Conferenza stampa del Consiglio dei Ministri n. 54, intervento del Presidente Meloni

Lunedì, 16 Ottobre 2023

Buongiorno a tutti, grazie di essere qui. 

Il Consiglio dei Ministri, che per la verità è ancora in corso per gli altri provvedimenti, ha varato questa mattina la Manovra di bilancio per il 2024. Noi siamo intanto venuti qui a fare la conferenza stampa perché, particolarmente io, alle 11.30 ricevo a Palazzo Chigi il Re di Giordania che in questa particolare situazione internazionale considero cosa molto importante e quindi faccio la mia introduzione sulla Legge di Bilancio e poi lascio la parola ai due Vice Premier, al Ministro dell'Economia, al Vice Ministro, che rimangono qui anche per rispondere alle vostre domande.

Abbiamo varato la Manovra di bilancio per il 2024, il Consiglio dei Ministri lo ha fatto a tempo di record, perché era convocato alle 9.30, è cominciato poco dopo, e quindi la Legge di bilancio è stata approvata in poco più di un'ora, a dimostrazione dell'unità di vedute del Consiglio dei Ministri e della maggioranza che sostiene il Governo. 

È una Manovra per complessivi 24 miliardi, poco meno di 24 miliardi, che sono il frutto di quasi 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spese. È una Manovra che io considero molto seria, molto realistica, che non disperde risorse ma le concentra su alcune grandi priorità, continuando a seguire una visione che questo Governo ha messo in campo dall'inizio del suo mandato, nonostante un quadro che è abbastanza complesso: nel 2024 avremo circa 13 miliardi di euro di maggiori interessi sul debito da pagare, in forza delle decisioni assunte dalla Banca Centrale europea, e circa 20 miliardi di euro di superbonus. L'aumento dei tassi di interesse e il superbonus fanno complessivamente più della Manovra di bilancio. Ciò nonostante, riusciamo a confermare i provvedimenti che avevamo varato lo scorso anno e andiamo avanti lavorando sostanzialmente sulle stesse priorità.

Quali sono queste priorità? Quelle che avevamo annunciato vengono confermate. 

La prima è difendere il potere d'acquisto delle famiglie, ovvero più soldi in busta paga per i cittadini con redditi medio-bassi. Lo facciamo confermando per l'intero 2024 il taglio del cuneo contributivo che avevamo disposto lo scorso maggio, che vi ricordo essere di 6 punti percentuali per chi ha redditi fino a 35 mila euro, di 7 punti percentuali per chi ha redditi fino a 25 mila euro. È un aumento in busta paga che mediamente corrisponde a circa 100 euro al mese e coinvolge una platea di circa 14 milioni di cittadini. È il provvedimento più corposo perché cuba circa 10 miliardi per l'intero anno. 

A questo aggiungiamo l'anticipo della riforma dell'IRPEF che avevamo previsto nella Delega fiscale, cominciando anche qui dagli scaglioni più bassi. Di fatto, eliminiamo il secondo scaglione e quindi estendiamo il primo, quello che prevede una tassazione al 23% e che oggi è previsto per i redditi fino a 15 mila euro fino a tutto il secondo scaglione. Quindi si paga il 23% fino a 28mila euro di reddito. È una misura che chiaramente serve a rafforzare il taglio del cuneo, che vale ulteriori 4 miliardi e prevede ovviamente un ulteriore beneficio. Con una precisazione: il beneficio entra in vigore per tutti, cioè è, come dicevo, un anticipo di una riforma fiscale che complessivamente intendiamo portare avanti, ma per ora noi lo sterilizziamo per i redditi più alti, cioè per i redditi che rientrano nella quarta aliquota al di sopra dei 50mila euro; noi sterilizziamo il beneficio con una franchigia sulle detrazioni fiscali, se non vado errata: Maurizio (Leo, viceministro dell’economia, ndr), poi se sbaglio mi correggi. 

Quindi è una misura che vedranno in busta paga solamente i redditi medio-bassi, a conferma del fatto che le poche risorse delle quali disponiamo le vogliamo concentrare su chi ha maggiormente bisogno. Ovviamente la misura si applica anche ai pensionati, ci consente di continuare il nostro lavoro di sostegno alle pensioni più basse; si aggiunge a questa misura, sulle pensioni particolarmente, la rivalutazione delle pensioni in rapporto all'inflazione, altra misura che cuba complessivamente circa 14 miliardi di euro. 
Sulla rivalutazione delle pensioni, in rapporto al dato inflazionistico, abbiamo lavorato più o meno come avevamo fatto lo scorso anno. Rivalutiamo al 100% le pensioni fino a 4 volte il minimo, al 90% quelle da 4 a 5 volte il minimo e poi a scendere man mano che, ovviamente, aumenta l'importo della pensione. Viene confermata la super-rivalutazione delle pensioni minime per gli over-75. 

