Accordo per lo sviluppo e la coesione Governo-Regione Piemonte, l'intervento del Presidente Meloni

Giovedì, 7 Dicembre 2023

Dunque, buon pomeriggio a tutti, grazie di essere qui, grazie a tutti gli esponenti istituzionali presenti, grazie al Presidente della Regione Alberto Cirio, al Sindaco Rasero, grazie a voi e grazie a Edoardo.
Voglio partire da qui perché magari non ci si crede ma è capitato anche a me, - devo dire molto tempo fa - di emozionarmi le prime volte che parlavo in pubblico e in generale ho capito che mi fido molto di più di chi riesce ancora ad emozionarsi e quindi voglio fare a questo giovane sindaco i miei auguri di buon lavoro, voglio farlo a tutti i sindaci che sono presenti in un momento che decisamente non è facile per gestire le proprie comunità, con una situazione internazionale che tutti vediamo, con conseguenze che si moltiplicano come un domino sulle nostre società e con il tentativo che ciascuno di noi, a ogni livello, cerca di fare per fare del suo meglio.
Chiaramente sono tutti bravi, a fare politica, a fare le Leggi di bilancio, a far quadrare i conti del bilancio di un'amministrazione comunale o regionale, quando i soldi ci sono.
Molto più difficile è quando le risorse mancano. E quando le risorse mancano la prima cosa che devi fare è non consentire che quelle risorse vengano disperse, consentire che quelle risorse si possano concentrare su quelle che sono le vere priorità e consentire che non si sovrappongano.

E allora io sono contenta di essere qui oggi, di tornare ad Asti nel periodo in cui c'è il mercato di Natale che ho già visto, sono una grande appassionata dei mercati di Natale e segnatamente del mercato di Natale di Asti e quindi sarò contenta di riuscire a farmi anche una passeggiata per tentare di sentirmi una persona normale ogni tanto.
Sono contenta di essere qui oggi a firmare questo Accordo di coesione che è il sesto Accordo di coesione che noi firmiamo con una Regione italiana e permettetemi di fare, - prima di raccontare che cosa c’è in questo accordo - un passo indietro e di raccontare il lavoro che ci ha portato fin qui.

Allora, prima di tutto, i Fondi di coesione sono dei fondi strutturali europei, che si organizzano per cicli pluriennali, che servono per combattere i divari tra i territori, hanno una quota di cofinanziamento. Quando noi siamo arrivati, abbiamo fatto una ricognizione e davvero io devo ringraziare il Ministro Fitto - che è qui presente oggi - perché ha fatto un lavoro difficilissimo ed estremamente prezioso e lo ha fatto per ciascuno di noi. Quando noi siamo arrivati al Governo abbiamo deciso - proprio perché le risorse scarseggiano e non ci si può permettere di sbagliare niente - di fare una ricognizione totale su queste risorse.
Si concludeva un ciclo, se ne stava aprendo un altro, abbiamo fatto una ricognizione su come erano stati spesi e quanto era effettivamente stato speso nel ciclo precedente e abbiamo fatto una strategia sul ciclo futuro. Lo abbiamo fatto confrontandoci con tutti i Presidenti delle Regioni. All'esito di questo lavoro abbiamo varato un decreto che è il Decreto Sud nel quale abbiamo riorganizzato questi Fondi di coesione. Perché? Perché era accaduto che soprattutto per quello che riguarda la quota nazionale - il finanziamento del fondo, la quota nazionale del Fondo di coesione - le risorse non fossero sempre state spese. E io non penso che noi in un tempo come questo ci possiamo permettere di non spendere risorse che sono a disposizione dei territori per dare risposte ai cittadini.

E allora abbiamo varato questo decreto, in questo decreto abbiamo istituito gli Accordi di coesione. L'Accordo di coesione è un accordo che si fa tra il Governo nazionale e la Regione in questione e serve a finanziare con queste risorse alcuni obiettivi, e qui torniamo al tema dei consigli, che vengono proposti dalla Regione ma che sono condivisi dal Governo nazionale. E guardate, questa non è una scelta che noi abbiamo fatto per limitare l'autonomia delle Regioni, l'abbiamo fatta semplicemente per garantire che, indipendentemente dall'autonomia delle Regioni, quelle risorse distribuite tra le varie Regioni facessero parte di una strategia generale per questa Nazione.
Abbiamo varato questi Accordi di coesione. Questi Accordi di coesione prevedono alcuni strumenti che ci consentono di superare i problemi che abbiamo avuto in passato, tra cui il fatto che se un provvedimento, se un obiettivo, se un progetto, non viene portato a termine può essere definanziato, quindi si possono recuperare le risorse e utilizzarle per qualcos'altro e possono intervenire i poteri sostitutivi laddove dovessero esserci delle lungaggini.

