Prima riunione della Cabina di regia per il Piano Mattei: intervento di apertura del Presidente Meloni

Venerdì, 15 Marzo 2024

Sono molto contenta dell'avvio di questa Cabina di regia. Come voi sapete, il decreto che ha approvato il Consiglio dei Ministri agli inizi di novembre ha organizzato la governance di questa grande sfida strategica italiana che è il Piano Mattei. Abbiamo per questo istituito un’apposita Cabina di regia e le abbiamo attribuito alcune funzioni ben precise, tra le quali quella di coordinare le attività del Governo nei confronti delle Nazioni africane, finalizzare e aggiornare costantemente il Piano, monitorare la sua attuazione, approvare la Relazione annuale al Parlamento che, come è scritto sul decreto, deve essere presentata entro il 30 giugno di ogni anno. 

Volutamente abbiamo previsto una composizione della Cabina di regia molto ampia e articolata, che a differenza di quello che accade per altre cabine di regia non comprende solamente le Amministrazioni centrali, i Ministeri, la Conferenza delle regioni e delle Province, ma abbiamo previsto una Cabina di regia che comprendesse anche le diverse agenzie e le società dello Stato, i rappresentanti delle imprese a partecipazione pubblica, dell'Università, della ricerca, del Terzo settore che si occupano particolarmente di cooperazione e sviluppo. È una composizione che nasce da una scelta che è chiaramente politica e cioè coinvolgere in questa grande sfida, che è il piano Mattei, tutto il sistema Italia, mettere in rete le esperienze migliori che già esistono in molti casi su questa materia, i progetti più efficaci e le risorse adeguate delle quali disponiamo. 

E quindi voglio ringraziare tutti voi, perché se siete seduti attorno a questo tavolo significa che il vostro ruolo in questa grande sfida è molto importante e lo sarà ancora di più per il successo di questa iniziativa, e anche le persone che oggi non hanno potuto essere qui e le altre che coinvolgeremo. Il decreto inoltre ha previsto la nascita di una Struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio che ha chiaramente il compito di sostenere il lavoro di questa Cabina di regia, di curare tutti gli aspetti operativi. La Struttura di missione è stata formalizzata all'inizio di dicembre e coordinata dal mio consigliere diplomatico, l'ambasciatore Fabrizio Saggio, che ringrazio insieme a tutti i suoi collaboratori per il lavoro che stanno svolgendo, un lavoro molto complesso ma davvero molto importante.

Tutto parte formalmente dallo scorso 28 e 29 gennaio, quando, non a caso, come prima iniziativa della Presidenza italiana del G7 - che è iniziata per appunto il primo gennaio di quest'anno - abbiamo voluto convocare a Roma il Vertice Italia-Africa. 
Al Vertice Italia-Africa hanno partecipato circa 46 Nazioni africane, la maggior parte delle quali a livello di Capi di Stato e di Governo, i vertici delle massime Istituzioni europee, delle Istituzioni internazionali, delle istituzioni finanziarie, delle Banche multilaterali di sviluppo. È stato, senza timore di smentita, un grande successo italiano, una iniziativa che non ha precedenti nella centralità dei rapporti italiani con il continente africano. 
Ma non lo dico perché noi ci si possa lodare dei nostri successi, lo dico per segnalare a me stessa e a ciascuno di noi, che quella partecipazione in quella Conferenza era una enorme apertura di credito nei confronti dell'Italia. E quando qualcuno ti apre un credito ci sono solo due possibilità: o che lo confermi o che deludi quella aspettativa. Allora, che cosa secondo me significava quella apertura di credito? Quella apertura di credito significava che i tanti leader africani, che molto spesso non partecipano a queste iniziative o che partecipano considerandole una sorta di pro forma, hanno intravisto nel nostro approccio delle innovazioni. 

Quali sono secondo me le tre innovazioni che in qualche maniera determinano la differenza dell'approccio italiano, del Piano Mattei, rispetto a iniziative simili che pure sono abbastanza comuni e abbastanza copiose? 

