Genova, l'intervento del Presidente Meloni alla firma dell’accordo Governo-Regione Liguria

Venerdì, 22 Settembre 2023

Buon pomeriggio a tutti.
Grazie davvero per questo pomeriggio che mi avete regalato. Lo dico sinceramente, lo dico al Presidente Cecchi, al Presidente Toti, al Sindaco Bucci, a tutti gli altri attori istituzionali che sono qui presenti. Confesso che arrivo fisicamente un po' provata: sono tornata ieri da New York, stamattina ero a Rimini, sono arrivata a Genova. 
E queste due ore che ho passato qui mi hanno regalato davvero tanta energia. E allora voglio dire che non è il comparto della nautica che deve ringraziare me per essere venuta qui oggi - a colmare una lacuna di 37 anni dall'ultima visita ufficiale di un Presidente del Consiglio dei Ministri al Salone Nautico - ma sono io che devo ringraziare questo comparto. 
Perché quando si hanno delle aziende che riescono a raccontare, produrre, dimostrare l'eccellenza italiana, come il settore nautico ha fatto in questi anni, dando lavoro alle maestranze italiane, producendo una filiera con oltre 200.000 lavoratori in Italia, facendo attenzione a quella che è la nostra tradizione, che è la tradizione della nostra eccellenza, che produce per 7 miliardi di euro - che inevitabilmente si riversano anche nella casse dello Stato italiano e fanno un pezzo anche delle risorse che lo Stato può spendere - credo che sia il Governo di questa Nazione che deve venire qui e avere l'umiltà e la responsabilità di dire grazie per il lavoro che questo settore ha saputo rappresentare, per l'eccellenza che ha raccontato e che continua a raccontare nel mondo, e, diciamoci la verità, perché poi un po' ci rende fieri, lasciando tutti dietro di sé, che è una cosa che ci rende sempre orgogliosi. 
Dopodiché, però, non è solamente per questo che io sono venuta. Sono venuta anche perché, come il Presidente sa benissimo, questo è un Governo che ha voluto concentrare un pezzo delle sue scelte strategiche proprio sul tema del mare.

Abbiamo detto tante volte che l'Italia è una piattaforma in mezzo al Mediterraneo, è una piattaforma nel mare di mezzo tra Suez e Gibilterra e noi ci siamo spesso, troppo spesso, comportati come se questo mare non lo avessimo, come se fossimo una Nazione che non era circondata da 8.000 chilometri di costa. E non è, guardate, solamente un tema di posizionamento geografico - anche se anche il posizionamento geografico ha il suo ruolo, ad esempio in termini di geopolitica: penso si veda il ruolo che l'Italia cerca di recuperare come protagonismo nel Mediterraneo - ma è soprattutto economia. Il mare è una delle infrastrutture più strategiche di cui l'Italia dispone e non si può non avere una strategia su come creare al meglio una sinergia tra tutti gli attori che operano nell'economia del mare. E questa è la ragione per la quale, come probabilmente voi saprete, la settimana scorsa è stato presentato il Piano del mare. Un ministero specifico, che si occupa di questa materia, ha messo insieme attorno a un tavolo tutti gli attori di questa filiera, ha ascoltato i loro bisogni, ha raccolto le indicazioni che venivano dalle imprese che operano in quei settori, ha fatto una strategia e l’ha scritta in un Piano. 
Presidente, non c'è bisogno che io ricordi ai ministri quali sono gli impegni che si sono presi, perché nella prossima Legge di Bilancio noi abbiamo un collegato dedicato all'economia del mare - lei sa che le Leggi di Bilancio hanno una serie di norme collegate, che quindi poi costringono a fare una serie di cose il Consiglio dei Ministri, il Parlamento e gli attori istituzionali - e in quel collegato del mare chiaramente noi raccoglieremo le esigenze e le proposte che arrivano dai vari settori, compreso il settore della nautica con le sue necessità di semplificazione. Questo è un settore che è stato anche spesso fatto oggetto di demagogia, è stato a volte vituperato. Usciamo da questa logica, chi produce eccellenza italiana può solamente essere ringraziato e difeso.

