Feed

20 Settembre 2023

UNGA, il Presidente Meloni incontra il Presidente del Malawi

A margine dell’Assemblea Generale, il Presidente Meloni ha incontrato anche il Presidente del Malawi, Lazarus McCarthy Chakwera, il quale ha manifestato il proprio apprezzamento per l’attenzione strategica riservata all’Africa dal Governo italiano. Il Presidente Chakwera ha altresì espresso profonda gratitudine per i progetti di collaborazione allo sviluppo a favore del Malawi, soprattutto nel settore della sicurezza alimentare. Il leader del Malawi ha, inoltre, presentato le opportunità di investimento e di collaborazione in settori come l’agricoltura, il turismo e quello minerario. Il presidente Meloni ha, quindi, sottolineato come gli investimenti allo sviluppo offrano un’opportunità per le Nazioni europee. 

20 Settembre 2023

UNGA, Il Presidente Meloni incontra il Presidente del Ruanda

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un cordiale incontro con il Presidente del Ruanda, Paul Kagame. Il Presidente Meloni ha sottolineato il suo interesse ad approfondire la collaborazione tra le due Nazioni, a partire dai settori dei biocarburanti e dell’innovazione. Il Presidente Kagame ha espresso il suo apprezzamento per il cambio di paradigma che il Governo italiano ha adottato nei confronti dell’Africa, dimostrato anche in ambito europeo. I due leader hanno, inoltre, concordato di affrontare congiuntamente le sfide e le opportunità offerte dalle migrazioni, con approccio ampio e cooperativo. In tale contesto, si è parlato infine di collaborazione bilaterale in ambito di sicurezza cibernetica e innovazione tecnologica.

19 Settembre 2023

UNGA, il Presidente Meloni incontra il Presidente della Repubblica di Turchia

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un lungo e cordiale incontro con il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan. Il colloquio è spaziato su temi di comune interesse, a partire dalla guerra in Ucraina. Il Presidente Erdoğan ha riferito anche sulla Black Sea Grain Initiative. Si è poi parlato anche dell'impegno a rafforzare la collaborazione con le Nazioni africane sul tema della sicurezza alimentare. I leader hanno anche convenuto sull'importanza di affrontare con determinazione il tema delle migrazioni nel Mediterraneo, combattendo i trafficanti di esseri umani. Si è poi concordato di rafforzare i rapporti anche in campo economico commerciale.

20 Settembre 2023

UNGA, Il Presidente Meloni incontra il Segretario generale delle Nazioni Unite

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Nel corso dell’incontro, il presidente Meloni ha presentato le priorità della prossima Presidenza italiana al G7 ed ha sottolineato la necessità di un impegno maggiore e coordinato a favore dell’Africa, evidenziando la possibilità che le crisi nel continente possano diventare delle opportunità di crescita.

English | Italiano

Intervento del Presidente Meloni alla 78ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite

Mercoledì, 20 Settembre 2023

Signor Presidente, Signor Segretario Generale, colleghi delegati, Signore e Signori.

È un onore, per me, rappresentare l’Italia di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un onore che, tuttavia, non è leggero come il privilegio, ma pesante come pesante è la responsabilità.

Perché noi viviamo un’epoca complessa, fatta di emergenze e mutazioni continue, e non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, dei principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste.
Dobbiamo tornare al senso profondo di ciò che ha dato vita a questo luogo, la Comunità delle Nazioni e dei popoli che si riconoscono nella Carta delle Nazioni Unite del 1945, nata per trovare soluzioni condivise che potessero garantire pace e stabilità.

Sono in fondo due gli elementi che hanno dato un senso a questo luogo. Da una parte le Nazioni, che esistono perché rispondono al bisogno naturale degli uomini di sentirsi parte di una comunità di destino, di appartenere ad un determinato popolo e di poter condividere con altre persone la stessa memoria storica, le stesse leggi, gli stessi usi e costumi. In una parola, l’identità.
E dall’altra parte l'aspirazione di quelle Nazioni, differenti tra loro, di trovare un luogo nel quale risolvere le controversie internazionali con uno strumento più difficile da utilizzare ma decisamente più efficace nei risultati della forza, cioè lo strumento della ragione.

Se questi due elementi, la Nazione e la Ragione, sono ancora il fondamento di ciò che ci muove, allora dobbiamo respingere il racconto interessato e utopico di chi dice che un mondo senza Nazioni, senza confini e senza identità, sarebbe anche un mondo senza conflitti, e con altrettanta determinazione dobbiamo impedire il ritorno della forza come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.

La guerra di invasione russa dell’Ucraina ci racconta esattamente questo. Che di fronte a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo neo-imperialista del quale pensavamo di esserci liberati nel secolo scorso la Ragione può ancora avere la meglio, e che l’amore di Patria, il valore della Nazione, può ancora essere difeso oltre l’inimmaginabile.
 
Sta a noi, a ciascuno di noi, decidere da quale parte della storia stare, in coscienza. Ma non dobbiamo prenderci in giro, perché questa è la posta in gioco. La scelta tra la Nazione e il caos, e tra la Ragione e la prevaricazione.

