Videocollegamento con la 40ª Assemblea Annuale ANCI

Martedì, 24 Ottobre 2023

Buonasera a tutti, buonasera Presidente Decaro.
sono profondamente dispiaciuta di non essere riuscita a mantenere l’impegno che avevo preso l’anno scorso con tutti voi di essere presente quest’anno a Genova per la quarantesima Assemblea nazionale dell’ANCI. Purtroppo, l’agenda di questi giorni e l’imminenza dei lavori del Consiglio europeo previsto per questa settimana hanno avuto la meglio, e non ce l’ho fatta. Me ne scuso con ciascuno di voi, e cercherò di farmi perdonare alla prima occasione utile. 
Desidero salutare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che anche quest’anno assiste alla cerimonia di apertura e che con la sua presenza sottolinea la centralità che i Comuni hanno nella nostra Repubblica. Ringrazio, come ho già fatto, il Presidente Decaro, i Vicepresidenti e tutta l’ANCI per questa occasione di incontro e confronto. Particolarmente saluto il Sindaco di Genova Bucci, che oggi ospita quest’Assemblea e che ha l’onore di essere il padrone di casa. Ma soprattutto il mio saluto speciale va ai Sindaci presenti, che colorano di bianco, rosso e verde il padiglione blu della Fiera di Genova. È uno spettacolo bellissimo, forse visto da qui è ancora più bello, che scalda il cuore. 
Voglio fare anche i complimenti all’ANCI per il titolo di quest’Assemblea: “Tre colori sul cuore”. Penso che sia un titolo estremamente evocativo perché riassume in fondo quello che è un Sindaco: il portabandiera di una comunità, il primo difensore dei cittadini, la prima fila dell’impegno politico, il volto più prossimo dello Stato. E in una Nazione come la nostra – la Nazione dei campanili, dei borghi, delle identità – i Sindaci ricoprono un ruolo fondamentale perché mantengono viva la connessione tra le Istituzioni e le comunità locali, sono coloro che incoraggiano e sostengono, che ascoltano e risolvono i problemi concreti. Non lo dico per piaggeria, ma perché sono convinta che fare il Sindaco sia in assoluto uno dei mestieri più difficili che si possano fare. Se fatto come si deve, è un mestiere che non conosce pause, ti assorbe completamente e vuol dire lavorare per trovare – spesso con mezzi insufficienti – soluzioni a qualsiasi tipo di problema. Il Sindaco si prende cura delle persone e della comunità che gli è stata affidata. È un po’ come una missione, e va portata avanti con determinazione, con umiltà, nonostante le difficoltà e le emergenze, sempre più continue nella nostra quotidianità. Per cui, lo ribadisco per dire che di tutto questo il Governo è profondamente grato a ciascuno di voi.

Come il Presidente della Repubblica ha ricordato in più occasioni, voi avete un compito decisivo: concorrere a garantire, insieme alle altre Istituzioni in cui si articola il nostro Stato, il rispetto del principio costituzionale della pari dignità dei cittadini. In particolare, voi siete il primo motore per superare gli squilibri e le disparità che ci sono nella nostra Nazione tra i territori. E assicurare così coesione e unità. Però per portare avanti questo lavoro così importante dovete poter contare sugli strumenti adeguati a farlo. E noi, in questo primo anno di governo, abbiamo iniziato insieme all’ANCI, insieme ai Sindaci, un percorso per rispondere a questa esigenza per non lasciare i Comuni da soli davanti alle difficoltà, alle emergenze e alle sfide che questo tempo ci pone. Certo, non è mai mancata la discussione tra noi, a volte è stata anche abbastanza schietta, ma il confronto è una ricchezza alla quale non dobbiamo mai rinunciare per trovare soluzioni concrete ai problemi. Perché alla fine il nostro obiettivo comune per ciascuno di noi, a qualsiasi livello, è difendere l’interesse degli italiani. 

Il Governo presterà la massima attenzione anche alle osservazioni, alle suggestioni, alle richieste, critiche comprese ovviamente, che emergeranno dai vostri lavori di questi giorni. E ne faremo tesoro come abbiamo sempre fatto. 
Venendo ai tanti temi in discussione in quest’Assemblea, non posso non partire dal ruolo dei Comuni nella messa a terra del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I Comuni sono i soggetti attuatori di una molteplicità di interventi che valgono, complessivamente, 40 miliardi di euro. È una quota consistente del PNRR che richiede ai Comuni uno sforzo non indifferente, anche per far fronte alle criticità e ai tanti ostacoli che sono emersi nella fase di attuazione. Mettere a terra gli interventi previsti dal Piano non è stata una sfida facile per nessuno e se siamo riusciti ad ottenere importanti risultati - il rispetto degli obiettivi, il pagamento della terza rata e l’ok alle modifiche della quarta - lo dobbiamo soprattutto al lavoro che abbiamo portato avanti in questi mesi insieme. Il ruolo dei Comuni è stato decisivo e il Governo ve ne è assolutamente riconoscente.