Dopodiché noi siamo qui oggi anche per firmare un accordo tra il Governo e la Regione Liguria. È il primo accordo che firmiamo dopo il nostro decreto sul Sud. 
Voglio ringraziare il Ministro Raffaele Fitto, ha fatto un lavoro molto prezioso, molto lungo e difficile per riorganizzare i fondi di coesione. Ha dialogato con tutte le Regioni, all'esito di quel dialogo noi abbiamo varato il decreto Sud. Il decreto Sud istituisce un modo nuovo per organizzare e spendere i fondi di coesione, i cosiddetti accordi di coesione. Gli accordi di coesione sono degli accordi che vengono fatti tra il Governo nazionale e le Regioni su priorità che devono essere condivise, chiaramente su proposte che mandano le Regioni, ma che devono far parte di una strategia complessiva. 
Cerchiamo, così e con una serie di altre cose che abbiamo inserito, di far sì che l'Italia, che è stata troppo spesso fanalino di coda nella spesa di queste risorse, - sì, diceva bene, non sempre le risorse sono mancate, delle volte è mancata la capacità di spenderle - di trasformare l'Italia dalla Nazione che è stata fanalino di coda nella spesa dei fondi europei a Nazione virtuosa che possa fare da esempio per le altre. E questo richiede alcune cose. Richiede una strategia che oggi noi identifichiamo in questo lavoro che facciamo con le singole Regioni.

Richiede la capacità di avere il coraggio di dire che, quando delle risorse sono state messe su dei Piani e non sono spese nei tempi in cui devono essere spese, devono essere de-finanziate per trasferire le risorse su altro; e consentire poteri sostitutivi da parte del Governo nazionale quando le risorse non dovessero essere spese adeguatamente. L’obiettivo è non perdere neanche un euro, perché l'Italia non se lo può permettere. 
Quello che noi firmiamo oggi con la Regione Liguria è il primo di questi accordi: sblocca oltre 230 milioni di euro su opere strategiche che si muovono in moltissimi settori. Vi cito i prevalenti. Ci sono circa 85 investimenti strategici e sarà, grazie a queste risorse, possibile terminare opere che per questo territorio sono fondamentali. Penso ai 29 milioni e mezzo aggiuntivi per la realizzazione del canale scolmatore del torrente Bisagno a Genova - ne sappiamo qualcosa, annosa vicenda -, opera fondamentale per la messa in sicurezza della città dal rischio idrogeologico. Gli interventi di mitigazione del rischio del bacino del fiume Entella, 83 milioni che serviranno a potenziare le infrastrutture della Regione, particolarmente per la realizzazione di nuove strade, mettere in sicurezza quelle esistenti, garantire maggiore accessibilità alle aree interne. Completare il nuovo terminal dell'aeroporto di Genova, altra infrastruttura importante per un territorio come questo. E poi completare il bacino di carenaggio del Porto di Genova e adeguare la stazione di Ventimiglia.

C'è un intervento importante sulle case popolari della Regione di 25 milioni di euro per l'edilizia residenziale pubblica. Ma ci occupiamo anche di sanità, con risorse per oltre 15 milioni che servono a terminare il nuovo ospedale di Felettino di La Spezia, a implementare l'ospedale Borea di Sanremo. Ci occupiamo di cultura, particolarmente di alcuni teatri che hanno valenza nazionale, che hanno valenza regionale, il Carlo Felice di Genova, il teatro civico di La Spezia, il teatro Cavour di Imperia. Ci occupiamo di istruzione, con investimenti per oltre 5 milioni di euro per aiutare le scuole. Quindi infrastrutture, cultura, istruzione, sanità, casa. 
Le priorità strategiche che anche una Regione come questa ha, con risorse che devono essere spese nei tempi, con accordi che vengono monitorati dal Governo nazionale e, molto importante, con una quota che viene trasferita alla regione da parte del Governo nazionale già comprensiva anche delle risorse della regione. Questo è un problema che ha bloccato molte regioni nel passato, nella capacità di spendere queste risorse.

Quindi noi ce la mettiamo tutta. Ringrazio il Presidente Toti perché questa è la prima, la Liguria è stata più veloce - come molto spesso, devo dire, accade - nella definizione di questo Accordo di Coesione. Ma è solo il primo esempio di una nuova stagione nella capacità che avrà l'Italia di spendere i fondi europei. Noi vogliamo rappresentare una Nazione responsabile, una Nazione capace, una Nazione in grado, soprattutto quando attraversa momenti di difficoltà, di non raccontare al mondo che disperde delle risorse, ma di raccontare al mondo che è la prima e la più brava a spendere quelle risorse. 
Grazie a tutti e buon lavoro.