Feed

04 December 2023

Consiglio dei Ministri n. 61

Il Consiglio dei Ministri è convocato martedì 5 dicembre, alle ore 16.00, a Palazzo Chigi.

04 December 2023

Convocazione del Consiglio dei Ministri n. 61

Il Consiglio dei ministri è convocato martedì 5 dicembre 2023, alle ore 16.00 a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno:

03 December 2023

Visita del Presidente Meloni a Belgrado

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato a Belgrado il Presidente della Repubblica di Serbia, Aleksandar Vučić, con il quale ha rilasciato dichiarazioni alla stampa.

Dichiarazioni alla stampa con il Presidente Vučić, l'intervento del Presidente Meloni

Sunday, 3 December 2023

Buongiorno a tutti.

Voglio dire al Presidente Vučić che in qualità di ospite è già stato straordinario. L'accoglienza che abbiamo trovato stamattina è stata un'accoglienza che davvero ci ha molto colpito, lo ringrazio e sono certa che, da questa mia prima visita da Presidente del Consiglio italiano in Serbia, relazioni che sono già molto importanti e molto significative possano ulteriormente rafforzarsi.
Noi col Presidente Vučić ovviamente abbiamo avuto occasione di incontrarci molte volte, ma ci tenevo a dare seguito a una visita che era programmata da tempo e che io considero importante nell'ambito di relazioni che sono molto importanti.

Italia e Serbia, soprattutto nell'ultimo periodo, hanno moltiplicato le loro iniziative bilaterali - il Presidente Vučić citava il Business Forum -; siamo pronti a riprendere anche il dialogo intergovernativo. Ci sono davvero molte iniziative che stiamo portando avanti insieme e sicuramente il valore del nostro interscambio, che è un valore eccellente, può crescere e crescerà: c’è già molta Italia qui in Serbia - molte aziende italiane che qui investono, che contribuiscono a un'occupazione che più o meno coinvolge circa 50.000 lavoratori - ma si può fare di più.

Credo che il fatto che Belgrado sia la prima città al mondo nella quale hanno aperto degli uffici, aziende italiane di estrema importanza, aziende partecipate dallo Stato, la Cassa Depositi e Prestiti e diverse altre, Simest, Sace, racconti della attenzione che c'è da parte del mondo imprenditoriale italiano a investire in questa Nazione, anche sulla base del lavoro che il governo del Presidente Vučić ha portato avanti. Credo che questo vada riconosciuto. 
I risultati economici che sono stati portati avanti, che sono stati raggiunti negli ultimi anni, sono oggettivamente straordinari e richiamano l'interesse delle aziende italiane, del sistema istituzionale italiano, delle Regioni italiane che in Italia rappresentano una locomotiva a continuare a rafforzare questo nostro rapporto.

Ci sono oggi molte sfide che sempre le crisi comportano e quelle sfide offrono delle opportunità: penso a tutto il tema della transizione energetica, penso al tema dell'innovazione, penso al tema dell'intelligenza artificiale. Ci sono molte questioni sulle quali oggi Italia e Serbia possono lavorare ancora di più, ancora meglio insieme e sono estremamente contenta che si abbia l'opportunità, anche tra Leader che si capiscono facilmente, di rafforzare queste opportunità di investimento, di rafforzare reciprocamente le nostre economie.

Tutto questo e tutto il lavoro che Italia e Serbia stanno facendo insieme dimostra la rilevanza strategica che l'Italia attribuisce alla Serbia. Anche per questo siamo stati e continueremo a essere - voglio dire anche questo con estrema chiarezza - tra i principali sostenitori del processo di allargamento – così si chiama nel dibattito europeo, io l'ho sempre definito riunificazione dell'Europa. Io penso che l'Europa non sia un club, penso che non sia un club nel quale qualcuno decide chi sia europeo e chi non sia europeo, è stata la storia e la geografia a decidere chi è europeo. E credo che quello che le Istituzioni europee debbano fare è un processo serio, il più possibile veloce, per garantire questa riunificazione, particolarmente nel contesto internazionale molto complesso nel quale noi ci muoviamo. L'Europa non potrà dirsi davvero unita fin quando i Balcani occidentali non avranno fatto ingresso nella famiglia europea intesa come Istituzione. Il Presidente Vučić sa benissimo che può contare sul sostegno e sull'impegno dell'Italia, a partire dal prossimo Consiglio europeo, che è un Consiglio europeo da questo punto di vista molto importante, anche per velocizzare l'accesso graduale al Mercato unico, come è stato indicato nel Piano per la crescita che è stato presentato dalla Commissione europea.

