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Che dire, con questo calore, con questa sala è molto difficile stare calmi, è un momento veramente commovente per le parole che mi sono state rivolte ma soprattutto per questo calore che viene da tutti voi ragazzi, e dal fatto che vi so bravi, vi sento bravi, come direbbe il Presidente Emiliano, vi sento pronti, perché tutti i pugliesi nascono pronti, ma voi in particolare, sento questo calore straordinario.
Presidente Emiliano, Sindaco Decaro, Presidente Scattarelli, grazie per le espressioni di stima, per le parole veramente molto care. Direttore Vingiani, grazie.
Care studentesse e cari studenti, è ovviamente un grande piacere essere qui con voi.
Voglio innanzitutto ringraziare tutti quelli che hanno parlato prima.
Il vostro Istituto, grazie ai suoi risultati, è un punto di riferimento non solo per la Puglia ma anche per tutti gli altri Istituti Tecnici Superiori d’Italia.
Grazie anche alla formazione tecnica e scientifica di alto livello, questo distretto è diventato un’eccellenza internazionale per la meccanica.
Rappresenta un Mezzogiorno coraggioso, un Mezzogiorno all’avanguardia, in cui convivono i grandi investimenti esteri e le piccole e medie imprese che vogliono crescere, competere, innovare.
Voglio ringraziare soprattutto voi studenti, siete all’inizio di un percorso di vita, di una vita che vi si apre e tutto quello che ho sentito oggi sarà una vita che vi farà contenti, vi farà felici, vi ringrazio per le testimonianze che avete fatto, rivelate un entusiasmo, una voglia di impegno che spesso, in altri giovani, non riesce a esprimersi e quindi bisogna ancora una volta ringraziare questo Istituto perché vi dà la possibilità di esprimere la voglia del vostro impegno. Ma devo dire anche altre cose su questo. Negli ultimi mesi, ogni volta che ho avuto occasione di incontrare dei giovani, sono rimasto colpito dal loro idealismo, dalla loro capacità, dalla loro dedizione.
Penso ai giovani diplomatici che mi hanno accompagnato durante la mia prima visita internazionale a Tripoli.
Ai medici e agli infermieri che ho conosciuto a Bergamo e al centro vaccinale di Fiumicino.
Ai campioni dello sport che ho avuto il piacere di ricevere a Palazzo Chigi.
Ma penso anche ai tanti che mi scrivono, per raccontare le proprie paure e le proprie ambizioni.
Con tutti loro, con tutti voi, voglio prendere un impegno.
Dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata delle sue ragazze e dei suoi ragazzi, sappiate che le vostre aspirazioni, le vostre attese, sono al centro dell’azione di Governo.
L’istruzione è alla base del percorso di crescita di qualsiasi giovane.
Negli anni della scuola acquisite conoscenze che vi serviranno negli anni a venire.
Scoprite le vostre inclinazioni individuali, i vostri talenti.
E vi preparate a partecipare pienamente alla vita del Paese.
Investire nella scuola è quindi un dovere civile e un atto di giustizia sociale.
Un sistema educativo che non funziona alimenta le diseguaglianze, ostacola la mobilità e priva l’Italia di cittadini consapevoli e capaci.
Dalla formazione non dipende solo il vostro futuro, ma anche il nostro, quello di tutti noi.
Le società più prospere sono quelle che preparano meglio i loro giovani a gestire i cambiamenti.
E oggi abbiamo davanti una trasformazione epocale.
Le due transizioni – quella digitale e quella ambientale – richiedono un’ampia e ambiziosa programmazione, che deve coinvolgere anche il sistema educativo.
Secondo alcune stime, l’Unione Europea dovrà investire circa 650 miliardi all’anno fino al 2030 per affrontare queste due transizioni.
Dovremo costruire nuove infrastrutture, riconvertire il nostro tessuto industriale.
E riallineare la domanda e l’offerta di competenze, soprattutto per le professioni ad elevata specializzazione.
Qui, come in altri ITS, avete saputo comprendere, disegnare il futuro.
Ogni giorno, vi confrontate con lo sviluppo e con il progresso.
Imparate a conoscere da vicino le macchine che migliorano la sicurezza nei trasporti o che analizzano i dati sanitari.
Toccate con mano quanto la capacità produttiva sia importante per le vite delle persone.
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E quanto l’innovazione possa fare la differenza su un territorio.
A livello nazionale, i tassi di occupazione tra i diplomati ITS sono molto elevati.
E qui, come dicevamo prima, il 92% di voi trova lavoro nel primo anno.
Questo successo è reso possibile da un’offerta formativa che punta sui settori più innovativi.
E che, anche grazie ai contatti con l’industria, risponde alle esigenze delle imprese e dei territori.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il programma di investimenti e riforme che abbiamo concordato con la Commissione Europea, mette al centro voi e i vostri coetanei.
Per questo ho deciso di iniziare da qui un percorso che illustri il PNRR e che nelle prossime settimane coinvolgerà tutto il Governo.
Investiamo circa 1 miliardo e mezzo di euro per dare ulteriore slancio agli ITS.
E favorire l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro.
Intendiamo formare nuovi docenti per percorsi di studio innovativi e potenziare le strutture, a partire dai laboratori che oggi utilizzano tecnologie 4.0.
La riforma degli ITS, attualmente all’attenzione del Senato dopo l’approvazione alla Camera, intende allineare la formazione tecnica superiore alle aree tecnologiche del futuro, come la mobilità sostenibile e le biotecnologie.
Vogliamo sia approvata definitivamente nel 2022, insieme alla riforma degli istituti tecnici e professionali.
Tra le nostre priorità, c’è quella di colmare i divari di genere.
A oggi, solo il 28% dei diplomati ITS sono donne.
Questo riflette un problema più ampio, che riguarda la presenza limitata delle ragazze e delle donne nelle materie tecnico-scientifiche.
È nostro dovere abbattere i pregiudizi e gli ostacoli che ancora ostacolano il talento femminile.
Una sfida che possiamo vincere solo se partiamo dalla scuola.
Inoltre, dobbiamo incrementare il numero di iscritti ITS al Sud.
L’istruzione tecnica all’avanguardia è essenziale per ridurre la disoccupazione giovanile, che nel Mezzogiorno è molto più alta della media nazionale.
Il processo di convergenza tra Nord e Sud è fermo da decenni.
Investire negli ITS, e più in generale in istruzione, ricerca e trasferimento tecnologico può contribuire a farlo ripartire, a colmare questo divario che ha smesso di restringersi 30-40 anni fa.
E per riuscirci, dobbiamo copiare le esperienze virtuose, come quella del vostro Istituto.
Le risorse messe a disposizione per il Sud oggi non hanno precedenti nella storia recente.
Dobbiamo spendere bene questi soldi, con onestà e con rapidità.
La responsabilità è del Governo, ma anche dei Comuni e degli altri enti territoriali.
I ritardi nella spesa, che per troppo tempo hanno colpito il Mezzogiorno, sono un ostacolo alla vostra libertà e una tassa sul vostro futuro.
A voi giovani spetta il compito di trasformare l’Italia.
Il nostro compito è mettervi nelle condizioni di poterlo fare al meglio.
Il vostro è cominciare a immaginare il Paese in cui vorrete vivere.
Preparatevi a costruirlo, con passione, determinazione e – perché no – anche con un pizzico di incoscienza.
Grazie.