Non è il caso della Regione Piemonte, ma penso che sia il caso di raccontare quale lungo lavoro ci ha portato fin qui. Dopodiché, parallelamente al lavoro sui Fondi di coesione, c’è tutto il tema del PNRR. Quando io ho formato il Governo, ho deciso di fare la scelta di accorpare la competenza del PNRR e dei Fondi di coesione. Anche qui perché? Per evitare che queste risorse si sovrapponessero, per evitare che non facessero parte di una unica strategia. Ed è una scelta che è stata molto importante, non solo perché oggi ci consente appunto di finanziare con vari programmi di finanziamento diversi, il complesso di tutte le priorità che chiaramente individuiamo, ma anche perché questo lavoro ci ha consentito, - sempre grazie alla competenza del Ministro Fitto - di lavorare contemporaneamente anche per rivedere il PNRR. Ora qui io non farò polemica, però ricordo quando qualcuno sperava, tifava, che le rate del PNRR in Italia non venissero pagate e ricordo quando qualcuno diceva che provare a rinegoziare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza era impossibile, anche se le priorità erano cambiate, anche se quando il Piano è stato scritto all'inizio, eravamo in un contesto completamente diverso, anche se alcuni dei provvedimenti che erano inseriti nel PNRR in realtà non erano finanziabili con le risorse del NextGenerationEU.
Ma io penso anche che, rispetto a chi diceva che è impossibile, che se provate a rinegoziare perdiamo le risorse, io ho sempre pensato che impossibile sia la parola che usano quelli che non hanno il coraggio di tentare di dare delle risposte. E penso che se ci si presenta con delle ragioni serie e con delle proposte serie e con delle risposte serie, è facile che si trovi qualcuno in grado di ascoltare.

Rispetto a tutti questi scenari catastrofici che erano stati paventati, attualmente noi abbiamo ricevuto il pagamento della terza rata, abbiamo ricevuto l'ok sul pagamento della quarta rata, siamo la prima Nazione in Europa a ottenere l'ok sul pagamento della quarta rata, entro il 31 dicembre presenteremo tutti gli obiettivi della quinta rata e, in tutto questo, abbiamo rinegoziato il PNRR. E l'abbiamo rinegoziato per evitare problemi che altrimenti avremmo incontrato, ma lo abbiamo rinegoziato anche per liberare risorse su alcune grandi priorità che io penso possano interessare anche questa Regione. 21 miliardi di euro sui quali 12 miliardi di euro sono risorse che vanno al tessuto produttivo, che vanno alle imprese di questa Nazione, che vanno a chi crea ricchezza, che vanno alla capacità di modernizzare quel tessuto produttivo. Ci sono per esempio 6,3 miliardi solamente su Transizione 5.0 e poi abbiamo finanziato alcune infrastrutture strategiche fondamentali, particolarmente quelle legate all'approvvigionamento energetico, perché sì, l'Italia con adeguati investimenti, con un po' di determinazione e con un po' di coraggio può diventare l'hub di approvvigionamento energetico dell'Europa intera.
E noi stiamo lavorando su questo obiettivo, intendiamo continuare a lavorare su questo obiettivo. Ma abbiamo liberato le risorse da destinare alle famiglie, da destinare al diritto allo studio, alle borse di studio, Presidente Cirio. Sono assolutamente, totalmente d'accordo. Non mi piegherò mai a un racconto secondo il quale il merito è nemico dell'uguaglianza. Uguaglianza e merito camminano insieme, ma l'uguaglianza va garantita nel punto di partenza, mentre il punto d'arrivo dipende dal valore che ciascuno sa dimostrare. E solamente se noi siamo in grado di difendere questi valori, allora costruiremo una società nella quale le persone vogliono cercare di dare il massimo. E siccome di persone che sono in grado di dare tanto ne abbiamo, vale la pena di dar loro l'idea di uno Stato che è al loro fianco e che riconosce quel valore, dicevo, sugli studentati, sulle borse di studio e quindi sul diritto di studio complessivamente inteso e sulla sanità.
Questo ancora prima dell'accordo di coesione del quale parliamo, con il PNRR liberiamo altri 750 milioni di euro da destinare alla sanità, insieme ai 3 miliardi di euro che abbiamo messo nella Legge di bilancio. Sono risorse, per carità non sono mai sufficienti, sulla sanità c'è un lavoro enorme da fare, però obiettivamente io sono fiera che nonostante le difficoltà che abbiamo incontrato e incontriamo attualmente, con il bilancio dello Stato italiano - calcolate che abbiamo cominciato a scrivere la Legge di bilancio avendo già 13 miliardi di interessi da pagare in più sul debito, in forza delle decisioni prese dalla Banca Centrale Europea e 20 miliardi di debiti sul superbonus. Quindi noi partivamo a fare una Legge di bilancio, che mediamente si aggira intorno ai 30 miliardi di euro, con meno 33 miliardi di euro. Ciò nonostante abbiamo costruito una Legge di bilancio che vale 28 miliardi di euro, che si concentra su alcune priorità fondamentali e una di queste priorità è proprio la sanità e ciò nonostante, dicevo, sono fiera che il Fondo sulla Sanità raggiunga quest'anno il suo massimo storico, anni del Covid compresi, e che noi abbiamo dato la priorità con queste risorse all'abbattimento delle liste d'attesa.