L’Italia ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia. Lo ha fatto perché è consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha avuto la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio, chi utilizza come arma l'energia e ricatta le Nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano, la materia prima indispensabile per sfamare milioni di persone.

Le conseguenze del conflitto in Ucraina travolgono tutti come in un domino, ma impattano soprattutto sulle Nazioni del sud del mondo. È una guerra mossa non solo contro l’Ucraina, ma contro le Nazioni più povere.

L’attenzione dell’Italia è rivolta particolarmente verso l’Africa, dove nazioni già provate già provate dai lunghi periodi di siccità e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici si trovano oggi di fronte a una situazione difficilissima anche in termini di sicurezza alimentare, che le espone ancora di più all’instabilità, e le rende facili prede del terrorismo e del fondamentalismo.

È una scelta. Creare il caos e diffonderlo. E in quel caos, che produce decine di milioni di persone potenzialmente in cerca di condizioni di vita migliori, si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili.

Sono i trafficanti di esseri umani che organizzano la tratta dell’immigrazione illegale di massa. Illudono che affidandosi a loro chi vuole migrare troverà una vita migliore, si fanno pagare migliaia di dollari per viaggi verso l'Europa che vendono con le brochure come fossero normali agenzie di viaggio, ma su quelle brochure non scrivono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo. Perché a loro non importa se la barca sia adatta o meno ad affrontare quel viaggio, l'importante per loro è solo il margine di guadagno.

È a questa gente che un certo approccio ipocrita in tema di immigrazione ha fatto arricchire a dismisura. Noi vogliamo combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa. Il punto è che combattere le organizzazioni criminali dovrebbe essere un obiettivo che ci unisce tutti, e che investe anche le Nazioni Unite, che investe anche questo luogo.

Perché davvero una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo “la fede nella dignità e nel valore della persona umana” può voltarsi dall’altra parte di fronte a questo scempio?

Davvero possiamo fingere di non vedere che oggi al mondo non esiste attività criminale più profittevole del traffico di migranti, quando proprio i rapporti Onu certificano come questo business abbia raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga, e ampiamente superato quello delle armi?

Davvero questa Assemblea, che in altri tempi ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente quel crimine universale che era la schiavitù, può tollerare che torni oggi sotto altre forme, che si continui a mercificare la vita umana, che vi siano donne portate in Europa a prostituirsi per ripagare debiti enormi contratti con i trafficanti, o uomini abbandonati nelle mani della criminalità organizzata?

Davvero possiamo dire che sia solidarietà accogliere in via prioritaria non chi ne ha davvero più bisogno ma piuttosto chi ha i soldi per pagare questi trafficanti, e consentire ai trafficanti di stabilire chi abbia diritto a salvarsi?

Io penso di no, e sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani.
Ma per farlo dobbiamo lavorare insieme a ogni livello, e l'Italia intende essere in prima fila su questo fronte.

Con il Processo di Roma, avviato a luglio con la Conferenza su Migrazioni e Sviluppo, abbiamo coinvolto le nazioni mediterranee e diverse nazioni africane su un processo che si snoda lungo due direttrici fondamentali: sconfiggere gli schiavisti del terzo millennio da un lato, e affrontare le cause alla base della migrazione dall’altro, con l’obiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare, a non essere costretti a lasciare la propria casa, la propria famiglia, a recidere le proprie radici, potendo trovare nella propria terra le condizioni necessarie a costruire la propria realizzazione.

Anche qui bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno. L’Africa non è un continente povero. È al contrario un continente ricco di risorse strategiche. Detiene la metà di quelle minerarie del mondo, tra cui abbondanti terre rare, e il 60% delle terre coltivabili, spesso inutilizzate. L'Africa non è un continente povero, ma è stato spesso, ed è, un continente sfruttato. Troppo spesso gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l’approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico.

Occorre invertire la rotta. L’Italia vuole contribuire a creare un modello di cooperazione, capace di collaborare con le Nazioni africane affinché possano crescere e prosperare grazie alle risorse che possiedono. Una cooperazione da pari a pari, perché l’Africa non ha bisogno di carità, ma di essere messa in condizioni di competere ad armi pari, di investimenti strategici che leghino i destini delle nazioni con progetti reciprocamente vantaggiosi.

E così, offrire un’alternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, un’alternativa fatta di lavoro, formazione, opportunità nelle nazioni di provenienza, e percorsi di migrazione legale e concordata e dunque anche integrabile.

Saremo i primi a dare il buon esempio con il “Piano Mattei per l'Africa”, un piano di cooperazione allo sviluppo che prende il nome di Enrico Mattei, un grande italiano che sapeva conciliare l'interesse nazionale italiano con il diritto degli Stati partner a conoscere una stagione di sviluppo e progresso.

Il punto centrale è che dobbiamo avere il coraggio di rimettere l’uomo, con i suoi diritti, al centro del nostro agire. Un principio apparentemente scontato, che tuttavia scontato non è più. Nazioni vengono invase, la ricchezza si concentra sempre di più, la povertà dilaga, si riaffaccia la schiavitù, tutto sembra voler mettere a repentaglio la sacralità dell’essere umano.

