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Francesca Basso (Corriere della sera): Sul fronte dell’export i Paesi andranno in ordine sparso? Se così come finirà con le richieste di Londra visto che a breve arriverà l’autorizzazione dell’Ema allo stabilimento olandese di AstraZeneca?
David Carretta (Radio Radicale): E’ necessario fare come gli Stati Uniti: Europa prima degli altri e vietare le esportazioni anche di società che rispettano i contratti come Pfizer-Biontech? Ritiene che ci sia un problema di avversione al rischio a livello europeo?
Risposta: Il criterio enunciato dalla Commissione ieri è in parte una modifica del precedente. Prima l’unico requisito che autorizzasse a bloccare, come abbiamo fatto noi e credo tra l’altro che siamo stati gli unici, l’esportazione di un certo vaccino era il fatto che la società che li produceva non avesse rispettato in passato i contratti. Il caso AstraZeneca. La Commissione ha allargato il criterio introducendo le parole “proporzionalità” e “reciprocità”. Nel bloccare l’esportazione di un vaccino conta anche cosa fa il Paese verso cui il vaccino è diretto: se blocca l’esportazione o no. Questo in un certo senso allarga le possibilità della Commissione di bloccare altre esportazioni. Poi ce ne uno più sottile cioè quello della proporzionalità che si intraprende quando si ha una spedizione di dosi verso un Paese che ha già un’alta percentuale di vaccinati. In questo caso la commissione pensa che si potrebbe più facilmente, eventualmente, rimandare o addirittura bloccare l’esportazione di un certo vaccino. Ci deve essere sempre il non rispetto dei contratti esistenti, un requisito importante. Il tema fu originariamente posto da noi poi però gli sviluppi successivi purtroppo hanno dimostrato che il tema in realtà ora è all’attenzione di tutti all’interno Ue. Si fa riferimento alle catene del valore perché alcuni vaccini sono prodotti in più punti. Le varie componenti del vaccino sono prodotte, per esempio, negli Stati Uniti ma arrivano e vengono infialati in Italia, come l’ultimo caso, o in altre parti dell’Ue. In questo caso, come ad esempio per la Pfizer, se si bloccano le esportazioni verso gli Stati Uniti, i quali per altro sostanzialmente hanno bloccato le loro esportazioni del vaccino, si interrompe la catena del valore. Si interrompe anche la produzione dei vaccini perché il principio attivo credo provenga dagli Stati Uniti per Biontech-Pfizer. Questo è stato il principio, la regola, introdotta dalla Commissione. Allarga la rete entro cui possono cadere le società che esportano ma nello stesso tempo introduce un criterio di attenzione a quei provvedimenti che possono interrompere la produzione di vaccini.
Angel Mauro (Huffington Post): Nel prossimo periodo Lei prevede flessibilità per gli Stati di scelta su quali contratti stipulare previa autorizzazione dell’Ema? Cosa risponde ai Governatori che chiedono di far ricorso al vaccino russo Sputnik?
Risposta: Mi riservo di esaminare la parte giuridica di questi ultimi contratti ma confermo ciò che ho detto la scorsa volta. Qui c’è in gioco la salute degli individui, la vita, la morte. Noi dobbiamo sempre cercare il coordinamento europeo. Dobbiamo far di tutto per rafforzarlo e se non si vede una soluzione è chiaro che dovremo cercare altre strade. Però starei attento a fare questi contratti perché, ad esempio, ieri la Presidente della Commissione ha messo in luce come da una loro indagine, parlando con il fondo russo che ha in mano la proprietà della produzione dello Sputnik, loro possono produrre fino a un massimo di 55 milioni di dosi di cui il 40% in Russia e il 60% in vari siti internazionali. E’ un vaccino con due dosi quindi in questo non differisce da altri ma è diverso da J&J. Non è stata presentata ancora formale domanda all’Ema ma l’agenzia europea del farmaco sta facendo una review delle varie componenti del vaccino e non prevede una pronuncia in merito prima di tre o quattro mesi. Se va bene, quindi, il vaccino sarà disponibile nella seconda parte dell’anno.
Tommaso Gallavotti (Adnkronos): Il Governo intende intervenire e come su sanitari che rifiutano di vaccinarsi? Lei si vaccinerà? Sull’art.7 l’Italia che posizione ha su procedura nei confronti di Polonia e Ungheria?