Chiaramente l'integrazione europea dei Balcani occidentali è una strada che noi dobbiamo continuare a percorrere, anche perché è fondamentale per garantire a questa regione, e conseguentemente all'Europa intera, maggiore sicurezza e più crescita economica. 
La Serbia sta già dando il suo contributo, io sono certa che continuerà ad avere un approccio costruttivo nel dialogo facilitato dall'Unione europea con il Kosovo - abbiamo parlato anche di questo. L'Italia è ovviamente convinta sostenitrice di questo processo, crediamo che si debba lavorare per dare piena e pronta attuazione agli impegni assunti dalle parti con gli accordi che sono già stati raggiunti.

Ma sono molti altri i temi sui quali noi pensiamo che si possa collaborare tra persone serie, pragmatiche e che cercano di immaginare soluzioni ai problemi. Abbiamo parlato di immigrazione e di sicurezza, un'altra materia che sta particolarmente a cuore, come voi sapete, all'Italia. Il contrasto all'immigrazione irregolare, per quello che riguarda la rotta balcanica, è un obiettivo che Roma e Belgrado condividono. Voglio anche qui ringraziare la Serbia per gli sforzi che sta dimostrando questa direzione. Noi siamo convinti che le nostre energie debbano spostarsi sulla dimensione esterna del problema per affrontarlo prima che arrivi in Europa. Ovviamente la dimensione esterna è l'elemento per noi centrale nel contrasto ai flussi illegali, che è anche l'unico modo per risolvere l'annosa questione dei movimenti secondari.

Chiaramente abbiamo parlato delle crisi in atto, della guerra di aggressione russa all'Ucraina. Conoscete la posizione italiana, continuiamo a sostenere a 360 gradi l'Ucraina per garantire la sua libertà, la sua sovranità. Abbiamo parlato della crisi in Medio Oriente, di come si possa tutti quanti e si debba tutti quanti lavorare per impedire una escalation del conflitto che potrebbe portare conseguenze per noi oggi inimmaginabili. L'Italia, come sapete, è molto impegnata soprattutto sul fronte umanitario: noi abbiamo già inviato una nostra nave - la nave Vulcano - sulla quale è allestito anche un ospedale da campo; stiamo cercando di dare il nostro contributo sul piano umanitario ai civili di Gaza. 

Quindi siamo Nazioni impegnate a 360 gradi per quello che riguarda i nostri rapporti bilaterali, per quello che riguarda la dimensione europea e per quello che riguarda il ruolo che Nazioni importanti devono avere nell'attuale contesto estremamente complesso che viviamo a livello internazionale. 

Voglio ringraziare ancora una volta il Presidente Vučić per l'accoglienza. Io sono molto soddisfatta di questa visita, che non è ancora finita - quindi c'è ancora molto da scoprire -, che però ci regala relazioni che io credo possano essere sempre più forti, ci regala un futuro che è sicuramente promettente. Sono certa che continueremo a lavorare insieme perché le nostre Nazioni percorrano quella strada con decisione, con uno spirito di forte partenariato e con amicizia, perché ci siamo trovati molto spesso e su tante questioni. Il Presidente Vučić è una persona abituata a parlare sempre chiaro. Io sono stata colpita da lui dall'inizio per questo, perché sono ugualmente una persona abituata a parlare sempre abbastanza chiaro e le persone che parlano chiaro alla fine sono quelle che si capiscono meglio, e sicuramente anche questo aiuta e rafforza le nostre relazioni.

Quindi grazie Presidente, grazie per questa accoglienza e grazie a voi.
 

03 December 2023

Dichiarazioni alla stampa Meloni - Vučić a Belgrado

Le dichiarazioni alla stampa del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del Presidente della Repubblica di Serbia, Aleksandar Vučić.