L'approccio. Un approccio nuovo, diverso nei rapporti e nella cooperazione con il continente africano, che non è predatorio, che non è paternalistico, che non è caritatevole. Non è l'approccio di chi ti guarda dall'alto in basso, tende a spiegarti che cosa dovresti fare, come dovresti vivere e tendenzialmente poi non è molto disponibile a dare una mano. La cooperazione che noi vogliamo mettere in piedi coni Paesi africani è una cooperazione che tiene conto del fatto che l'Africa non è un continente povero. L'Africa è un continente che attualmente detiene il 60% di metalli e terre rare, il 60% di terre arabili, un continente in forte crescita demografica e quindi anche con un enorme potenziale di capitale umano, che chiaramente non sempre è stato messo nella condizione di poter sfruttare al meglio quelle risorse per sé stesso prima di tutti, non per gli altri.
L'Europa in molti casi ha avuto - rispetto ad altri attori che pure sono molto presenti oggi nel continente africano - la capacità di cooperare lasciando qualcosa sul territorio - lo ha fatto anche l'Italia in diverse occasioni -, ma un approccio di questo tipo è un approccio che bisogna saper rafforzare e mettere a sistema se vogliamo essere competitivi con altri attori che sono molto presenti e che hanno secondo me un approccio diverso. 
Questa capacità di immaginare la cooperazione come un rapporto da pari a pari, e non come un semplice aiuto di chi ti vede in difficoltà e vuole essere a posto con la sua coscienza dandoti una mano, è una cosa che viene molto ben vista da questi interlocutori che sono stanchi di essere considerati o trattati semplicemente come persone che vanno salvate da qualcosa. Questo è il primo elemento. 

Il secondo elemento è la condivisione. Noi non ci siamo approcciati con i Paesi con i quali ci siamo incontrati, con i quali abbiamo dialogato e con i quali stiamo già lavorando, cercando di spiegare a loro cosa fosse necessario per loro. Noi abbiamo detto quali erano secondo noi le priorità di intervento sulle quali l'Italia era anche meglio capace di lavorare, ma quello che noi stiamo facendo con il Piano Mattei è condividere con i Paesi nei quali operiamo attraverso il Piano, su quali siano, nell'ambito delle cose che l'Italia sa fare bene, quelle che per loro sono prioritarie. E quindi anche in questo c'è un rapporto da pari a pari e una cooperazione strutturale che diventa cooperazione di medio e lungo periodo nella capacità di costruire insieme risposte durature, non iniziative-spot. 

Il terzo elemento, che forse è il più importante di tutti perché davvero fa la differenza con molto di quello che è accaduto in passato, è la concretezza. Quell'apertura di credito si conferma se noi dimostriamo che non abbiamo convocato l'ennesima Conferenza per chiacchierare, per parlare di filosofia, per fare visione, per dirci quanto siamo tutti bravi, per cercare di fare qualche passerella, ma se riusciamo - a seguito di quella iniziativa e della condivisione che in quella iniziativa abbiamo trovato e dell'apertura di credito che quella presenza significativa ci ha messo a disposizione - a essere ora molto seri nella capacità concreta di mettere a terra quello che abbiamo proposto e condiviso. 

Come dicevo, quando noi abbiamo convocato il Vertice Italia-Africa abbiamo presentato la cornice del Piano Mattei, cioè le sei grandi aree di intervento sulle quali riteniamo che l'Italia possa costruire questa cooperazione e questo Piano anche, sulla base delle sue storiche capacità e sulla base di quelle che anche secondo noi sono le cose più necessarie: istruzione e formazione, sanità, acqua e igiene, agricoltura, energia, infrastrutture. 

Partendo da relazioni che abbiamo già in piedi, dal lavoro che abbiamo costruito, abbiamo anche immaginato quali potessero essere le prime Nazioni nelle quali mettere più velocemente a terra i nostri progetti. Per poi fare cosa? Per poi prendere i risultati migliori di queste esperienze e, attraverso anche il lavoro che i leader africani con i quali si costruiscono risposte efficaci possono portare tra i loro vicini, nel loro ambito, allargare questa cooperazione vedendo che cosa ha funzionato meglio e mettendolo a terra anche in altri Paesi. 
Le prime Nazioni che noi abbiamo individuato, come voi sapete, sono nove: Algeria, Congo, Costa d'Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico e Tunisia. 

Sempre nel corso del Vertice abbiamo quindi detto che sarebbero partite immediatamente le prime missioni operative della Struttura di missione, sia per dare seguiti concreti ai primi interventi che avevamo già condiviso con le Nazioni interessate, sia per approfondire le proposte e i contributi che proprio dal Vertice arrivavano da parte dei nostri partner durante i lavori. In queste settimane si sono svolte le prime missioni operative della Struttura di missione: a Bruxelles chiaramente per condividere anche a livello europeo il lavoro che stiamo facendo; poi la Struttura di missione è stata ad Addis Abeba e in Costa d'Avorio; nei prossimi giorni sono previste ulteriori visite in Kenya, Marocco e Tunisia. In parallelo si sono svolte alcune riunioni con le principali istituzioni finanziarie internazionali che secondo me saranno molto importanti in questo ragionamento. 