Risposta: Ieri non si è parlato della procedura nei confronti di Polonia e Ungheria e quindi non posso risponderle. Il Governo intende intervenire. Non va assolutamente bene che operatori non vaccinati siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta preparando un provvedimento a riguardo. Naturalmente la forma di questo provvedimento, come si esplicano le sanzioni, è ancora tutto da vedere.
Brahim Maarad (Agi): Come sarà intervento di Biden per aiutare l’Ue su fornitura dei vaccini? Che ruolo avrà l’Italia nel post pandemia sia in termini di prevenzione e salute ma anche economici?
Risposta: L’intervento di Biden è stato molto importante nel senso che ha veramente portato aria nuova e fresca nel rapporto fra Stati Uniti e Europa. Biden ha riaffermato che il pilastro della politica estera americana è l’Ue. Un tempo si diceva che gli Usa guardano a est, all’Asia, ed erano in una posizione equidistante in quegli anni. Oggi no. Oggi c’è solo un alleato fondamentale ed è l’Ue. Questo è stato veramente il nocciolo dell’intervento di Biden. Ha voluto riaffermare la sua diversità rispetto alla precedente amministrazione, con la totale fiducia nelle regole multilaterali che presiedono al commercio internazionale, ma in generale a tutte le forme di relazioni internazionali.
Il secondo punto su cui ha insistito molto è il tipo di relazioni che bisogna avere con gli altri Paesi, in primis la Russia e la Cina. Ovviamente il caso è diverso. La Cina per gli Stati Uniti è un rivale con cui competono. La competizione è anche benvenuta, così ha detto Biden ma le differenze restano profonde, per quanto riguarda i diritti umani, e ha insistito molto sulla franchezza con cui occorre rilevare queste differenze. La stessa regola, in un certo senso, è stata espressa per la Russia. Il Paese russo è un concorrente meno minaccioso, è un Paese con cui occorre trattare, misurarsi, ma devono smettere di interferire nelle politiche interne dei vari Paesi, nei processi elettorali. Per cui occorre essere franchi sulle differenze che ci sono con loro ed espliciti sulle violazioni dei diritti umani. Questo è stato essenzialmente l’intervento di Biden.
Ha parlato anche della Turchia, essendo questa un alleato della Nato, e ne ha rilevato l’importanza e l’efficacia di molte azioni di politica internazionale fatte dal Paese turco. Anche in questo caso ha detto che ci sono delle differenze fondamentali nei valori, ci sono valori che noi non condividiamo, anzi forse disvalori, e occorre - di nuovo ha insistito - essere molto molto franchi. Noi abbiamo parlato dell’abbandono della convenzione di Istanbul. Questo è stato un po’ il filo delle considerazioni di Biden.
C’è stato anche da parte dell’Unione Europea grande compiacimento e grande soddisfazione che questo dialogo sia stato ripreso. Poi con tutti i 27 Paesi, quindi non solo con i Paesi maggiori. L’amministrazione precedente nel tema della tassazione di multinazionali digitali aveva posto una posizione di totale chiusura. Questo è un problema che si può affrontare solo insieme agli Stati Uniti e invece l’amministrazione americana questa volta ha aperto alla possibilità di un accordo internazionale che permetta la tassazione delle società digitali. Questo ovviamente è un grosso cambiamento.
Laura Cannavò (Mediaset): C’è la volontà di riaprire le scuole anche in zona rossa fino alla prima media? Perché solo fino alla prima media? E’ realistica l’idea di poter fare tamponi in maniera regolare per tenerle aperte anche successivamente? Le Regioni potranno agire in maniera disomogenea?
Risposta: Confermo la decisione di riaprire fino alla prima media. Il ministro Bianchi sta lavorando perché questa riapertura avvenga in modo ordinato e in alcuni casi sarà possibile effettuare dei test. Parlare di azione estensiva globale, secondo me, è un’esagerazione, ma su questo darò la parola tra un momento al ministro Speranza. Le decisioni prese nell’ultima cabina di regia o l’ultimo decreto fatto ha portato a una diminuzione del tasso di crescita dei positivi. Addirittura, si comincia a vedere una diminuzione proprio nel livello dei contagi.
Naturalmente, il resto della situazione rimane molto critica, preoccupante. La volontà complessiva della cabina di regia è che se ci fosse stato uno spazio, l’avremmo utilizzato per la scuola fino alla prima media. Aprire ulteriormente aumenta le forme di contagio. Sono uscite una serie di evidenze scientifiche che mostrano come la scuola fino alla prima media di per sé non sia fonte di contagio, o comunque in misura molto limitata. Ciò che è fonte di contagio è tutto il resto che avviene intorno alla scuola, in primis il trasporto, le attività parascolastiche, che sono difficilmente controllabili. Più si alza l’attività scolastica, quindi, più queste attività aumentano.