Sempre sulle pensioni - poi su questo magari entra più nel merito il Ministro dell'Economia - interveniamo su alcune situazioni di squilibrio e vogliamo dare un segnale, abbiamo cominciato a dare un segnale sulle pensioni delle quali, diciamo così, non si è mai occupato nessuno. Cioè: avendo sempre i governi dato la priorità, ovviamente, a chi era in pensione, si è continuato a lavorare soprattutto su chi era prevalentemente nel sistema retributivo, ritenendo che chi è completamente nel contributivo, cioè le future pensioni, potesse essere un problema da rinviare, del quale poi qualcuno si sarebbe occupato. 

Il problema è che questo sta creando e crea degli squilibri e delle disparità che sono obiettivamente dal nostro punto di vista sbagliate; per cui, ad esempio, una misura che abbiamo introdotto è quella di eliminare il vincolo che prevede che chi è nel contributivo possa andare in pensione una volta raggiunta l'età prevista solo se ha raggiunto un importo pensionistico pari a 1,5 volte la pensione sociale. Cioè: se l'importo di una pensione, che è frutto di contributi e che quindi è del pensionato, è inferiore a 1,5 volte la pensione sociale, io non ho diritto più ad andare in pensione quando l'età me lo consente, vado in pensione oltre i 70 anni. Secondo noi questa misura non è una misura corretta e abbiamo rimosso questo vincolo.
Aggiungo, sempre sul tema delle pensioni, che Ape Sociale e Pensione Donna vengono sostituiti da un unico fondo per la flessibilità in uscita che consente di andare in pensione a 63 anni con 36 anni di contributi per i caregiver, per i disoccupati, per i lavori gravosi e per i disabili; e con 35 anni, come prevedeva Opzione Donna, per le donne.

Sempre rimanendo in tema di sostegno ai salari, un'altra misura che cuba una somma significativa di questa Legge di Bilancio riguarda il tema degli aumenti contrattuali del pubblico impiego. Ci sono complessivamente oltre 7 miliardi di euro a disposizione del Ministro Zangrillo, particolarmente per gli aumenti contrattuali. Oltre 2 miliardi di euro riguardano il tema della sanità, 5 miliardi di euro sono per i rimanenti settori, ma io voglio dire con chiarezza e tutto il Governo concorda su questo, che per noi la priorità quest'anno è soprattutto il rinnovo del contratto del comparto sicurezza. Io penso che non si possa più accettare una realtà nella quale un poliziotto prende di straordinario poco più di 6 euro l'ora, che è meno di quanto prende un collaboratore domestico, e penso che su questo bisogna intervenire. 
Quindi la priorità per noi è il rinnovo del comparto difesa e sicurezza, ma - come dicevo - oltre a questi 5 miliardi ce ne sono 2,3, se non vado errata, sul tema della sanità. Sulla sanità ci sono 3 miliardi in più rispetto a quanto previsto. Questi 3 miliardi sono destinati tutti a un'unica priorità, che per noi è l'abbattimento delle liste d'attesa. Ed è una priorità che intendiamo perseguire con due misure: il rinnovo, anche qui, del contratto del comparto sanitario; e la detassazione, sia degli straordinari che dei premi di risultato legati a obiettivi di abbattimento delle liste d'attesa. Cioè, tutti i 3 miliardi vanno a concentrarsi su un unico grande obiettivo che è l'abbattimento delle liste d'attesa. 

Qui, però, sul tema del Fondo Sanitario mi corre l'obbligo di fare qualche precisazione, perché io nei giorni scorsi ho sentito un po' di tutto, vedo molte polemiche sul fatto che noi avremmo tagliato i fondi alla sanità. Mi corre l'obbligo di segnalare che, con i quasi 136 miliardi di euro che raggiunge quest'anno il Fondo Sanitario Nazionale, noi raggiungiamo il più alto investimento mai previsto per la sanità; cioè noi quest'anno mettiamo - come dicevo - quasi 136 miliardi. 

