Accordo per lo sviluppo Governo-Regione Abruzzo, intervento del Presidente Meloni

Mercoledì, 7 Febbraio 2024

Buonasera a tutti. Grazie di essere qui. Il mio saluto ovviamente al Presidente Marsilio, al Sindaco Biondi, ai tanti sindaci che vedo qui in sala, a tutte le autorità. 
Sono particolarmente contenta di essere qui oggi per la firma del Patto di coesione con l'Abruzzo, nonostante, confesso, che l'aver fatto Roma-Tokyo e ritorno in meno di 72 ore, mi ha un tantino provato, probabilmente adesso comincio a diventare troppo vecchia per fare queste cose, ma ci tenevo ad essere qui. 
Sono particolarmente contenta della firma di questo Accordo di coesione, sono contenta di tornare in Abruzzo, sono contenta di tornare all'Aquila, un territorio al quale sono, come si sa, molto legata, tanto addirittura di essere stata eletta qui parlamentare. 
Allora, prima di tornare sul tema dei Fondi sviluppo e coesione, di entrare un po' nel dettaglio - anche se il Presidente Marsilio ha detto molto - vorrei cercare, come faccio sempre quando firmiamo questi accordi, di fare stato di un lavoro che è stato fatto da questo Governo, sul tema delle risorse, particolarmente sul tema delle risorse europee per il quale io devo ringraziare soprattutto il Ministro Raffaele Fitto che ha fatto in questo anno e poco più un lavoro molto difficile e straordinario. 
Perché, vedete, quando noi siamo arrivati al Governo abbiamo fatto un approfondimento di quello che era lo stato delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione, che sono le risorse principe che servono a combattere le disparità e i divari tra i territori. Quindi vale chiaramente per le disparità che esistono da regione a regione e vale per le disparità che esistono all'interno della stessa regione, per esempio tra le città metropolitane e le aree interne. Molte risorse, cofinanziamento, cicli pluriennali di finanziamento, il risultato di un approfondimento che abbiamo aperto all'atto del nostro insediamento con tutte le Regioni è che queste risorse non sempre si riuscivano a spendere, non sempre si riuscivano a spendere tutte. 
E quindi voi capite bene che nella situazione nella quale ci troviamo e nella quale le risorse mancano sempre, avere delle risorse e non spenderle è qualcosa che noi non ci possiamo permettere. Allora, invece di reiterare un meccanismo che evidentemente aveva dei problemi nel funzionamento, abbiamo prima avviato questo confronto con tutte le Regioni per capire lo stato d'attuazione di tutte le misure del precedente ciclo della programmazione 2014-2020. 
Vado a spanne, Raffaele mi correggerà se sbaglio, ma di quella programmazione terminata sulla carta nel 2020 al 2022 su 126 miliardi ne risultavano spesi 46. E quindi abbiamo avviato questo confronto con tutte le Regioni - voglio dirlo anche per fare stato di un lavoro molto importante che il Presidente Marsilio ha fatto in questi anni, proprio sul tema dei Fondi di coesione e la capacità di spesa abruzzese - e all'atto di quella verifica che serviva sulla precedente programmazione a fare il punto della situazione e sulla futura programmazione a fare le scelte strategiche fondamentali, è nato il Decreto Sud. 

Il Decreto Sud istituisce questi Accordi di coesione che hanno delle particolarità rispetto al passato. Punto primo, nell'Accordo di coesione ci sono delle priorità che vengono proposte dalla Regione, ma sono condivise dal Governo nazionale. Perché? Non perché chiaramente noi si voglia limitare l'autonomia dei territori, ma per una questione più banale, e cioè perché si possa mettere tutto a sistema in un'unica strategia, perché le risorse che anche vengono spese all'interno di un determinato fondo, o grazie a un determinato fondo, non si sovrappongano con altre risorse, con altri programmi, con altri interventi che si stanno portando avanti. È il caso del lavoro, per esempio, con il PNRR e non è un caso che io abbia scelto di dare la competenza sul PNRR, sui Fondi di coesione allo stesso Ministro: proprio perché si riuscisse a mettere a sistema nel migliore dei modi e per seguire una strategia tutte le risorse delle quali disponiamo. 

