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Vertice G20, punto stampa conclusivo del Presidente Meloni

Domenica, 10 Settembre 2023

INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE MELONI

Buon pomeriggio a tutti. 
Doveroso punto sul G20, su questa due giorni. 

Intanto voglio ribadire le mie congratulazioni, le congratulazioni dell'Italia al Primo Ministro Modi per la riuscita di questa non facile edizione del G20. L'Italia ha offerto fin dall'inizio la sua collaborazione alla Presidenza indiana, non solamente per gli eccellenti rapporti che intratteniamo con l'India, ma soprattutto perché continuiamo a essere convinti che il G20 sia un foro multilaterale assolutamente strategico nella misura in cui consente di dialogare efficacemente con le grandi nazioni emergenti, con i Paesi del Sud globale. Dobbiamo ricordare che le Nazioni rappresentate nel G20 rappresentano complessivamente i due terzi della popolazione mondiale, il 75% del commercio, l’80% del prodotto interno lordo del mondo. 

Il successo della Presidenza indiana di questa edizione del foro era strategico anche rispetto al contesto internazionale che stiamo affrontando, particolarmente con l'aggressione russa all'Ucraina, per non aiutare quel racconto interessato che vorrebbe un Occidente diviso dal resto del mondo. Noi abbiamo dimostrato che siamo attenti alle esigenze dei Paesi del Sud, che non vogliamo contrapposizioni tra i Paesi del Nord e quelli del Sud. 

In questo considero particolarmente importante - e approfitto per ringraziare gli sherpa italiani che hanno partecipato alle negoziazioni - essere riusciti a trovare un consenso tra i Leader sulla dichiarazione finale. E credo, in ultimo, che sia molto importante la riuscita di questo G20 anche per l'Italia, particolarmente per l'Italia che, come sapete, il prossimo anno ospiterà il G7. Ovviamente quello che accade nell'ambito del G20 tende, inevitabilmente, a ripercuotersi su quello che accade nel G7, ma anche tenendo in considerazione che le prossime due sessioni del G20 saranno condotte da due Paesi che fanno parte dei Brics, quindi dal Brasile e dal Sudafrica. 

Noi abbiamo lavorato insieme alla Presidenza indiana per una dichiarazione che in particolare avesse un riferimento preciso, specifico all'Ucraina. Era questo il risultato chiaramente più complesso, non era un risultato scontato, particolarmente se si tiene in considerazione il fatto che le ministeriali che hanno preparato il G20 sono tutte quante uscite senza una dichiarazione finale. Chiaramente è una dichiarazione di compromesso, ma io lo considero comunque molto importante nell'attuale contesto. Chi ha seguito le negoziazioni sa che è stato un lavoro lungo, che è stato un lavoro difficile, nel quale si è riusciti alla fine a comporre questa dichiarazione finale accompagnando Paese per Paese. E io davvero considero che questo sia un elemento molto importante.

Oltre ovviamente al tema dell'aggressione russa all'Ucraina, nelle dichiarazioni finali ci sono molti temi che l'Italia considera prioritari, per i quali l'Italia ha avuto un ruolo importante. Penso al fatto che abbiamo ottenuto riferimenti concreti, per esempio, alle questioni migratorie, in linea con quello che è il processo di Roma - la nostra Conferenza sullo sviluppo e le migrazioni - e quindi riferimenti alla necessità di combattere l'immigrazione illegale, i trafficanti di esseri umani, a favorire invece percorsi di migrazione legale, a favorire la cooperazione su questa materia tra i Paesi di provenienza, di transito e di approdo e l'impegno ad affrontare la materia anche nelle future edizioni del G20. 

E poi quello che riguarda i temi della neutralità climatica, la questione delle banche multilaterali di sviluppo che devono essere più vicine ai Paesi a basso reddito, in particolare in Africa. L'Africa, anche grazie al ruolo italiano, anche grazie all'attenzione italiana, è stata centrale in questo Vertice, per l'adesione chiaramente come membro permanente dell'Unione africana nel G20, opzione che l'Italia era stata tra le primissime nazioni a sostenere con forza. Quindi chiaramente lo consideriamo anche un nostro successo: non a caso l'Africa è stata anche al centro del mio intervento nella sessione plenaria di ieri e abbiamo, a margine della sessione plenaria, anche partecipato a una riunione organizzata tra i Leader dell'Unione europea e quelli africani che erano presenti. 