Per capirci, nel 2019, prima che entrasse in vigore il Covid, il Fondo Sanitario ammontava a 115 miliardi di euro, sono 20 miliardi di euro in meno. Negli anni del Covid, il Fondo Sanitario viaggiava tra i 122 e i 127 miliardi di euro, vaccini compresi e quindi mi sembra un po' forte sostenere che con 136 miliardi questo Governo taglia la sanità. Poi, certo, si può fare il giochetto che è stato fatto di dire che scende in rapporto al Prodotto Interno Lordo, perché ci sono stati anni precedenti nei quali il PIL scendeva e adesso fortunatamente sale, e quindi l'incidenza è sicuramente diversa: ma è una buona notizia che il PIL salga e quindi voglio dire che le bugie che ho sentito poi alla fine non corrispondono alla realtà delle cose. 

L'altro grande obiettivo sul quale concentriamo le risorse è, come abbiamo già fatto lo scorso anno, la famiglia, con particolare attenzione all'incentivo alla natalità. Oltre ai provvedimenti dello scorso anno che confermiamo -  ricorderete che lo scorso anno noi abbiamo aumentato l'assegno unico e abbiamo introdotto un'ulteriore mensilità di congedo parentale retribuito all'80% - non confermiamo il taglio dell'IVA sui prodotti per la prima infanzia, perché purtroppo è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo e quindi non penso che valga la pena di rinnovare questa misura.

Aggiungiamo tre ulteriori misure per un importo di un ulteriore miliardo di euro. Quali sono queste misure? La prima è che continuiamo a lavorare sul congedo parentale. Quindi oggi noi abbiamo i cinque mesi di congedo di maternità retribuiti al 100%, lo scorso anno abbiamo aggiunto un mese di congedo parentale utilizzabile dalla madre o dal padre entro i sei anni di vita del bambino retribuito all'80%, con questa Legge di Bilancio aggiungiamo un ulteriore mese utilizzabile fino a sei anni di vita del bambino, utilizzabile dalla madre o dal padre, retribuito al 60%; e poi rimangono gli otto mesi retribuiti al 30% che sono già in vigore per legge. Quindi facciamo un ulteriore passo sul congedo parentale.

Aumentiamo in modo significativo il fondo per gli asili nido: il nostro obiettivo è dire che al secondo figlio l’asilo nido è gratis. Questo è come vogliamo spendere le risorse: sono circa 150-180 milioni di euro che rafforzano il fondo sugli asili nido.
La misura più significativa, secondo me, di questo miliardo di euro riguarda il tema della decontribuzione delle madri. Cioè, noi prevediamo che le madri con due figli o più non paghino i contributi a carico del lavoratore. Voi sapete che i contributi previdenziali vengono pagati un terzo dal lavoratore e due terzi dal datore di lavoro. La quota del lavoratore per le madri che hanno due o tre figli la paga lo Stato, ovviamente con dei limiti. Il limite è per le madri con due figli fino a quando il secondo figlio, cioè il più piccolo, ha 10 anni; per le madri con tre o più figli, fino a quando il figlio più piccolo ha 18 anni. 

Il concetto che noi vogliamo stabilire è che una donna che mette al mondo almeno due figli, in una realtà nella quale noi abbiamo disperato bisogno di invertire i dati sulla demografia, ha già offerto un importante contributo alla società. E quindi lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali, facendo una cosa che non solo aiuta anche in termini di riconoscimento pensionistico, ma che aiuta anche a smontare il racconto per il quale favorire la natalità è un disincentivo al lavoro delle donne. Noi vogliamo dire esattamente il contrario, vogliamo dire che le due cose possono stare perfettamente insieme e che vogliamo incentivare, ovviamente per chi mette al mondo dei figli e nel caso in cui voglia lavorare. 

Ci sono poi una serie di altri provvedimenti e vado alla conclusione. Ricorderete che lo scorso anno eravamo intervenuti in maniera significativa sul fringe benefit, anche qui rendiamo la misura strutturale con delle modifiche: rimane il fringe benefit - che come sapete è l'una tantum che il datore di lavoro può dare al lavoratore - è una misura detassata, la portiamo per il 2024 a 2.000 euro per i lavoratori con figli, lo portiamo fino a 1.000 euro - attualmente è circa 258 - per tutti gli altri lavoratori. 

