l'invito a recarmi quanto prima in Istria, sarebbe sicuramente una cosa molto bella, molto interessante. Noi abbiamo parlato stamattina col Primo ministro Plenković del trattato sulla protezione delle minoranze, che credo meriti a questo punto anche un tavolo tecnico, di verifica sullo stato dell'attuazione dell'accordo, capire se va implementato, capire come possiamo difendere sia la minoranza italiana in questi territori, sia la minoranza per esempio croata che c'è in Italia, che sono sicuramente comunità che aiutano a costruire ponti, ma che sono anche comunità che difendono un’identità. Nel caso specifico, il lavoro che queste realtà e queste comunità hanno svolto sia in Croazia che in Slovenia in questi decenni è stato per noi preziosissimo. Una grande occasione, secondo me, è offerta dal 2025, quando Nova Gorica e Gorizia saranno entrambe i Capitali europei della cultura. Credo che si possano organizzare delle iniziative in comune molto carine, ne abbiamo parlato con il Primo ministro Golob, mi sono presa l’impegno con il Primo ministro Golob, prima o poi riuscirò a fare tutte queste cose.

Domanda: Presidente, come giudica la decisione di Elly Schlein di declinare l’invito da parte di Fratelli d’Italia alla Festa di Atreju?

Presidente Meloni: Ma guardi, l'ho appresa da voi, nel senso che francamente confesso che non mi sto occupando del programma di Atreju. Voi conoscete la tradizione di Atreju, è una festa aperta per antonomasia, è stata la prima festa a immaginare confronti anche tra leader molto diversi tra loro. C'era un tempo - molto lontano da oggi, se vogliamo anche in un altro clima - in cui Fausto Bertinotti non aveva  timore diciamo così, a presentarsi e a dialogare pur nell'orgoglio della diversità delle proprie posizioni con qualcuno che era molto distante da lui. Prendo atto che le cose sono cambiate, ma insomma...

Domanda: Quindi è timore quello di Schlein?

Presidente Meloni: No, non lo so, è una scelta, non lo so come interpretarlo, guardi, lei sa come la penso io, che mi sono sempre presentata quando sono stata invitata e che, ripeto, sono stata quella che ha aperto agli inviti. Ero io Presidente di Azione Giovani allora, quando per la prima volta furono invitati i leader della sinistra, della sinistra anche più distante, citavo Bertinotti, ma voi sapete che i leader che hanno partecipato ad Atreju nel corso di più di 25 anni, sono stati tutti. Ricordo diversi capi di governo della sinistra, l’attuale Commissario europeo, Enrico Letta, ne ricordo di ogni genere. Sarebbe la prima volta, una delle pochissime volte in cui qualcuno dice di no. Però non mi sento di giudicarla, non entro nel merito, la manifestazione si svolge lo stesso, voglio dire. Supereremo.
Sul Patto di stabilità, se posso tornare a quello che ha detto in precedenza, volevo chiederle se l’Italia sta valutando l’ipotesi del [inaudibile] rispetto a questo attuale impianto o, in altri termini, se noi a questo punto preferiamo un ritorno alle vecchie regole piuttosto che avere il via libera a questa attuale proposta.
Presidente Meloni: Guardi questa è una domanda alla quale io non le posso rispondere perché non c'è un'attuale proposta, ci sono diverse attuali proposte, c'è un lavoro che si sta facendo in itinere, dove quando cambia una riga cambia molto. Quindi, certo, se io devo impegnarmi a rispettare un patto che so di non poter rispettare, il problema me lo dovrò porre, no? Perché preferisco non essere nella condizione di rispettare un patto che non ho votato.
Però non credo che arriveremo lì. Io penso che tutti si rendano conto, le posizioni che sta portando avanti l'Italia sono più che sensate per molti Paesi. Anzi, abbiamo anche cercato varie ipotesi di soluzione che però per noi fossero ragionevoli con gli impegni che abbiamo. Quando cito il tema delle transizioni vuol dire PNRR, cioè noi sappiamo che il PNRR una volta che lo mettiamo a terra avrà per noi un moltiplicatore positivo ma oggi è soprattutto un impegno e una spesa. Quegli investimenti e quel lavoro che stiamo facendo anche condiviso con l'Europa perché il Next Generation EU è un'iniziativa europea in qualche maniera deve essere tenuto in considerazione in questo lavoro. Ci sono tantissimi Paesi che la vedono come noi, per cui bisogna vedere in queste alleanze variabili alla fine come saranno le cose. Noi quello che stiamo tentando di fare in maniera molto dedicata è cercare una soluzione che però sia una soluzione sostenibile, perché sarebbe folle da parte nostra dire che ci va bene una soluzione che non è sostenibile, sarebbe controproducente per la Nazione che rappresentiamo.