03 December 2023

Attentato nelle Filippine, la dichiarazione del Presidente Meloni

L’ennesimo attentato, probabilmente di matrice jihadista, perpetrato nel corso della celebrazione di una Santa Messa, nella Prima domenica di Avvento, non può passare sotto silenzio. Il Governo italiano è vicino alla comunità cristiana nelle Filippine, in particolare a quella dell’isola di Mindanao, e denuncia con forza la persecuzione cruenta operata da organizzazioni terroristiche che colpiscono anche tenendo conto del calendario liturgico. La comunità internazionale non resti indifferente, condanni con forza il terrorismo jihadista e sostenga con azioni concrete le minoranze cristiane costrette a vivere nel terrore.

03 December 2023

Giornata internazionale delle persone con disabilità, la dichiarazione del Presidente Meloni

Nella Giornata internazionale delle persone con disabilità, il Governo conferma il suo massimo impegno per assicurare alle persone con disabilità il pieno diritto ad avere una vita autonoma e indipendente. Stiamo lavorando per recepire e dare piena attuazione alla Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006 e mettere al centro di ogni politica la persona, permettendole di vivere e di partecipare alla vita sociale su una base di uguaglianza con gli altri ...

03 December 2023

Visita del Presidente Meloni a Belgrado

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato a Belgrado il Presidente della Repubblica di Serbia, Aleksandar Vučić, con il quale ha rilasciato dichiarazioni alla stampa.

COP28, il punto stampa conclusivo del Presidente Meloni

Saturday, 2 December 2023

Domanda: [inaudibile] 

Presidente Meloni: Secondo me si sono fatti degli importanti passi in avanti. Io sono sempre dell’dea che i passi in avanti debbano essere concreti. Penso che ci siano alcuni passi in avanti concreti che sono stati fatti in questa COP, che dimostrano il senso di responsabilità dei tantissimi Paesi che hanno partecipato a livello di Leader – credo che questa sia la COP più partecipata di sempre a livello di Capi da Stato e di Governo -, ma penso che l'obiettivo del Loss and Damage Fund, per esempio - sul quale voi sapete che c'è stato anche un importante impegno italiano -, sia un obiettivo concreto e molto utile, e penso che alcuni obiettivi che sono stati dichiarati nelle conclusioni di questa COP, tipo la capacità di triplicare la produzione di energia da rinnovabili entro il 2030, la capacità di raddoppiare annualmente l'efficienza energetica, siano da una parte raggiungibili e dall'altra degli obiettivi concreti. E quindi penso che vada a farti complimenti alla Presidenza emiratina che si è molto spesa per la riuscita di questo appuntamento e credo che non si possa negare che è stato un successo anche per la Presidenza che organizzava. 

Domanda: Presidente, 22 paesi hanno fatto una dichiarazione, tra cui la Francia e gli Stati Uniti, per triplicare la produzione di energia nucleare. Dall'Italia è arrivato il plauso di Forza Italia, la Lega è sempre stata favorevole, c'è la possibilità di una ripresa di un programma nucleare italiano? 

Presidente Meloni: Guardi, su queste questioni secondo me bisogna essere sempre molto pragmatici e non ideologici. Io non ho preclusioni su nessuna tecnologia che possa essere sicura e che possa aiutarci a diversificare la nostra produzione energetica. 
Non sono certa che oggi, cominciando da capo, ricominciando da capo sul tema del nucleare, l'Italia non si troverebbe indietro ma, se ci sono evidenze del fatto che noi si possa invece avere un risultato positivo, sono sempre disposto a parlarne. 
Credo piuttosto che la grande sfida italiana, anche se è un po' più in là da venire, però senza visione non si va da nessuna parte, sia il tema della fusione nucleare. La fusione nucleare, che potrebbe essere la soluzione domani di tutti i problemi energetici, delle crisi che nascono dalle questioni energetiche, è una di quelle tecnologie sulla quale l'Italia è più avanti di altri.
Ed è sicuramente un elemento sul quale troverete sempre la mia massima concentrazione, il mio massimo sostegno. Cioè credo che l'Italia debba avere la capacità di pensare in grande e questo è uno di quei temi sui quali l'Italia può pensare in grande e sta agendo in grande. 

Domanda: Presidente la prossima c'è un vertice Ecofin straordinario fondamentale e la bozza di compromesso sembra essere una riduzione annua del debito del 1%, una volta [inaudibile] il deficit al 3%. Mi chiedo se anche nell’incontro con Scholz si sia trovato un po' di terreno di compromesso anche per l'investimento di produzione e se secondo lei si arriverà a chiudere un ritorno entro l’anno. 