Io credo che anche questo sia un elemento molto importante, racconta una crescente attenzione da parte dell'Unione europea nei confronti del continente africano: non è stato così in passato e credo che anche questo sia un elemento che va considerato anche grazie al ruolo che l'Italia ha svolto, particolarmente nell'ultimo anno. Nella riunione di ieri, che è stata una riunione molto proficua, si è parlato chiaramente dell'instabilità crescente, soprattutto nel Sahel, si è parlato di migrazione, si è parlato di investimenti, si è parlato di crisi alimentare, ma c'è la volontà di stringere le maglie della cooperazione con i Paesi africani da parte dell'Unione europea. Per me questo è importante particolarmente perché, come ho già annunciato e ribadisco, l'Africa sarà anche una delle questioni centrali che porteremo alla Presidenza del G 7 il prossimo anno. 

E poi l'intelligenza artificiale, che invece è stata il centro del nostro intervento oggi all'Assemblea plenaria, come già avevo fatto al G7 di Hiroshima, come già avevo fatto al Consiglio d'Europa. Il tema dell'intelligenza artificiale è un tema che io credo debba vedere una maggiore concentrazione da parte dei Leader mondiali. Io l'ho detto con franchezza oggi: lo sviluppo della tecnologia sta correndo molto velocemente, non ho sempre l'impressione che la nostra capacità di governare i processi corra altrettanto velocemente. 

Però, se da una parte noi dobbiamo chiaramente ottimizzare il valore aggiunto che le nuove tecnologie possono portare, dall'altro non possiamo non considerare adeguatamente l'impatto che quelle nuove tecnologie possono avere sulle nostre società, particolarmente quando si parla di intelligenza artificiale. Perché noi eravamo abituati a un progresso che serviva a ottimizzare le competenze umane, oggi rischiamo di trovarci di fronte a un progresso che sostituisce le competenze umane. Per carità, questo è accaduto anche in passato, ma mentre in passato accadeva che i lavori fisici venissero sostituiti e che quindi gli uomini potessero concentrarsi più su lavori di concetto e di organizzazione, oggi è proprio l'intelletto che rischia di essere sostituito e questo avrebbe un impatto pesantissimo anche sui lavori ad alto livello professionale. È una riflessione che merita concentrazione e che merita velocità. 

Noi abbiamo annunciato che questo sarà un altro tema che sarà al centro della nostra Presidenza G7, che intendiamo su questo coinvolgere attori pubblici e attori privati che, però, intendiamo soprattutto richiamare dei principi etici alla base dello sviluppo dell'intelligenza artificiale generativa, che possano fare da base a una cornice regolatoria globale. Chiaramente queste non sono materie sulle quali i singoli Stati nazionali possono fare la differenza da soli se non esiste una regolazione a livello globale. In linea con quanto già fatto anche con la “Rome Call for AI Ethics” del 2020 da Papa Francesco in Vaticano, vogliamo riprendere quel lavoro, vogliamo portarlo all'attenzione dei Leader del G7 e da lì sperare di allargarlo; mentre sicuramente contribuiamo al lavoro che sta facendo l'Unione europea, la Commissione europea, un lavoro importante. Così come ho parlato con il Primo Ministro Sunak, che ospiterà nei primi giorni di novembre un “Safety Summit” relativo al tema dell'intelligenza artificiale. Siamo pronti a collaborare con tutti, ma questa è una materia sulla quale davvero rischiamo di arrivare troppo tardi. E stavolta arrivare in ritardo potrebbe avere impatti disumanizzanti e molto critici per le nostre società. 

Chiaramente oltre la dichiarazione, oltre i lavori della sessione plenaria, voi avete visto che ci sono state una serie di iniziative a margine che pure considero molto importante: il lancio ieri dell'Alleanza globale sui biocarburanti insieme a Stati Uniti, India, Brasile, Emirati Arabi, Argentina, Bangladesh. È una battaglia che, come voi sapete, conduciamo anche in seno all'Unione europea, è una di quelle sfide che tendono a mettere insieme da una parte chiaramente la transizione verde e dall'altra i nostri interessi nazionali. Voi sapete che l'Italia, particolarmente con Eni, in tema di biocarburanti è assolutamente all'avanguardia e quindi per noi è molto importante poter contare oggi su grandi Nazioni che con noi condividono questa sfida.