Questa è stata un po’ la filosofia.
Tutti gli altri provvedimenti restano fermi anche perché queste evidenze scientifiche mostrano che le scuole sono un punto di contagio molto limitato, solo in presenza di tutte le altre restrizioni. Se queste venissero completamente abolite diventerebbero esse stesse un punto di contagio alto, elevato, proprio perché solo le attività para o peri-scolastiche che aumentano i contagi.
Gabriele Martelloni (RaiNews): Con quali atti concreti il Governo intende intervenire per tutelare gli anziani e i più fragili? Ci può essere un commissariamento delle Regioni?
Risposta: Quello che ho detto in Parlamento era una reazione abbastanza spontanea al vedere le differenze che c’erano tra le varie Regioni nel grado di vaccinazione di quelli che hanno oltre ottant’anni e forse anche quelli oltre settant’anni. La Costituzione attribuisce al Governo centrale le competenze sanitarie in caso di pandemia ma non era quello il motivo del richiamo. Non si può raggiungere il successo senza una collaborazione Stato-Regioni in nome dell’unità d’Italia. Il richiamo era inteso per dire alle Regioni: bisogna vaccinare le persone più fragili e oltre gli ottant’anni e poi andare in ordine di età.
Questo è quello che ho detto, probabilmente abbiamo anche aggiunto che quelle categorie per cui la vaccinazione era iniziata potessero continuare ad essere vaccinate. Questo il punto: il criterio dell’età. Quello che è difficilmente spiegabile alla gente è che si vedono delle categorie che sono state vaccinate prima e non si capisce perché queste categorie siano più fragili o più esposte degli ultraottantenni o degli ultrasettantenni, che poi sono i nonni che aspettano i bambini e i nipoti a casa.
La risposta delle Regioni è stata ampiamente positiva. Ci sono stati incontri tra la ministra Gelmini e le Regioni, ci sarà un incontro con il governo centrale - e ci sarò anch’io – la settimana che viene.
La sensazione è che bisogna lavorare tutti insieme, è inutile mettere divieti, minacciare misure. Il criterio di fondo è questo. Ormai credo che questo sia stato anche accettato universalmente, nessuno ha mai contestato questo criterio dell’età.
Quindi si va avanti così e credo che si vada avanti bene.
Antonella Scutiero (LaPresse): il leader della lega Matteo Salvini ha appena detto che è impensabile tenere l’Italia chiusa anche per tutto il mese di aprile. Quale sarà la scadenza del nuovo decreto? Avete discusso della proroga dello stato di emergenza? Come dice il ministro Garavaglia possiamo iniziare a pensare di prenotare le vacanze estive? State ragionando sull’entità dello scostamento di bilancio?
Risposta: Il problema se è pensabile o impensabile la chiusura dipende esclusivamente dai dati che vediamo. Noi sappiamo ormai dopo questo anno di sofferenza, più di un anno in realtà di sofferenza, qualcosa di più sulle fonti e sui posti di contagio. Queste misure hanno dimostrato, nel corso di un anno e mezzo, di non essere campate per aria. E’ desiderabile riaprire direi. Dopodiché la decisione se, cosa e quando riaprire dipende esclusivamente dai dati che abbiamo a disposizione.
Non abbiamo discusso la proroga dello stato di emergenza. Sono d’accordo con il ministro Garavaglia, se potessi andare in vacanza ci andrei volentieri.
Nicola Cordati (EuNews): Chi esattamente può rivendicare il blocco dei vaccini secondo quel rafforzamento che è stato indicato dalla Commissione? Questo rafforzamento è stato condiviso da tutto il Consiglio europeo? L’UE ha ancora, almeno come minaccia, l’intenzione di adire le vie legali per quanto riguarda il rispetto dei contratti e delle forniture?
Risposta: Sulla seconda domanda, ognuna delle parti dice che ha ragione. Ora, la decisione non è tanto decidere chi ha ragione, ma decidere se bisogna aspettare gli avvocati, in uno dei tanti tribunali competenti, per trovare una soluzione a questo problema. Mentre un’enorme quantità di vaccini prodotta in Olanda e in Belgio, destinati al Regno Unito, resterebbe lì inutilizzata.