Io sarò questa domenica in Egitto, insieme alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e ad alcuni altri Primi Ministri: c'è un'iniziativa simile a quella che abbiamo portato avanti in Tunisia, quindi il Memorandum of Understanding, che stiamo portando anche in Egitto, e in parallelo c'è un lavoro di cooperazione bilaterale che verrà formalizzata durante la giornata di domenica che riguarda il Piano Mattei, particolarmente per la collaborazione in ambito agricolo e di formazione. Ma firmeremo anche una serie di intese di collaborazione nei settori della salute, del sostegno alle piccole e medie imprese e degli investimenti. 

Quindi diverse delle Nazioni che abbiamo presentato come i primi progetti pilota che partivano per il Piano Mattei sono già state oggetto di missioni, contatto e di un lavoro che sta andando avanti. Chiaramente siamo qui per rafforzare ancora questo lavoro. Perché? Perché per fare una cosa come quella che noi abbiamo in testa c'è bisogno del contributo di tutto il Sistema Italia e quindi ancora una volta ringrazio e sono molto contenta di poter contare sul contributo decisivo del nostro Sistema. Voglio anche dire che ci sono state molte persone - oltre quelle che noi avevamo già coinvolto - che hanno chiesto di essere parte di questo tavolo. La convocazione di questa Cabina di regia sarà delle volte anche variabile, cioè puntiamo a coinvolgere altri mondi, altre persone, altre realtà che possono dare una mano; ma voglio dire che sono ottimista perché ho trovato davvero molto molto interesse, molta voglia di esserci da parte del nostro sistema e quindi una comprensione di fondo della strategia che stiamo cercando di mettere in campo e una condivisione di fondo di quella strategia.  Faremo tesoro ovviamente di questa disponibilità e cercheremo di sfruttarla al massimo. 

Sul vostro tavolo voi trovate una prima nota di sintesi del Piano, si tratta di un documento che chiaramente è in costante aggiornamento, che è aperto ai vostri contributi. Siamo qui proprio e prevalentemente per condividere la prima stesura, la prima sintesi, raccogliere i vostri contributi. L'unica cosa vi chiedo - sempre perché dobbiamo essere concreti e veloci - di farli arrivare alla Struttura di missione, quindi al Consigliere Saggio, entro la fine di questo mese. So che la tempistica è un po' ristretta, ma dobbiamo essere bravi e veloci perché questo ci consente così di arrivare a una stesura consolidata del testo che potremo poi approvare nella seconda riunione della Cabina di regia che vorrei convocare nel mese di aprile e continuare ad andare avanti con il nostro lavoro. 

Chiaramente, e concludo, scrivere una nuova pagina – questo obiettivo ambizioso che ha l’Italia - dei rapporti e della cooperazione con il continente africano non è qualcosa che possiamo o vogliamo fare da soli. Quello che ho in mente è che l'Italia può essere pioniera in questo nuovo approccio, ma è fondamentale che noi riusciamo - con il nostro buon esempio e se dimostriamo che funziona - a coinvolgere a livello internazionale tanti altri: riguarda il tema dell'Unione europea, riguarda il tema del G7 - non è un caso che abbiamo aperto il G7 proprio con il Vertice Italia-Africa, non è un caso che il tema del rapporto con l'Africa, del ruolo del continente africano nell'attuale contesto geostrategico sia una delle principali questioni che l'Italia ha scelto di portare nella sua presidenza del G7, che ha scelto di portare al Summit dei leader, che come voi sapete si svolgerà tra il 13 e il 15 di giugno, ma lungo tutto l’anno della nostra Presidenza. 

Se noi vogliamo riuscire in questo sforzo di immaginare una strategia italiana, che però è utile non solamente all'Italia, e convincere gli altri, portarli su quella strategia, è importante che sappiamo farlo bene noi. Se non lo sappiamo fare bene noi difficilmente coinvolgeremo gli altri. Questa è la ragione per la quale abbiamo voluto una struttura e una convocazione così ampia che potesse davvero coinvolgere tutti coloro che possono fare la differenza. 

Grazie per il contributo che molti di voi hanno già portato, grazie soprattutto per il contributo che porterete a partire da oggi. Noi siamo sempre a disposizione, questa è una delle nostre assolute priorità. Io mi fermo qui e do la parola ai Ministri che vogliono intervenire.