Con India, Stati Uniti, Unione europea, Francia, Germania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti abbiamo lanciato ieri un grande progetto di corridoio economico tra Unione europea, Medio Oriente e India; una rete di collegamenti marittimi e ferroviari che consentirà di liberare, dal mio punto di vista, un enorme potenziale per il nostro commercio e per le nostre imprese. Anche questo progetto fa parte di un significativo protagonismo italiano nella rete di connessioni energetiche, fisiche e digitali sulle quali si lavora: cito e ricordo Elmed, il cavo di collegamento elettrico tra Italia e Tunisia, ma anche, ad esempio, Blue Raman che collega Italia e India con la fibra ottica. 

Il tema delle infrastrutture, particolarmente infrastrutture sostenibili nei Paesi in via di sviluppo, è un tema sul quale l'Italia è molto attenta, si inserisce anche nella Partnership for Global Investment, cioè l'iniziativa del G7 proprio per le infrastrutture nei Paesi a basso reddito, e vede sicuramente un protagonismo italiano.

Avete visto che c’è stata anche una serie di incontri bilaterali. Chiaramente in questi appuntamenti, per la verità, si riesce a parlare un po’ con tutti, insomma, tra le iniziative ufficiali e i momenti, seppur pochi, che rimangono tra una e l'altra. Quindi ci sono state moltissime interlocuzioni e ci sono stati alcuni incontri bilaterali più strutturati. 

Con il Primo Ministro Rishi Sunak, con il quale c'è sempre una ampissima convergenza di vedute, abbiamo parlato appunto di intelligenza artificiale, abbiamo parlato di immigrazione, abbiamo parlato di Ucraina.

Con il Primo Ministro Modi abbiamo fatto stato del lavoro che è stato fatto con il G20, della prossima Presidenza italiana del G7, ma anche dei nostri eccellenti rapporti bilaterali. Quando lo scorso marzo siamo venuti qui in India abbiamo dato vita a un partenariato strategico, quel partenariato strategico oggi ci sta dando grandi soddisfazioni, confidiamo che i nostri rapporti possano migliorare ancora di più. 

Abbiamo avuto un bilaterale con il primo Ministro cinese, Li Qiang: dialogo cordiale, costruttivo su come possiamo approfondire il nostro partenariato bilaterale.

Con il Presidente coreano Yoon Suk Yeol, con il Presidente indonesiano Joko Widodo, entrambe Nazioni con le quali ci sono, dal nostro punto di vista, molte potenzialità inespresse, che oggi vengono guardate con grande interesse dalle aziende italiane e con le quali vogliamo rafforzare la nostra cooperazione. 

Per chiudere - sono andata veloce perché non abbiamo tantissimo tempo - stasera prima di tornare in Italia, saremo a Doha, in Qatar, per un incontro bilaterale con lo sceicco Al Thani. L'Italia, come voi sapete, ha una grande attenzione per la regione del Golfo del Golfo Persico. Lo abbiamo dimostrato anche proprio con il processo di Roma, con la Conferenza sulle migrazioni, nella quale abbiamo invitato molte di queste Nazioni.

Chiaramente i temi al centro del nostro incontro bilaterale saranno i settori nei quali riteniamo che si possa intensificare la nostra cooperazione: sicurezza e difesa, investimenti. 
Io mi fermerei qui, se siete d'accordo, perché così abbiamo un pochino di tempo per fare qualche domanda.

DOMANDE

Domanda: Buonasera Presidente. Oggi è stato lanciato questo corridoio economico India-Medio Oriente-Europa. In India è in corso un grande progetto e processo di modernizzazione infrastrutturale che dovrebbe sostenere la grande crescita economica che il Premier Modi vuole imprimere al proprio Paese. Ecco, volevo sapere se in questo contesto le imprese italiane si possono inserire e se ne avete parlato con il Premier Modi proprio in considerazione del partenariato strategico. 

Presidente Meloni: Ne abbiamo parlato con il Primo Ministro Modi. È d'obbligo dire che le aziende italiane, per la verità, si sono già inserite in alcuni progetti che sono molto strategici. Penso alla nostra Italferr, che nei prossimi anni realizzerà importanti lavori infrastrutturali, penso a WeBuild che sta costruendo un nuovo ponte sospeso a Mumbai e sta partecipando all'ampliamento della rete della metropolitana di Mumbai, che è la capitale economica dell'India. E cito Blue & Raman, che citavo prima, infrastruttura di collegamento fondamentale di fibra ottica che collega appunto Italia e India e che vede chiaramente TIM Sparkle, ad esempio, tra gli attori privilegiati. Per cui le imprese italiane, anche grazie al loro know-how, si sono già inserite. La diplomazia e gli ottimi rapporti che stiamo mantenendo con il Primo Ministro Modi e con l'India sicuramente possono aiutare anche per il futuro. 

Domanda: A seguito del bilaterale con il Premier cinese, le volevo chiedere se era stato affrontato il tema della Via della Seta e se le ha annunciato l'uscita dell'Italia dal Memorandum. So che le hanno, almeno pare, rinnovato l'invito alla visita a Pechino: se c'era una data e se immaginava di andarci nel 2024 o entro quest’anno. Grazie.

Presidente Meloni: Intanto io sono stata molto contenta del clima cordiale e costruttivo nel quale si è svolto questo incontro col Primo Ministro cinese, che non conoscevo. Avevo incontrato lo scorso G20 il Presidente Xi Jinping. Si è parlato anche di Via della Seta, non soltanto di Via della Seta, nel senso che noi abbiamo un partenariato strategico con la Cina e quindi sì, c'è il tema della Belt and Road Initiative, ma non è l'unico elemento che costruisce il nostro rapporto bilaterale con la Cina. Come del resto è dimostrato dalle Nazioni europee che in questi anni non hanno fatto parte della Via della Seta e pur tuttavia sono riusciti a stringere con la Cina rapporti più vantaggiosi di quelli che a volte stringevamo noi. Per cui il tema è, indipendentemente dalle scelte che noi faremo sulla Belt and Road Initiative, come continuare a garantire un partenariato che può essere vantaggioso per entrambi. All'esito di questa interlocuzione, di queste valutazioni che insieme stiamo facendo, io intendo, come ho già detto, mantenere il mio impegno a recarmi in Cina, spero il prima possibile. Non c'è ancora una data. L'invito è reiterato, ma credo che abbia maggiore senso recarsi in Cina quando avremo elementi maggiori sulla nostra cooperazione bilaterale, su come rafforzarla, su come andare avanti.

Domanda: Buongiorno Presidente. Poco fa Lavrov, che rappresentava qui la Russa, ha detto che questo Vertice è stato un successo. Dall'altra parte, da quella Ucraina, che non è stata invitata, invece abbiamo sentito le critiche per una dichiarazione che ritengono annacquata: non c'è stata la parola dell'aggressione della Russia. Le chiedo, al termine di questo Vertice, nella prospettiva di arrivare a una pace, se lei vede oggi un passo indietro o un passo in avanti verso questo obiettivo. Grazie

Presidente Meloni: Chiaramente non commento come gli altri intendono raccontare questo Vertice. Quello che posso dirle è che alla vigilia di questo Vertice molti si aspettavano, e qualcuno sperava, che non ci sarebbero state delle conclusioni. E quindi arrivare a delle conclusioni significa che sono stati fatti dei passi avanti significativi. E il passo avanti significativo, che secondo me non si può nascondere, è che le conclusioni fanno esplicito riferimento alle Risoluzioni di condanna da parte delle Nazioni Unite dell'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina. E si può vendere come si vuole, ma questa è la realtà. È stato un lavoro complesso, di cesello, che però a un certo punto ha portato anche la Russia a sottoscrivere le conclusioni, probabilmente per evitare un isolamento, perché tutti gli altri erano su un'altra posizione. Quindi io considero, nella difficoltà di questo contesto, le conclusioni di questo G20 ottime, chiaramente per la situazione di partenza nella quale ci trovavamo. Il G20 non è il G7, è un foro dove le Nazioni che partecipano sono sicuramente molteplici e anche molto diverse tra loro. Quindi io non vedo passi indietro. Anzi direi che, rispetto alla situazione che ho visto lo scorso anno, dove pure le conclusioni del G20 furono considerate un piccolo miracolo diplomatico, si continui ad andare in quella direzione. Quest'anno probabilmente era più difficile, anche perché c'è una certa stanchezza rispetto allo scorso anno, che era accaduto da meno tempo. Per cui quest'anno era più difficile. Ed essere riusciti va considerata secondo me una vittoria anche più grande.