La cosa più normale da fare sarebbe quella di trovare un accordo. Penso che dopo queste schermaglie legali quella sarà la strada verso cui si ci si indirizzerà.
Il blocco è completamente condiviso da tutto il Consiglio europeo, perché se queste risoluzioni sono unanimi, se hanno il consenso, si prendono. Se anche uno dei Paesi membri decide di porre il veto, non si prendono. Quindi certamente c’è il blocco e anche la formula estesa.
La competenza oggi è al Paese che rileva e deve essere poi certificata dalla Commissione europea. Ora l’enfasi è tutta sul blocco delle esportazioni ma non è che ne usciamo con i blocchi. Ne usciamo con la produzione dei vaccini. E’ l’unica cosa che ci fa veramente tornare fuori da questa pandemia e restituirà anche fiducia. In se stessi prima di tutto, fiducia nella possibilità di andare in giro sapendo che non ci si ammala, non si fa ammalare nessuno. Quindi fiducia nel tornare a viaggiare, fiducia nel ritornare a costruire le nostre relazioni.
Non ho risposto prima a una domanda a proposito di Macron. Bisogna certamente tornare ad avere quell’imprenditorialità che ha caratterizzato l’economia italiana e gli imprenditori italiani. La frase va interpretata più in reazione a quella che è la depressione che questo lungo periodo di contenimento, di restrizione ha provocato dovunque. Vi è una depressione, una perdita di interesse nell’attività, nel lavoro, nel futuro. Io credo che in questo senso bisogna tornare ad avere il gusto, più che del rischio del futuro, direi.
Nicole Winfield (Associated Press): Le richieste del Primo Ministro austriaco Kurz e di altre nazioni su una nuova distruzione dei vaccini aggiuntivi siano giuste o dovremmo attenerci al sistema attuale? Sarebbe d'accordo a un blocco totale dei vaccini al Regno Unito per adesso?
Risposta: La richiesta di un nuovo metodo di distribuzione, da parte non solo del ministro austriaco ma anche gli altri Paesi, dipende dal fatto che all'origine i vaccini furono ordinati dai vari Stati. La distribuzione di ogni tipo di vaccino avviene in base alla popolazione dei vari Paesi; però chi ha fatto l'ordine era libero di scegliere se importare più AstraZeneca o più Biontech-Pfizer o più Moderna, all'interno ovviamente delle dosi che si pensava fossero state disponibili. Alcuni Paesi hanno deciso di dare molta più importanza al vaccino di AstraZeneca, forse anche perché costava di meno. Dopo è successo che Biontech-Pfizer ha consegnato 66 milioni di dosi su 65 previste, quindi anche in più di quello previsto, Moderna ne ha consegnate 10 su 10, mentre AstraZeneca ne ha consegnate 30 su 120 nel primo trimestre dell'anno. Quindi quei Paesi che si erano concentrati tutti su AstraZeneca ora hanno molti meno vaccini disponibili. Teniamo presente però che, specialmente in Austria, la situazione non è drammatica perché ha un tasso di vaccinazione un po' più alto del nostro. Non abbiamo pensato a un cambio di modello di distribuzione. La Germania, noi, abbiamo deciso di no. Ovviare a una situazione di temporanea debolezza all'interno di questo trimestre, dividendoci una quota di Biontech-Pfizer che in eccesso rispetto alla distribuzione, questo si può fare. Naturalmente bisogna ora decidere i criteri con cui questi cinque o dieci milioni di dosi, in più rispetto alle previsioni, dovranno essere divisi. Questa è la discussione che avranno a Bruxelles i rappresentanti dei vari Paesi la prossima settimana.
Il blocco va considerato soprattutto nei confronti delle società che non rispettano i patti. Non voglio elaborare ma si ha l'impressione che alcune società, deliberatamente non faccio nomi, si siano vendute le dosi due o tre volte. Non dobbiamo arrivare al blocco totale che appunto interrompe la produzione del vaccino, perché alcune componenti sono prodotte altrove, e che poi innesca una situazione di tensione politica, per cui non si aspetta altro che per fare e rispondere con una misura analoga.
Alberto Ferrarese (Askanews): Invio Task Force della protezione civile e della difesa è obbligatorio o sarà condiviso con le regioni? Forza Italia ha proposto che ogni mese sia previsto in automatico uno scostamento di bilancio di 20 miliardi di euro, le sembra una proposta attuabile? Avete pensato quando sarà il prossimo scostamento di bilancio?