Presidente Meloni: Guardi, ne abbiamo già parlato quando io ero a Berlino. Se posso dire in queste ore eviterei i commenti, perché sono ore nelle quali si sta procedendo a confronti molto puntuali che speriamo possano portare a una soluzione anche qui nell'interesse dell'Unione. Il punto è: noi vogliamo e siamo ambiziosi, no? Dobbiamo essere ambiziosi, l'Unione europea deve essere ambiziosa. Credo che le politiche economiche che questo Governo ha portato avanti dimostrino la serietà con la quale approcciamo, però dobbiamo riuscire a costruire una riforma del Patto di stabilità e crescita che sia rispettabile, cioè che sia possibile rispettare, cercando delle sintesi ovviamente tra punti di vista e interessi che sono diversi. 
Siccome sono le ore più delicate per questa trattativa, direi che se la commentiamo magari la settimana prossima può aiutare tutto. 

Domanda: Presidente, i magistrati ritengono che Delmastro abbia violato la sicurezza nazionale, l'opposizione ne chiedono le dimissioni. 

Presidente Meloni: I magistrati ritengono che Delmastro debba essere rinviato a giudizio. Il giudice, il pubblico ministero riteneva che la vicenda Delmastro dovesse essere archiviata, per ben due volte. Quindi direi che è il caso di aspettare una sentenza di condanna passata in giudicato, eventualmente, prima di definirlo colpevole. 

Domanda: If I could ask one question in English: how much is the security of Europe in terms of its energy supply tied to action here on climate change. People have painted it as either security or action on climate change, is it one and the same?
[traduzione di cortesia: Se posso fare una domanda in inglese, quanto è legata la sicurezza dell'Europa in termini di approvvigionamento energetico all'azione qui sui cambiamenti climatici? La gente l'ha dipinta come o sicurezza o azione sui cambiamenti climatici, si tratta della stessa cosa?]

Presidente Meloni: It is the same thing, yes. The problem that Europe has today about security is also that it is not controlling the supply chains, the fundamental supply chains, that it had to, for Europe was born for that. Then we decided to leave our supply chains to be very long and very far, and when we had the problems such as the pandemic crisis and then the war, we realised that we were controlling nothing and depending on nations we couldn’t always trust. So now the most important challenge that we have for our security is to control the fundamental supply chains, and energy is one of those and that is why Italy is working hard on that.  
[traduzione di cortesia: È la stessa cosa, sì. Il problema che l'Europa ha oggi sulla sicurezza è anche che non controlla le catene di approvvigionamento, le catene di approvvigionamento fondamentali, che doveva controllare, perché l'Europa è nata per questo, ma poi abbiamo deciso di lasciare che le nostre catene di approvvigionamento diventassero molto lunghe e molto lontane e, quando abbiamo avuto problemi come la crisi pandemica e poi la guerra, ci siamo resi conto che non controllavamo nulla e che dipendevamo da nazioni di cui non sempre potevamo fidarci. Quindi ora la sfida più importante per la nostra sicurezza è quella di controllare le catene di approvvigionamento fondamentali, e l'energia è una di quelle ed è per questo che l'Italia sta lavorando molto su questo aspetto.]

DOMANDA: Il Ministro Crosetto ha rilasciato delle dichiarazioni al Corriere della Sera, che hanno suscitato un dibattito abbastanza acceso. Ha parlato di un rischio di interventismo politico della magistratura. Poi, in Parlamento forse, qualcuno ha parlato di una ritrattazione o di una comunicazione di questo, però sostanzialmente ha posto un tema, senza entrare nei dettagli, e l'ha detto dicendo che aveva ragioni per farlo. 