Con la rinegoziazione del PNRR aggiungiamo altri 750 milioni e poi altre priorità come le zone che sono state colpite dagli eventi catastrofali, ma insomma vi racconto tutto questo lavoro a monte dell'accordo, nel quale adesso scendo un minimo nel dettaglio, per dire che sono molto fiera di questo lavoro. Perché è stato un lavoro difficile, è stato un lavoro che ci ha tolto molto tempo, che ci ha impegnato davvero tanto e che, è quella parte del lavoro di ciascuno di noi, degli amministratori, di chi governa una Nazione, che si prende la gran parte del tuo tempo e viene forse conosciuto e riconosciuto di meno. Non vuol dire che non valga la pena farlo. Io ho visto una politica che preferiva comunicare anche cose che non faceva. Delle volte mi dicono, Giorgia, dovete comunicare di più quello che fate, e forse sarà anche vero, ma il tempo, la gran parte del tempo che ho, io lo voglio spendere a fare cose, non a far finta di farle. E quindi questa parte del lavoro che noi abbiamo fatto è stata ed è estremamente preziosa, perché tutte queste risorse arriveranno a terra e daranno risposte concrete ai cittadini.

Così noi oggi arriviamo alla firma di questo sesto Accordo di sviluppo con il quale, diceva il Presidente Cirio, noi investiamo nella Regione Piemonte 819 milioni di euro e mezzo, 132 sono stati già anticipati nel 2021, ma aggiungendo la quota di finanziamento locale, regionale, nazionale, arriviamo a mobilitare su questa Regione 865 milioni, con i quali finanziamo circa 20 interventi. Quindi sono risorse che non spendiamo in mille micro-cose, ma che concentriamo su alcune grandi priorità di questa Regione e su alcune risposte che i cittadini attendono.
Che cosa facciamo con queste risorse? Ci occupiamo di valorizzare alcuni tra gli asset più distintivi di questo territorio, quelli che, per capirci, lo rendono un punto di riferimento per gli sport invernali, i grandi eventi sportivi e internazionali. Poi vediamo se si riuscirà a fare qualcosa di più. Io e il Presidente Cirio ci siamo capiti.
Tra questi interventi c'è la ristrutturazione e l'ampliamento del Centro olimpico di Sci nordico di Pragelato, uno dei comuni che come sapete ospiteranno nel 2025 i Giochi mondiali universitari. C'è l'adeguamento delle strutture sportive per accogliere gli atleti disabili, ci sono interventi sulle piste per le gare di sci alpino, di snowboard, di freestyle, la realizzazione del nuovo stadio del biathlon, della pista di skiroll, quindi tutto quello che può consentirci di essere all'altezza dell'aspettativa che si ha nei confronti dell'Italia, particolarmente quando si ospitano grandi eventi.