Domanda: Buongiorno Presidente, torno sulla Belt and Road, sulla Via della Seta. Qual è stata la reazione, cosa ha percepito dal suo interlocutore, dal Primo Ministro cinese? Ci sono cioè dei timori di possibili ritorsioni in caso di abbandono del Memorandum da parte italiana, oppure crede che il dialogo è arrivato a punti sufficienti per scongiurarli? 

Presidente Meloni: In generale io sono abbastanza ottimista, nel senso che considero che tanto Italia quanto Cina siano consapevoli di quanto sia importante mantenere le relazioni, rafforzarle, cooperare nella politica estera, nei dibattiti tra governi. Nella maggior parte dei casi, insomma, il pragmatismo ha sempre la meglio. Confido che anche stavolta le cose andranno così, ripeto. Perché in questi anni, in particolare in Europa, dove l'Italia era l'unica Nazione che faceva parte della Belt and Road Initiative, tutti gli altri che non ne facevano parte riuscivano ad avere spesso rapporti bilaterali anche migliori dei nostri in tema di commercio, in tema di investimenti. Dimostra che, al di là del titolo, gli strumenti per la cooperazione bilaterale sono molti. E ripeto: noi abbiamo con la Cina una cooperazione strategica, che quindi può essere sicuramente forte, può anche essere rafforzata e non si basa unicamente sulla nostra presenza o meno nella Belt and Road Initiative. Quindi io ho trovato un atteggiamento pragmatico. Poi non posso parlare per gli altri, ma mi pare che ci sia volontà di continuare a dialogare e di continuare a discutere insieme, ed è quello che è bene si faccia. Non c'è da parte nostra alcuna preclusione, alcuna chiusura nei confronti della Cina, può essere relativamente alla Belt and Road Initiative - ma le decisioni vanno ancora prese, una valutazione di merito anche sui risultati che questo strumento ha dato -, ma non compromette nulla, dal mio punto di vista, nei nostri rapporti con la Cina.

Domanda: Ha avuto modo di fare una riunione con i Membri europei del G20 e, se ha avuto modo di farla, se avete parlato di nomine europee di cui si discute. E se ritiene che l'Italia può avere come obiettivo quello di prendere una delle cariche che sono in gioco.

Presidente Meloni: Proseguiamo con le domande, poi vi rispondo insieme.

Domanda: A margine delle dell'attività ufficiale, ha avuto modo di avere un colloquio con il Commissario Gentiloni? E se possiamo circoscrivere le materie su cui chiedete a Gentiloni di avere un occhio italiano: si è parlato di PNRR, come di Patto di stabilità o anche dell'accordo fra ITA e Lufthansa? Grazie. 

Domanda: Siccome lei ha parlato di un invito reiterato da parte del Premier Li Qiang, l'ha invitata al Terzo Belt and Road Forum di metà ottobre, oppure no? 

Presidente Meloni: Al Belt and Road Forum il governo è stato invitato. Non ne abbiamo parlato ieri, ma sicuramente il governo italiano è stato invitato. Per quello che riguarda il tema della riunione con i partner europei del G20, non c'è stata una riunione dei membri europei del G20. Sul tema delle nomine, e in particolare sul tema che le interessa, che è quello della Banca europea degli investimenti, quello che le posso dire è che noi abbiamo candidato una figura tecnica, riconosciuta da tutti, non abbiamo fatto una scelta politica. Leggo, nel dibattito in corso, scelte che potrebbero essere politiche. Secondo me sarebbe un errore. Penso che se noi dovessimo sottomettere le massime Istituzioni finanziarie europee a scelte di partito, mineremo la terzietà di queste Istituzioni, quindi bisogna essere molto prudenti. In ogni caso non mi pare che la decisione arriverà immediatamente, questo mi pare di averlo capito. Per quello che riguarda il tema del Commissario Gentiloni, la questione di ITA-Lufthansa è una questione che è stata sotto sottoposta al Commissario Gentiloni, particolarmente dal Ministro Giorgetti - che ringrazio per il suo lavoro e la sua presenza -, perché sta accadendo qualcosa di obiettivamente curioso: la stessa Commissione europea che per anni ci ha chiesto di trovare una soluzione al problema ITA, quando troviamo una soluzione al problema ITA, la blocca. Quindi noi non stiamo più capendo e vorremmo una risposta e su questo è stato interessato anche il Commissario Gentiloni. Grazie.