Ci sono ancora tante difficoltà che le Amministrazioni locali incontrano in termini di capacità di programmazione e di spesa. Sono ostacoli, sul breve periodo, che derivano dalla mancanza di risorse umane e dalla carenza di competenze gestionali e tecniche. Alle difficoltà che già conosciamo nel reperire risorse qualificate si aggiunge il carattere temporaneo delle formule di ingaggio, che di certo non aiuta e rende tutto poco attrattivo. È un problema che non interessa solo gli enti locali ma che anche le Amministrazioni centrali dello Stato hanno potuto verificare. Come sapete, per iniziare a risolvere questo problema, il Governo ha inserito nel Decreto Sud una specifica norma per rafforzare la capacità amministrativa delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province, delle Unioni dei Comuni e dei Comuni del Sud e che permetterà - utilizzando le risorse di un programma finanziato dalla Commissione europea - di assumere a tempo indeterminato entro il 2029 2200 funzionari. Funzionari che riceveranno una formazione di alto livello e che saranno molto utili per velocizzare l’impiego dei fondi europei di investimento.
Abbiamo poi scelto di ridare nuova centralità alla Cabina di regia del PNRR, di farla funzionare come era necessario e di renderla lo strumento per definire un percorso chiaro e condiviso. È una piccola rivoluzione, che ci ha permesso di fare costantemente insieme il punto sullo stato di avanzamento del Piano, di trovare insieme le soluzioni migliori ai problemi che incontravamo. Dalla Cabina di regia nasce anche il percorso che ha poi portato alla proposta di revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 
Una proposta, lo abbiamo detto in molte occasioni ma è sempre utile ribadirlo, che non sottrae risorse ai programmi previsti dal Piano ma che prevede lo spostamento di alcuni investimenti ad altre fonti di finanziamento, come per esempio il Piano complementare al PNRR e i fondi delle politiche di coesione. Lo dico perché si è detto e si è scritto molto su questo, a volte – consentitemelo – senza cognizione di causa dei documenti, ma noi abbiamo fatto questa scelta proprio per mettere in sicurezza quegli interventi strategici per i territori ma che rischiavano di essere compromessi dall’orizzonte temporale che è previsto dal completamento del Piano, il 30 giugno 2026.

Questo lavoro ci permetterà di rispettare, ad esempio, gli obiettivi legati alla realizzazione di nuovi asili nido, scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia. Cito questo tema specifico perché lo considero indicativo di come abbiamo lavorato in questi mesi. Come sapete, il PNRR prevede su questo capitolo 4,6 miliardi di euro. Uno stanziamento molto importante che però rischiavamo di compromettere per tutta una serie di criticità connesse all’ammissibilità di alcuni interventi. Per questo ci siamo fatti carico del problema, abbiamo proposto alla Commissione europea una modifica per rivedere l’obiettivo intermedio, abbiamo eliminato la previsione dell’aggiudicazione di tutti gli interventi entro il primo semestre 2023 e abbiamo trovato 900 milioni di euro aggiuntivi per un nuovo bando. Tutto questo ci permetterà non solo di rispettare l’obiettivo finale del Piano, ma di rafforzarlo. È stato un grande lavoro di squadra, e ringrazio l’ANCI per il contributo che ha dato in questo senso. Questo Governo considera centrale la collaborazione con gli Enti locali, e segnatamente con i Comuni. E i frutti di questa collaborazione si sono visti in questi mesi. Penso all’emendamento proposto dall’ANCI e accolto dal Governo per prevedere specifiche risorse alle Città metropolitane nell’ambito degli Accordi di coesione, che è il nuovo strumento negoziale di programmazione voluto dal Governo per valorizzare le risorse legate ai piani di investimento nazionali ed europei e agire sulle leve di sviluppo dei territori. Penso anche all’attenzione che stiamo rivolgendo alle aree interne della Nazione: per la prima volta abbiamo istituito una cabina di regia che coinvolgerà tutti i livelli di governo e lavorerà per scrivere insieme il primo Piano nazionale di sviluppo delle aree interne. In questa strategia rientra anche il ddl approvato ieri in via preliminare in Consiglio dei ministri sulle zone montante. Vogliamo prenderci cura di quei territori a rischio spopolamento e garantire risposte veloci, in termini di servizi, alle specifiche esigenze di ciascun territorio.

In apertura mi sono scusata per non aver rispettato la promessa di essere presente fisicamente alla vostra Assemblea. Impegno che mi ero presa parlando a tutti voi riuniti a Bergamo. In quell’occasione, avevo affrontato un tema che mi stava –ci stava- particolarmente a cuore e che mi ero impegnata ad affrontare. Mi riferisco alla questione della responsabilità degli amministratori locali e al fenomeno della “burocrazia difensiva”, della “paura della firma”, che paralizza l’attività amministrativa dei Comuni e impedisce di dare risposte ai cittadini, alle famiglie e alle imprese. Quella promessa l’ho mantenuta. Il Governo ha infatti approvato un pacchetto di norme che interessa anche l’abuso d’ufficio e che ora è all’esame del Parlamento. Ed è un intervento che abbiamo ritenuto necessario per dare regole certe e garantire che i Sindaci possano portare avanti, senza paura, la missione che i cittadini hanno affidato loro. 
Presidente Decaro, cari Sindaci, siete a Genova, città natale di alcuni tra i più grandi personaggi che hanno fatto la storia d’Italia. Uno di questi è Goffredo Mameli, l’autore di quel Canto che ci fa sentire tutti parte di una sola comunità, che molti amano cantare con la mano destra sul cuore, e voi, con la mano su quella fascia Tricolore che riassume il vostro impegno, la vostra dedizione, il vostro spirito di servizio. Penso che sia l’esempio più bello, il luogo più bello, per celebrare insieme quello che siamo. Quindi viva l’Italia, viva i Sindaci italiani! Grazie a tutti e scusatemi ancora.