Presidente Meloni: Guardi, la questione è questa: io penso che non ci sia uno scontro tra la politica e la magistratura. Credo che si debba sempre ricordare che per chi viene da destra, chi serve lo Stato è sempre un punto di riferimento. E quindi questa idea che ci debbano essere o ci possano essere scontri tra i poteri dello Stato, tra persone che dal loro punto di vista in ogni caso servono lo Stato, secondo me è sbagliato. Questo non vuol dire non segnalare che poi in ogni ambito ci sono dei problemi e il problema in una piccola parte della magistratura è il ritenere che i provvedimenti di alcuni governi che non sono in linea magari con una certa visione del mondo, debbano essere contrastati, come è accaduto per esempio sull'immigrazione. Ma io, guardi, ho trovato francamente un po' fuori misura dire che la riforma costituzionale aveva una deriva antidemocratica: a me queste sembrano dichiarazioni che vanno bene per la politica. Per cui questo poi si può non notare, perché è una realtà, ma non vuol dire aprire uno scontro tra un mondo e un altro mondo. 
Significa segnalare dove ci sono delle cose che obiettivamente sono un po' fuori dalle righe. Ma io penso che poi vada guardato e vada visto come dall'inizio del nostro governo noi abbiamo lavorato per rafforzare il lavoro della magistratura nel fare il proprio lavoro, nella lotta alla mafia. Ricordo che sono stato io a parlare al procuratore Melillo con i 27 procuratori per capire quali potessero essere le norme che sono più utili, come si potesse mantenere un dialogo costruttivo per arrivare all'obiettivo che tutti quanti abbiamo, che è combattere la criminalità, non gli avversari, ma la criminalità.
E su questo io sono sempre schierata dalla stessa parte con quella stragrande maggioranza di magistrati che in Italia pensano che il loro lavoro sia questo e non contestare le scelte di una politica che non condivide. 

Domanda: Sulla riforma costituzionale c'è stata una critica, comunque di un esponente vicino al centro-destra che è Gianni Letta, abbastanza esplicita che è arrivata dopo delle critiche molto più radicali invece di ex Presidenti di corte costituzionali, tra cui un ex ministro della giustizia come Cartabia. Non tutti hanno parlato di deriva autoritaria, ma comunque ci sono state delle critiche molto forti. Soprattutto la critica di Letta volevo capire… 

Presidente Meloni: Sì, ma guardi, intanto capiamoci. Non è che io penso che non si possa criticare la riforma costituzionale, lo considero perfettamente legittimo. Il problema è se l'Associazione Nazionale dei Magistrati mi fa come dichiarazione pubblica quella che è un attacco contro la magistratura… allora diventa un altro ambito. Poi, che la riforma possa essere criticata, io posso condividere o non condividere. Per esempio, le parole di Gianni Letta, io non le ho viste come parole di contrasto, come a voler creare dei problemi. In parte sono condivisibili, in parte non sono condivisibili, per come la vedo io. Nel senso, è normale che una riforma del premierato, così come noi la stiamo facendo, serva a rafforzare il governo, ma non nel senso di rafforzare i poteri del governo. Noi l'abbiamo studiata perché rafforzasse la stabilità del governo, che vuol dire rafforzare le scelte strategiche dei governi. Non sono invece d'accordo quando si dice che è una riforma che limita i poteri del Presidente della Repubblica, perché lei ricorderà che io ho detto che la riforma era stata scritta in maniera tale da non toccare i poteri del Presidente della Repubblica, tant'è che è una contestazione che mi viene fatta: ma come, fate una riforma del premierato e non è prevista la nomina dei Ministri? Semmai si è detto tutto e il contrario di tutto, com'è normale in queste cose perché poi è una materia talmente complessa sulla quale è normale che ci siano punti di vista differenti. E se ne continuerà a discutere. 
Io penso che alla fine, sia bello e normale e giusto discutere anche, se ci sono elementi che possono rafforzarla ancora di più sono anche aperta, come sapete. Dopodiché io ho fatto la riforma che gli italiani mi chiedevano di fare e l'ho fatta perché penso che i governi li debbano decidere loro. E penso che quando un governo è stato scelto dagli italiani debba avere cinque anni per realizzare il suo programma perché i governi che avevano un orizzonte di un anno e mezzo hanno devastato l'economia e la credibilità di questa Nazione. 
E alla fine penso che questo tema agli italiani arriverà e gli italiani ci diranno se la condividono o non la condividono.