E vale la pena ricordare anche quello che è stato fatto in questo anno sul PNRR, perché io penso che tutti ricordino i tanti “warning” che sono stati fatti sulla capacità dell'Italia di essere all'altezza della spesa del più grande Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza d'Europa e ricorderete quante volte siamo stati, in particolare noi con questo Governo, accusati di voler far perdere queste risorse all'Italia. 
Anche qui i fatti parlano abbastanza chiaro: vale la pena ricordare che nel 2023 abbiamo terminato gli obiettivi della terza rata, ottenuto il pagamento della terza rata, superando anche una serie di criticità che avevamo trovato; abbiamo presentato gli obiettivi della quarta rata, ottenuto il pagamento della quarta rata; siamo la prima Nazione europea ad aver presentato gli obiettivi della quinta rata. E in tutto questo abbiamo rinegoziato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, altra materia che alcuni sostenevano essere pericolosissima, ma che per noi era doverosa, perché il Piano precedente era stato scritto in un contesto diverso da questo, che non poteva prendere in considerazione le mutate priorità e noi siamo sempre stati convinti che andasse adeguato. 
E infatti con la revisione del PNRR abbiamo avuto la possibilità di liberare 21 miliardi di euro di risorse che ci consentono oggi di dare risposte ad alcune grandi priorità: per esempio 12,6 miliardi vanno al sostegno del tessuto produttivo; oltre 6 miliardi a Transizione 5.0; 3 miliardi di euro alle aziende agricole, perché da molto prima che ci fossero delle manifestazioni e che si scendesse in piazza questo governo ha difeso il comparto agricolo anche da alcune scelte che secondo noi erano troppo ideologiche e rischiavano di perseguire la transizione verde rischiando di produrre una desertificazione industriale e quindi abbiamo per esempio liberato 3 miliardi di euro per il settore agricolo, per l'agrivoltaico, per i contratti di filiera; abbiamo liberato nuove risorse sulla sanità per 750 milioni di euro; nuove risorse per il diritto allo studio; 5 miliardi e più sulle infrastrutture strategiche fondamentali, con priorità quelle energetiche perché coviamo il sogno di fare dell'Italia l'hub di approvvigionamento energetico d'Europa. E tutto sta nella stessa strategia. 
E gli accordi di coesione hanno anche la particolarità di avere all'interno dei meccanismi che consentono che queste risorse non rischino di andare disperse. C'è la possibilità di intervenire con i poteri sostitutivi quando ci dovessero essere delle lungaggini che non consentono di terminare le opere e c'è la possibilità di definanziare delle opere quando quelle risorse dovessero rischiare di andare perse. 
È un lavoro che fa parte di quella parte di lavoro che si fa quando si sta al governo che ha poca visibilità nella semplificazione del dibattito politico, ma penso che a una classe dirigente come questa vada raccontato, perché poi sono le risposte che arrivano sul territorio, sono le risposte che arrivano nei vostri Comuni, nei Comuni dei Sindaci, sono le risposte che consentono di mantenere gli impegni che ci si è presi con i cittadini. 
L'Abruzzo è, come dicevamo, la nona regione che firma con il Governo questo Accordo di coesione.