Perfino quello che a uno sguardo superficiale può sembrare uno strumento per migliorare il benessere dell’umanità, a un’analisi più attenta rivela i suoi rischi.

Pensiamo all’intelligenza artificiale. Le applicazioni di questa nuova tecnologia rappresentano sicuramente una grande opportunità in molti campi, ma non possiamo fingere di non comprendere anche gli enormi rischi che porta con sé.
Non sono certa che ci stiamo rendendo conto abbastanza delle implicazioni connesse a uno sviluppo tecnologico che corre molto più velocemente della nostra capacità di governarne gli effetti.

Eravamo abituati a un progresso che aveva come obiettivo ottimizzare le capacità umane, e oggi ci confrontiamo con un progresso che rischia di sostituire le capacità umane. E se in passato questa sostituzione si concentrava sul lavoro fisico, così che gli uomini potessero concentrarsi sui lavori di concetto e di organizzazione, oggi è l’intelletto che rischia di essere soppiantato, con conseguenze che potrebbero essere devastanti, particolarmente nel mercato del lavoro. Sempre più persone non saranno necessarie, in un mondo sempre più dominato dall’ineguaglianza, dalla concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi.

Non è il mondo che vogliamo. E dunque penso che non possiamo commettere l’errore di considerare questo dominio una sorta di “zona franca” senza regole. Servono meccanismi di governance globale che siano capaci di assicurare che queste tecnologie rispettino barriere etiche, che l’evoluzione della tecnologia rimanga al servizio dell’uomo e non viceversa. Serve dare applicazione pratica al concetto di “algoretica”, ovvero dare un’etica agli algoritmi.

Sono, questi, alcuni dei temi che l’Italia porrà al centro della sua Presidenza del G7 nel 2024. Ma sono soprattutto questioni che investono la responsabilità delle Nazioni Unite.

Sfide enormi, che non possiamo affrontare se non prendiamo atto anche dei nostri limiti, come Nazioni e nel sistema multilaterale. Per questo l’Italia sostiene la necessità di una riforma del Consiglio di Sicurezza che lo renda più rappresentativo, trasparente ed efficace.  Che garantisca una distribuzione geografica dei seggi più equa e rafforzi anche la rappresentanza regionale.

Che esca dall’assetto cristallizzato all’esito di un conflitto che si è concluso ottant’anni fa, in un altro secolo, un altro millennio, per dare a tutti la possibilità di dimostrare il proprio valore nel presente.

Su questi e molti altri temi si dimostrerà la nostra capacità di governare il nostro tempo. La nostra capacità di fare quello che in questa sede, il 2 ottobre del 1979, un grande uomo, un santo e uno statista come Giovanni Paolo II, ci ricordava, e cioè che l’attività politica, nazionale e internazionale, viene “dall’uomo”, si esercita “attraverso l’uomo” ed è “per l’uomo”.

Grazie a tutti dell’attenzione.

20 Settembre 2023

Il Sottosegretario Mantovano e il Commissario Ciciliano a Caivano

Nella mattinata di domani, giovedì 21 settembre, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, insieme al Commissario Fabio Ciciliano, sarà a Caivano. Prevista una riunione operativa sullo stato di avanzamento delle iniziative di riqualificazione. 

20 Settembre 2023

Introduzione dello sport in Costituzione, dichiarazione del Presidente Meloni

“L’approvazione all’unanimità in via definitiva in Parlamento della riforma costituzionale per l’introduzione dello sport in Costituzione rappresenta una pagina storica per la Nazione. Riconoscere nella nostra Carta fondamentale il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme è una vera e propria rivoluzione culturale....

20 Settembre 2023

PNRR, riunione della Cabina di regia

All’indomani dell’approvazione delle modifiche alla quarta rata del PNRR, da parte del Consiglio Affari generali della Ue, che riguardano, tra le altre, la misura relativa agli alloggi per studenti universitari, si è svolta a Palazzo Chigi una riunione della Cabina di regia alla presenza del sottosegretario Mantovano, del Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, del Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini e del sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano.

20 Settembre 2023

PNRR: prossime riunioni della Cabina di regia il 25 e 26 settembre 2023

A seguito delle positive interlocuzioni con la Commissione europea condotte nelle ultime settimane, riprende il lavoro collegiale del Governo sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
A tal fine, il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha convocato per il prossimo 25 settembre 2023 la Cabina di Regia PNRR a Palazzo Chigi, alla presenza del Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, che riunirà, oltre a tutti i Ministri, anche i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni per discutere dello stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti previsti dal Piano.

20 Settembre 2023

Il Presidente Meloni a New York

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a New York , martedì 19 settembre ha rilasciato dichiarazioni alla stampa a Columbus Circle, a margine della cerimonia di deposizione di una corona ai piedi della statua di Cristoforo Colombo. Nella giornata di oggi ha tenuto un intervento alla 78ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite.