Consiglio europeo, punto stampa del 26 ottobre

Giovedì, 26 Ottobre 2023

Domanda: Un appello per l’Europa unita per la de-escalation e aiuti umanitari a Gaza soprattutto.   
Presidente Meloni: Sicuramente un impegno comune per una de-escalation, per evitare un conflitto che potrebbe avere oggettivamente delle proporzioni oggi inimmaginabili. Mi pare che su questo ci sia pienezza di intenti, unità di intenti, e sicuramente il dibattito servirà a capire nel concreto che cosa l'Unione europea possa fare. Io penso che l'Unione europea possa giocare un ruolo importante in questa fase. Ho detto ieri in Parlamento e ribadisco qui che credo che uno degli strumenti più efficaci per sconfiggere Hamas, sia dare una concretezza e una tempistica alla soluzione della questione palestinese. Dare maggiore peso all’Autorità Nazionale Palestinese. Questo è un ruolo che l'Unione europea, secondo me, può giocare in questa fase ed è sicuramente una delle grandi chiavi di volta sulla soluzione in medio periodo. Poi, nell'immediato, chiaramente, c'è il tema umanitario, c'è il tema degli ostaggi, dei cittadini stranieri che attendono di uscire dalla Striscia di Gaza, del ripristino del valico di Rafah, insomma, tutte le questioni delle quali abbiamo discusso. Quindi c'è un immediato e c'è un medio termine che però non deve essere considerato come un “ne riparliamo dopo”, perché io continuo a ritenere che quello sia una delle cose più efficaci che si possono fare per aiutare la de-escalation, cioè per svelare un bluff che secondo me Hamas porta avanti, vale a dire quello di aver fatto le cose atroci che ha fatto per difendere la causa palestinese. Io credo che non c'entri assolutamente niente Hamas con la causa palestinese e credo che sia giusto trovare un modo per raccontarlo, per ribadirlo a chi già lo sa, e magari per raccontarlo a chi non la vede così.
        
Domanda: Cosa vi siete detti con Macron e Scholz nel trilaterale di poco fa?
Presidente Meloni: No, ma nel trilaterale di poco fa eravamo impegnati sulla soluzione di un altro scenario attualmente critico che è quello tra Serbia e Kosovo. Stiamo cercando di trovare una soluzione sulla base di un lavoro molto lungo che è stato fatto particolarmente da Italia, Francia, Germania e dall'Unione europea. Stiamo cercando di fare i passi avanti e abbiamo chiesto ad entrambi i leader di fare dei passi in avanti rispetto all’implementazione dei documenti e degli accordi che insieme sono stati redatti negli scorsi anni e negli scorsi mesi. Vedremo come va nel corso della giornata, speriamo di fare dei passi in avanti, ma insomma i territori e gli scenari critici sono sempre di più. E ci racconta qualcosa, anche questo l'ho detto già ieri in Parlamento, quando la Russia invase l'Ucraina, un anno e mezzo fa - e Io dissi al tempo- che se fossero saltate le regole della pacifica convivenza, le regole del diritto internazionale, noi ci saremmo trovati in un mondo nel quale il più forte pensava di poter liberamente invadere il suo vicino, un mondo sicuramente meno sicuro, un mondo di caos, un mondo che avrebbe impattato inevitabilmente a casa nostra, anche quando pensavamo che gli scenari fossero lontani. Mi pare che quello che accade in questi mesi racconti che questa ipotesi, che al tempo fu fatta, in realtà stia diventando abbastanza reale.
        
[Domanda inaudibile]
Presidente Meloni: Sono soddisfatta della lettera della Presidente von der Leyen, che ringrazio. Mi pare, tra l'altro, che il fatto che la Presidente von der Leyen, prima del Consiglio europeo, invii una lettera per fare stato dell'applicazione dei principi che noi abbiamo stabilito, sia qualcosa che va anche oltre il tema di “l’Unione europea è unita su una visione”, che è quello di cui si discute al Consiglio europeo. Qui siamo a come lo stiamo realizzando. E per me è molto significativo perché, come sapete, ho detto in passato che l’Unione europea aveva fatto un’inversione a U, comunque un grande cambio di passo nella lettura delle politiche migratorie, ma che adesso bisogna andare nel concreto. E quello che la Presidente von der Leyen ha dimostrato con la lettera di ieri, è che l'Unione europea intende andare avanti concretamente. Quindi credo che sia importante se anche prima dei Consigli europei si faccia sempre stato di questo lavoro perché eventualmente il Consiglio può, - anche io ma anche gli altri - dove ci dovessero essere rallentamenti o problemi, si può su quello investire di più. Però vuol dire che il tema non è più un tema di visione che sta in capo al Consiglio ma è un tema di fatti che sta in capo alla Commissione.

Domanda: La proposta della Commissione di un accordo possibile con l'Egitto, lei cosa si aspetta da questo essenziale accordo? E secondo lei cosa serve per evitare che si ripetano gli stessi problemi che si sono verificati sull'accordo con la Tunisia?
Presidente Meloni: Guardi, quello che serve è rispetto. L'ho detto e lo ribadisco. Perché non si può pensare di parlare con le istituzioni di un'altra Nazione, con l'approccio paternalistico, con questa idea di superiorità che noi delle volte dimostriamo. Se si decide di approcciare un proprio partner e se si decide di parlare di partnership strategica, poi si deve dimostrare rispetto. Questo delle volte verso la Tunisia è mancato e ha creato i problemi che sta creando, nel senso che abbiamo visto tentativi di dichiarare la Tunisia un “Paese non sicuro” da parte di esponenti politici, di forze politiche, di realtà politiche e di chi politicamente vuole minare la possibilità che l'Europa governi i propri flussi migratori. Insomma, sta nelle cose della politica quotidianamente. Il problema è che quando si parla di politica internazionale, geopolitica, di rapporti tra Stati, le cose cambiano. Però io ho sempre detto che secondo me il tema con la Tunisia, ma anche con l'Egitto, con i Paesi nordafricani e africani, perché poi sono molti, non sono solamente quelli del Nordafrica; quelli nel Nordafrica sono l'ultima frontiera di un problema che anche loro hanno dai Paesi di provenienza. In Tunisia entrano ogni giorno migliaia di persone. Io ho sempre detto che il tema non è andare in questi Paesi e chiedere, non lo so, ‘ti do delle risorse se mi controlli i flussi migratori’. Il tema è costruire una partnership molto più ampia che preveda anche, per esempio, investimenti, che preveda una migrazione legale, che preveda una migrazione legale sulla base di una formazione che viene fatta anche in loco, cioè un lavoro serio, perché ogni persona che governa una Nazione ha delle risposte da dare ai propri cittadini e io non penso di dover risolvere i problemi miei scaricandoli su qualcun altro, se non lo aiuto a risolvere anche i suoi.