Domanda: Presidente, scusi, c'è attesa per il rating di Moody's di questa sera?

Presidente Meloni: Eh, vediamo... vediamo.

Domanda: Il bilancio di questi due giorni a Zagabria.

Presidente Meloni: Il bilancio di questi due giorni a Zagabria ottimo, ero certa che lo sarebbe stato. Nel senso che ho imparato a conoscere il Primo ministro Plenković in questo anno, ci siamo trovati spesso d'accordo su varie materie che abbiamo discusso a livello multilaterale, lo stato delle relazioni tra Italia e Croazia è eccellente nonostante l'assenza di un Primo ministro italiano da 22 anni e penso che con la presenza di un Primo ministro italiano dopo 22 anni possano anche crescere. Quello che ho detto è quello che penso, quello che ho detto anche al Primo ministro Plenković: ci sono molti ambiti da rafforzare, alcuni addirittura da esplorare, ma c'è sicuramente in questo mondo che cambia una convergenza, per chi guarda il mondo dalla stessa angolazione.
Penso al ruolo che ha il mare Adriatico, quindi al ruolo che ha il Mediterraneo, penso al tema energetico sul quale la strategia italiana e quella croata sono molto simili e quindi penso che l'occasione del prossimo febbraio del nostro Comitato interministeriale del Business Forum possa essere un momento importante per fare stato del lavoro che da oggi ad allora faremo per implementare le nostre relazioni. Utile, secondo me, anche la cena di ieri, in questo ambito come voi sapete di cene ristrette sull'Agenda strategica, il futuro dell'Unione europea, l'allargamento perché avere l'occasione di parlare - anche in pochi, quindi in una dinamica che è più informale e intima - di grandi questioni che cambiano i nostri destini è molto interessante e secondo me anche molto proficuo per capire bene il punto di vista che hanno altri, per cui è un format che mi è piaciuto. Ho trovato la cena molto interessante, ho trovato molto interessanti i diversi punti di vista che ho ascoltato. Ci rivediamo a febbraio.

Domanda: Presidente, per questa lettera di richiamo dell'Europa, in particolare sui balneari, quanto tempo ancora il Governo italiano potrà andare avanti? Perché siete forse in un vicolo cieco da questo punto di vista.

Presidente Meloni: Grazie per l'ottimismo. Allora, guardi, chiaramente lei sa che insomma ereditiamo la situazione che si trascina da qualche anno. Io ho trovato corretto e positivo che la Commissione dicesse che il fatto che stia andando avanti con la lettera di richiamo non preclude le negoziazioni con l'Italia. Perché? Perché c'è una novità importante e interessante che è la chiusura del tavolo tecnico che doveva fare una cosa che curiosamente non è stata fatta fino ad oggi  - mi consenta di dirlo  - e cioè la mappatura per capire se c'è o non c'è scarsità di risorsa, che è la condizione per l'applicazione o la non applicazione della direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari. Tecnicamente il tavolo dice che non c'è scarsità della risorsa, oggi bisogna portare questa novità e iniziare secondo me una nuova contrattazione con la Commissione europea. La Commissione dice che il lavoro che sta facendo non preclude questa contrattazione, secondo me è un elemento positivo, poi ovviamente faremo le nostre proposte perché noi abbiamo soprattutto il problema di dare certezza del diritto rispetto a questa materia ed evitare che ci sia un caos, però abbiamo fatto e stiamo facendo dei passi in avanti.
Signori, vi ringrazio.