Domanda: Presidente un tema che si discusse in questa settimana è quello della fine del mercato tutelato, lo stesso suo alleato Salvini ha chiesto di vedere se si può fare qualcosa e ha ancora aperto un'interlocuzione con la Commissione europea…

Presidente Meloni: Guardi, prima del mio alleato Salvini mi hanno chiesto di fare qualche cosa quelli che ce l'hanno messa la riforma del mercato tutelato. Perché ricordo che la fine del mercato tutelato è stata stabilita nel 2017, governi Renzi e Gentiloni, dopodiché votata dalla allora maggioranza del governo Draghi, prima che arrivasse l'attuale governo. Ricordo che io ho votato contro, che ho contestato apertamente la fine del mercato tutelato, mentre gli altri la votavano. Dopodiché per blindarla è stata inserita nel PNRR e nella terza rata del PNRR che, lei saprà, quando noi siamo arrivati, era già quindi un obiettivo centrato. 
Allora, mettiamola così: posso capire che il PD ha deciso che ha fatto una cosa sbagliata, ma prima di spiegare a me come la risolvo, perché non chiedono scusa? Perché le cose non si può far finta che prima erano giuste e quando arrivano a altro governo diventano sbagliate. Perché io ho sempre tenuto la stessa posizione sul tema, sono loro che stanno dicendo che hanno fatto una riforma che colpiva gli italiani. Allora prima lo dichiarino e poi io volentieri aiuto a risolvere il problema. 
Qual è il tema? Il tema è che per l'appunto oggi noi siamo con un obiettivo centrato e con una rata pagata del PNRR e quindi la questione diventa spinosa. 
In ogni caso noi, chiaramente sempre d'accordo con la Commissione europea, stiamo cercando di capire soprattutto come si fa a impedire che le bollette aumentino. Poi a me questo interessa alla fine: come facciamo a garantire che le bollette non aumentino per i cittadini italiani. Ed è un lavoro sul quale il governo si sta molto spendendo in queste ore. 

Domanda: Presidente, oggi alla COP ha parlato di Green Fund, quanti fondi ci mettiamo come Italia? 

Presidente Meloni: Confermiamo gli impegni del precedente investimento che erano 300 milioni. 

Domanda: Un’ultima domanda. Qual è la posizione dell'Italia sull'uscita dalle fonti fossili? Che è un tema scottante e qua se ne parla poco. 

Presidente Meloni: No, io penso che non è stato un tema scottante e non se ne è parlato poco, anzi, come lei sa la Presidenza emiratina è stata molto su questo incalzata.
Io penso che sia un obiettivo, lo hanno detto addirittura qui che lo producono, insomma è un obiettivo che dobbiamo continuare a centrare, chiaramente lo dobbiamo fare mentre produciamo altre fonti energetiche. Quindi il tema è sempre lo stesso, gli obiettivi sono chiari e mi paiono condivisi. 
Guardi, io non sono neanche stato d'accordo sul fatto che si dicesse la COP non può essere ospitata da una Nazione che produce... perché se non coinvolgi anche queste Nazioni, poiché gli obiettivi sono globali, alla fine non ci arriverai mai. Gli obiettivi sono chiari per tutti, anche per le Nazioni che dovrebbero essere più rigide da questo punto di vista.
È la tempistica, chiaramente, che deve essere sostenibile. Ma sostenibile perché, come io ho detto tante volte, e ho ribadito anche qui pubblicamente, la sostenibilità climatica, la sostenibilità ecologica deve camminare insieme alla sostenibilità sociale e alla sostenibilità economica, perché altrimenti ci porta dritti alla deindustrializzazione. 
Quindi bisogna avere un approccio non ideologico, ma pragmatico. Bisogna, secondo me, lavorare sulla neutralità tecnologica molto di più - e lei sa che è una posizione che il governo italiano porta avanti - e piano piano costruire passi che siano il più veloce possibile, ma che sia possibile centrare. Perché altrimenti se noi continuiamo a darci o cediamo degli obiettivi che sono irraggiungibili, ci ritroveremo qui tra cinque anni e scopriremo che non li abbiamo raggiunti. Grazie.

02 December 2023

COP28, incontro del Presidente Meloni con il Primo Ministro del Giappone

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi un incontro, nel contesto della COP28, con il Primo Ministro del Giappone, Fumio Kishida. I due Capi di Governo hanno espresso forte apprezzamento per la collaborazione instaurata in ambito G7, anche in vista del passaggio di consegne dalla Presidenza giapponese alla Presidenza italiana nel 2024. 

Pages