Risposta: niente è obbligatorio nel rapporto Stato-Regioni all'interno di uno schema complessivo previsto dalla Costituzione. Più importante ancora è che se ci sono le task force che queste siano adeguate. Questo è il punto fondamentale siano adeguate e pronte a fare il lavoro per cui sono state costituite.
Non abbiamo ancora discusso dello spostamento di bilancio, abbiamo discusso il quando ma non abbiamo preso decisioni. In Parlamento ho detto che si pensa debba essere intorno alla data della presentazione del documento di Economia e Finanza quindi metà aprile. Non abbiamo discusso dell'entità perché non si annunciano i numeri, 20 o 30 o 50, per guardare l'effetto che fa. Si vede esattamente dove l'azione di governo deve indirizzarsi, quali e quanti sono i bisogni e poi il da questo emerge lo scostamento necessario.
Marco Iasevoli (Avvenire): La gestione un po' lacunosa dei vaccini da parte dell’UE può far montare o ritornare un sentimento euroscettico? Si possono avere a cascata dei problemi nella maggioranza? Crede nella misura dell'assegno unico per figlio che entra in vigore il primo luglio? Come rendere efficace il ritorno a scuola per tutti?
Risposta: E’ abbastanza facile criticare col senno di poi le decisioni che sono state prese prima. Questo vale per tutto, non vale solo per l'Europa. Vale anche per noi stessi. La decisione di fare tutto insieme è stata giusta. Ci sarà tempo e modo di accertare le responsabilità. Oggi bisogna guardare al futuro e contrattare tutti insieme anche per i siti di produzione nel periodo futuro. Avere questa attenzione, ormai internazionale. Ci sono 55 siti produttivi nuovi in Europa per la produzione di vaccini. Mi sento di consigliare a guardare al futuro con ottimismo dal punto di vista dei vaccini. Fra l’altro ad aprile comincerà arrivare anche la Johnson & Johnson, vedremo quanto possibile ma ci sono delle previsioni che sono abbastanza consistenti.
Non sono stato vaccinato, lo farò con AstraZeneca. Spero la settimana prossima, ho fatto la prenotazione e sto aspettando che mi rispondano. Magari l’assegno unico fosse una questione personale perché avrei un'altra età. E’ certo che arriva il primo luglio, €250 al mese con una maggiorazione per i disabili.
Ci sono state scelte dei governatori che dovranno essere riconsiderate alla luce di una riaffermazione come obiettivo primario della politica del governo della scuola in presenza.
Christian Wermke (Handelsblatt): Quanto lunga sarà la strada per arrivare a un'unione fiscale? Come crede di allontanare la paura degli altri paesi?
Risposta: Di tanto in tanto le varie istituzioni europee si svegliano e guardano a quanto importante sia l'euro come valuta di riserva internazionale, come valuta utilizzata negli scambi internazionali, e regolarmente vedono che il dollaro è tanto importante e l'euro è poco importante. Ci sono poi una serie di progetti per valorizzare l'importanza internazionale dell'Euro e sono tutti da approvare e sostenere. Ho dei dubbi sul fatto che questi progetti, anche lo stesso euro digitale che è importantissimo, facciano aumentare significativamente l'importanza internazionale dell'Euro. Guardiamo al Dollaro: cos'è che determina l'importanza, il valore e il ruolo internazionale del dollaro? Lo determina che il debito pubblico, del tesoro americano, è il titolo finanziario più scambiato nel mondo. Noi abbiamo il debito dei vari paesi ma questi non hanno quella caratteristica del debito del tesoro americano, cioè di essere completamente privo di rischi. Una seconda cosa è che hanno un'unione un mercato dei capitali gigantesco, dove tutte le società possono emettere azioni che vengono scambiate ovunque allo stesso prezzo. Noi non abbiamo un'unione dei capitali, un mercato unito dei capitali. Abbiamo l'unione bancaria che è stata avviata qualche anno fa con grandi sforzi ma incontra ancora vari ostacoli. Loro hanno un’unione bancaria. In mancanza di un’unione bancaria, del mercato dei capitali e di un titolo condiviso che viene dal fatto gli Stati Uniti hanno un bilancio Federale, mentre noi abbiamo un piccolo bilancio che sta crescendo con la pandemia ma non è utilizzato per affrontare le situazioni di debolezza di forza dei singoli paesi europei. Non è utilizzato, come dicono gli economisti, in funzione anticiclica cioè di stabilizzazione dell'economia. Va benissimo quindi parlare di valore internazionale dell'Euro ma non bisogna farsi troppe illusioni finché non si risolvono questi problemi. Bisogna arrivare verso un'unione fiscale, tragitto molto lungo e difficile perché i vari Paesi la pensano in maniera diversa. Sarebbe importante avere un impegno politico. Non è che si concreti domani, non so quante generazioni ci vorranno. Un impegno politico che l'Europa marcia in quella direzione.