Viene confermata la carta “Dedicata a te” anche per il 2024, sempre una misura che serve a combattere l’inflazione particolarmente per le famiglie più fragili. Dopo di che un’altra misura a cui io tengo molto è l'introduzione del principio “più assumi meno paghi”. Questa è una delle misure che sono scritte nel nostro programma. In buona sostanza, introduciamo per le imprese una super deduzione del costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato, pari al 120% per tutte le assunzioni a tempo indeterminato; arriva fino al 130% per chi assume mamme, under 30, percettori di reddito di cittadinanza e persone con invalidità. In buona sostanza, anche qui il principio che stiamo cercando di applicare per le aziende è: più è alta l'incidenza di mano d’opera, più alta l’incidenza di dipendenti che si ha in rapporto al fatturato, meno tasse si devono allo Stato. 

Questa misura sostituisce la decontribuzione che era prevista solo per giovani e donne, ma si somma con la decontribuzione per chi assume nel Mezzogiorno che è prevista nel decreto sulla Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno. Nella Manovra di bilancio ci sono 2 miliardi di euro che servono a coprire la Zona Economica Speciale e il Mezzogiorno, che è una norma che consente in tutto il Mezzogiorno di avere importanti crediti d'imposta e anche norme sulla decontribuzione: i contorni lì sono ancora da definire, perché dipende dalla decisione che la Commissione europea porterà avanti sul temporary framework, ma in questo caso nel Mezzogiorno l'impatto sarà ancora più significativo.

L'ultima cosa riguarda il tema del lavoro autonomo, perché anche qui abbiamo iniziato un lavoro importante lo scorso anno, particolarmente sulla tassa piatta, sull'aumento dell'importo per la tassa piatta al 15% per i lavoratori autonomi. Viene ovviamente confermata questa misura. Viene prorogata per altri tre anni una norma che io considero molto importante, l'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa che di fatto è un equivalente, una sorta di cassa integrazione anche per i lavoratori autonomi e quindi risponde al principio che un lavoratore è un lavoratore e va tutelato indipendentemente dal tipo di contratto o di mansione che svolge, e abbiamo anche ampliato il reddito previsto per poter usufruire di questo ammortizzatore sociale. 

Altra cosa molto importante che è all'interno delle altre norme che abbiamo approvato insieme alla Manovra è che, per la prima volta, quest'anno i lavoratori autonomi non dovranno pagare l'anticipo dell'IRPEF tutto insieme a novembre ma potranno, se vorranno, rateizzarlo in cinque rate da gennaio fino a giugno. Altra misura che io credo possa essere molto ben considerata dai lavoratori autonomi. 

Io mi devo per forza di cose fermare qui, spero di aver detto tutto correttamente. Do la parola al Ministro dell’Economia, ai Vice Premier, al Vice Ministro Leo. Ringrazio tutti e ringrazio il Consiglio dei Ministri perché la gran parte di questo lavoro è stato fatto anche chiedendo sacrifici ai Ministeri. Da Palazzo Chigi in poi tutti abbiamo tagliato qualcosa nelle nostre spese, nel nostro funzionamento, altrimenti non avremmo potuto tirare fuori queste risorse per le famiglie, per i lavoratori, per i pensionati. Credo che sia un grande segnale di serietà ma anche di disponibilità che tutto il Consiglio dei Ministri, che tutta la maggioranza, che i Vice Premier hanno messo insieme.

Io sono molto fiera di questo lavoro che abbiamo fatto, sono molto fiera del risultato di questa Manovra, sono molto fiera di dire ancora una volta che c'è un Governo che non spreca risorse in cose inutili, che non spreca risorse in mille rivoli, che concentra le sue risorse su obiettivi chiari che si è dato, che continua a perseguire anno per anno, cercando di fare ogni anno un pezzetto e un altro passo in avanti. 

A me pare questo il segnale di maggiore serietà che si può dare agli italiani che ci guardano e che hanno bisogno di quella serietà e a tutti gli altri che sono interessati a sapere che cosa facciamo. Quindi grazie davvero al Ministro Giorgetti, al Vice Ministro Leo, ai miei due Vice Premier, grazie a tutto il Consiglio dei Ministri. 

Scusatemi se non posso rimanere, purtroppo noi abbiamo dovuto fare il Consiglio stamattina perché il Ministro Giorgetti deve partire per un importante vertice internazionale, le cose si sono incastrate un po' così, però avete autorevolissime persone che risponderanno alle vostre domande. Grazie ancora, scusatemi.