Con l'Accordo di coesione di oggi noi assegniamo a questo territorio 1 miliardo e 257 milioni di euro del Fondo di sviluppo e coesione e ci tengo a sottolineare che dei nove accordi che sono stati sottoscritti finora questa è la quota di FSC più consistente che sia stata assegnata. 
Se alle risorse FSC aggiungiamo anche quelle rese disponibili da altre fonti di finanziamento, raggiungiamo un volume di investimenti complessivo che è pari a 1 miliardo e 334 milioni di euro. 
Sono risorse molto importanti, vengono destinate al finanziamento di quasi 200 progetti. Chiaramente non li elencherò, Marsilio ha fatto una ricostruzione che mi sembra molto precisa, però penso che anche qui valga la pena di sottolineare gli oltre 450 milioni di euro che mettiamo a disposizione per gli interventi a difesa della costa abruzzese, per il potenziamento del sistema idrico, il rafforzamento della rete irrigua, della Piana del Fucino, territorio simbolo anche delle produzioni agroalimentari, dell'eccellenza, apprezzata in Italia e apprezzata all'estero, che quindi abbiamo bisogno di sostenere, ma anche per il rafforzamento e potenziamento dei porti della Regione.
Io ricordo quando cinque anni fa parlavamo di quanto la logistica, la portualità, le infrastrutture di collegamento, in una Regione come questa, potessero e dovessero fare la differenza. E continuo a essere convinta che il grande paradosso dell'Abruzzo sia proprio quello di essere una Regione piazzata nel centro dell'Italia, a sua volta piazzata nel mezzo del Mediterraneo, che per paradosso è una Regione isolata e che quindi perde tantissime delle opportunità che avrebbe. E chiaramente questo mi porta a parlare delle infrastrutture che continuano a essere in questa Regione la nostra priorità di intervento.
Noi le abbiamo sempre considerate una vera sfida dell'Abruzzo, un impegno che - voglio dire Marco Marsilio - ha in questi anni portato avanti con costanza raggiungendo dei risultati che credo siano molto significativi. Si parlava della posa della prima pietra per l'allungamento della pista dell'aeroporto di Pescara che consente di dare a quell'aeroporto una vocazione intercontinentale e quindi a fare tante cose, compreso riportare a casa, con un turismo di ritorno, i tantissimi abruzzesi che oggi vivono nel mondo, che vivono negli Stati Uniti, che vivono in Canada, che vivono in Argentina. Cominceranno presto le progettazioni della terza corsia sul tratto abruzzese della A14, un'altra arteria assolutamente fondamentale per il flusso di merci e di persone.
Credo che valga la pena di ricordare che l'Abruzzo era escluso dalle reti TEN-T, cioè dai grandi corridoi infrastrutturali europei, che per paradosso arrivavano ad Ancona e riprendevano a Bari, cioè saltavano letteralmente l'Abruzzo. Oggi la Commissione europea ha dato il suo assenso alla tratta di corridoio TEN-T che va da Ancona fino a Foggia e che consente di inserire l'Abruzzo in questa altra importantissima infrastruttura europea. E, chiaramente non dimentico, Marco tanto lo ha “spoilerato”, una certa insistenza del Presidente Marsilio su questa cosa che però è molto importante anche per me che è la vicenda della Roma-Pescara. Siamo assolutamente attenti a quella che sappiamo essere forse la più importante tra le infrastrutture che qui servono. Dunque, voi sapete che nel PNRR erano previsti 620 milioni di euro per la realizzazione di quest'opera. A un certo punto anche qui noi ci siamo resi conto che per quelle che sono le tempistiche e le modalità del PNRR non sarebbe stato possibile terminare, realizzare quell'opera se i fondi fossero rimasti inseriti all'interno del PNRR. Non potevamo però permetterci di rinunciare a un'opera così strategica e quindi con coraggio e assumendoci le nostre responsabilità nella revisione del PNRR abbiamo stralciato il finanziamento alla Roma-Pescara e ci siamo messi contestualmente a individuare altre fonti di finanziamento per quest'opera. 
E quindi oggi che abbiamo completato quel lavoro io voglio annunciare che la Roma-Pescara si farà, che grazie al lavoro in particolare del Ministro Salvini, del Ministro Fitto, il Governo ha individuato tutte le risorse che servono alla realizzazione dell'opera a valere sul Fondo di sviluppo e coesione, compresi gli ulteriori 100 milioni di euro che si sarebbero dovuti aggiudicare nel 2023. Nei prossimi giorni il Cipe sarà convocato, chiaramente per tutti gli adempimenti concreti che servono a stanziare formalmente le risorse e ad avviare tutti i progetti e quindi anche questo è un altro impegno che ci siamo assunti per sviluppare un territorio e per dare a questo territorio le necessità delle quali ha bisogno. 
Rafforziamo anche, con questo Patto di coesione, questo lavoro sulle infrastrutture con un investimento di 60 milioni per la rete stradale, di 90 milioni per la mobilità ferroviaria. Nel Patto di coesione ci sono, vale la pena ricordare secondo me anche un altro elemento che per me è particolarmente importante che è il tema del sostegno al tessuto produttivo, con risorse per 95 milioni di euro che servono per le infrastrutture delle aree industriali, per offrire servizi migliori alle nostre imprese, per attrarre anche nuovi investimenti. Perché i numeri dimostrano che l'Abruzzo è un territorio dalla grande vocazione anche industriale, vogliamo sostenere quella vocazione. 