C'è la riqualificazione di alcuni spazi importanti che hanno anche grande valore culturale, perché questi spazi possano essere in breve tempo restituiti ai cittadini. Penso all'Ospedaletto Antoniano nella Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso, penso al recupero del Palazzo dei Principi dal Pozzo della Cisterna per valorizzare anche il borgo medievale nel quale si trova, penso ai 20 milioni per intervenire sul complesso dell'ex sede degli uffici di giudici di pace, quello per capirci che la stampa aveva ribattezzato “l'hotel dei disperati” e che ora noi vogliamo, intervenendo sul complesso, rigenerare. Una realtà che vogliamo ricostruire, rigenerare. Guardate, noi abbiamo fatto e stiamo facendo un lavoro molto importante. Stamattina eravamo a Milano a firmare l'Accordo di coesione con la Regione Lombardia e parlavamo di quello che probabilmente voi conoscete come il “boschetto della droga”. Anche lì abbiamo portato un progetto di riqualificazione. Per me queste sono risposte molto importanti da dare, come stiamo facendo a Caivano. Non è vero che non si può fare niente quando una realtà, un territorio, si ritrova nel degrado. Non è vero che la scelta giusta è che lo Stato piano piano retroceda sempre più e guardi da un'altra parte. Non è vero che ci sono zone nelle quali lo Stato a un certo punto deve rinunciare a entrare.
Io penso che una politica seria, anche assumendosi la responsabilità di fallire, debba dimostrare che non c'è nessun posto dove lo Stato indietreggia. Lo Stato c'è e dà risposte. E questo è il caso anche - ovviamente con le dovute proporzioni - ma è il caso di un'altra realtà che è stata raccontata magari più appunto per le sue difficoltà e che domani può diventare invece di nuovo un modello. E poi, c’è un intervento sui borghi, sulle aree interne, sulle comunità, 150 milioni di euro che destiniamo alla realizzazione - attraverso appositi accordi di programma - di opere pubbliche per lo sviluppo locale.

Ci sono le risorse sulla mobilità, 43 milioni, lo diceva il Presidente, per l'acquisto di nuovi treni, ma anche molti interventi sulle infrastrutture, sui ponti, e poi 210 milioni di euro sulla sanità che si aggiungono ulteriormente alle risorse delle quali già abbiamo parlato, che serviranno a migliorare i servizi ai cittadini, a potenziare la medicina territoriale ospedaliera, a riqualificare e potenziare le strutture sanitarie sul fronte energetico. A tutto questo si aggiunge quello che diceva e raccontava il Presidente Cirio.
Noi, mobilitando queste risorse, consentiamo anche alla Regione Piemonte di liberare risorse dal proprio bilancio che potrà destinare a sua volta per le priorità che individua e che mi pare il Presidente Cirio abbia ottimamente individuato e raccontato nel suo intervento. È un lavoro serio, è un lavoro lungo, è un lavoro che porta risposte sui territori. Perché non so, Presidente Cirio, se la prossima volta che verrò in Piemonte avrò 800 milioni da dare al Piemonte, ma sicuramente non sono abituata a fare le passerelle. Sono una persona alla quale piace prima lavorare, prima raggiungere risultati, prima avere risultati da offrire e poi, semmai, raccontare quei risultati.

Credo che questo sia il modo giusto di fare politica, ma credo anche che abbia fatto e faccia la differenza la capacità dei vari livelli istituzionali di darsi una mano, di darsi una mano anche al di là di quello che è l'appartenenza politica o di partito della maggioranza alla quale si fa riferimento. Abbiamo tutti la stessa responsabilità e ce l'abbiamo in un tempo molto difficile. Delle volte forse capita anche a lei, ai sindaci, di chiedere ma perché è capitato proprio a me di governare in questo momento che è il peggiore probabilmente nella storia repubblicana. Però poi le persone serie si rimboccano le maniche e si mettono a lavorare e noi  porteremo questi accordi, stringeremo questi accordi, firmeremo questi accordi con tutte le Regioni italiane e ci recheremo in tutte le Regioni italiane con risposte, con risposte anche molto puntuali, con risposte molto concrete, perché alla fine tutto quello che ci interessa e l’unico motivo per cui vale la pena di affrontare le giornate come le stiamo affrontando, è poter guardare i propri cittadini negli occhi e sapere che si è fatto il massimo per dare loro le risposte che meritavano.
Grazie a tutti davvero e buon lavoro.