E voglio aprire un'altra parentesi di una cosa che viene ricordata poco, ma che per me è molto importante. Il Presidente Marsilio prima citava il commissario della ZES. Un'altra cosa che io credo sia molto importante per un territorio come questo è la ZES unica del Mezzogiorno. Noi siamo riusciti a fare una cosa che nessun Governo era riuscito a portare a casa, che è una Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno, che dà diritto e possibilità a chi investe anche in un territorio come questo ad avere i crediti d'imposta. 
Quindi non in una zona piccola ma in un'area molto più ampia e ad avere l'autorizzazione unica. 
Perché? Perché noi crediamo che la grande sfida del Mezzogiorno d'Italia non sia vivere di sussidi ma sia poter competere ad armi pari e quindi avere a monte gli strumenti che consentono di dimostrare quanto si vale. E quindi il tema della ZES unica rientra sempre anche sulla vicenda di una vocazione industriale abruzzese, che secondo me è un altro elemento, che è una specificità di questo territorio, così come la questione dei borghi, delle aree interne. 
Qui c'è uno stanziamento, veniva ricordato, di 40 milioni, che consente di completare lo scorrimento delle graduatorie dei progetti dedicati a borghi ed aree interne che altrimenti sarebbero rimasti esclusi. Perché noi siamo la Nazione dei campanili, dei borghi, delle aree collinari, delle aree montane, dei luoghi che conservando la loro identità garantiscono anche la forza culturale e produttiva dell'Italia. È la ragione per la quale, tra le altre cose, questo Governo ha deciso di dare nuovo impulso alla strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, perché non ci arrendiamo allo spopolamento di questi territori. 

E in ultimo voglio citare i 200 milioni di euro che con l'Accordo di coesione vengono destinati alla riqualificazione urbana, di cui 78 dedicati a un grande bando per la riqualificazione dei piccoli comuni d'Abruzzo. E quindi, in poche parole, con questo miliardo e 300 milioni di euro noi ci occupiamo soprattutto di sviluppo, di infrastrutture, di sostegno del mondo produttivo, di potenziamento della costa, di difesa delle aree interne, di vocazione industriale per questa Regione. Cioè, esattamente quello che abbiamo sempre detto che serviva a questo territorio, perché questo è un territorio fatto di gente operosa e orgogliosa che, come dicevo, chiede solamente di poter competere ad armi pari nel mercato globale. Io penso che i risultati che l'Abruzzo ha dato in questi anni, anche grazie alle scelte giuste che sono state fatte, siano dei risultati assolutamente incoraggianti. Il sistema economico abruzzese ha visto aumentare il prodotto interno lordo di oltre l'8% nel biennio 2021-2022, arrivare a un PIL pro capite al 132% rispetto al Mezzogiorno, così come tra il terzo trimestre 2022 e il terzo trimestre del 2023 si è registrato un aumento dell'occupazione del 7% che è molto al di sopra della media nazionale che pure ci sta regalando - ogni tanto diciamo quando qualcosa va bene - delle grandi soddisfazioni. Certo c'è ancora molto da fare come sempre e siamo ovviamente pronti a farlo però quello che voglio dire è che quando c'è una visione e se c'è una continuità nella realizzazione di quella visione le risposte arrivano, i miglioramenti per i nostri cittadini arrivano. 
Io sono certa che l'Abruzzo possa ancora stupire e sono impegnata, insieme al Governo italiano, a fare la mia parte perché possa stupire ancora. Spero che l'ottima collaborazione che abbiamo avuto nella stesura di questo Patto di coesione continui su tutti gli altri dossier anche nei prossimi mesi, nei prossimi anni, perché davvero c'è bisogno di credere nella capacità che questa Regione ha di stupire ancora l'Italia, e non soltanto l'Italia. 
Grazie e buon lavoro.