Federica Ionta (Radio Rai): Lei può ad oggi rassicurare che una dose o due, nel caso del richiamo, ci saranno per tutti quelli che lo richiederanno? Può dare un orizzonte temporale di quando raggiungeremo questo mezzo milione al giorno?
Risposta: Io non so se ci sia questa grande differenza. Comunque da oggi tutto è pubblicato sul sito della Presidenza quindi chiunque può accedere a tutti i numeri complessivi, Regione per Regione, categoria di età per categoria di età, per il personale scolastico, per il personale sanitario, per il personale delle RSA, per gli over 80, per quelli che hanno più di 80 anni e per quelli che hanno più di 70 anni, tutto questo potrà essere verificato sul sito della Presidenza. Io posso assicurare gli italiani.
Claudia fusani (Riformista): A che punto è il dossier che lei ha messo sul tavolo per cui bisogna produrre noi un vaccino e se c'è una tempistica visto che sappiamo che ministro Giorgetti ha lavorato molto su questa cosa?
Per quello che riguarda il personale sanitario vaccinato o meno, è un tema di cui si discute molto. Intendete procedere con un Decreto?
Avete avuto tempo e modo in questi giorni di leggere un libro fatto da un magistrato dove si dice che i vaccini sono acqua di fogna?
Risposta: Beh mi avesse detto uno scienziato forse l’avrei letto. Vado a mente, ci sono già vari accordi per la produzione di vaccini in Italia, l'ultima che mi viene in mente è la produzione di Pfizer in un'azienda della Lombardia se non sbaglio. Credo ci siano altri accordi con case farmaceutiche, 4, proprio spinta del ministro Giorgetti, anche del ministro Speranza, perché ce n'è uno di cui mi ha reso partecipe.
La ministra Cartabia io non lo sapevo, quindi questo accelera ancora di più la che immagino sia un decreto. Non avrà bisogno di legger tanto per produrre questo decreto.
Elisa saltarelli (Prima Pagina): Quali sono le strategie che il governo intende mettere in atto per demolire i timori degli investitori? Lei non ha mai accennato all'immigrazione irregolare, questo governo sta continuando la politica dei porti aperti. Vorrei sapere la sua posizione.
Risposta: sono più competente a rispondere alla prima ma risponderò anche alla seconda domanda. Ha fatto bene a chiedermi del futuro del post pandemia perché è ora di pensare al futuro, che poi è vicino. Le nostre aziende hanno continuato, con protocolli particolari, grazie anche alle forze sociali e gli imprenditori, a lavorare. Quindi non è che siamo l'economia che si vede andando in città, con le porte dei ristoranti e dei bar chiusi. Effettivamente c'è questo, ma c'è anche tanta gente che nel frattempo va al lavoro e produce. Il passo fondamentale per pianificare il futuro del post pandemia però, prima ancora degli investimenti, è azzeccare o comunque fare una politica economica ben disegnata per i prossimi sei mesi. È questo il punto, e questo vale a livello italiano, ma ancora di più a livello europeo. Questo riguarda la quantità di stimolo che noi riusciremo a iniettare nell'economia nei prossimi sei mesi. L'esempio americano vale e non vale perché loro non hanno tutti quegli stabilizzatori sociali che abbiamo noi. Quindi uno dovrebbe fare i conti, si arriva a una conclusione dove si vede che ancora le cifre americane sono più grandi delle nostre, ma non di così tanto come appare ora. Occorre fare di più in questa direzione, quindi occorre tenere una politica fiscale espansiva per i prossimi mesi in tutti i paesi europei. Tra l'altro questo si sta vedendo, in Germania è stata chiesta l'autorizzazione ad espandere il debito, in Francia, un po' tutti i paesi si avviano su quella strada. Il punto è vedere se riusciranno a fare abbastanza, oggi il pericolo è fare troppo poco, non fare un pochino di più.
Secondo, la composizione è essenziale. Proprio per la disponibilità di mezzi che l'Unione Europea ha e i singoli paesi hanno, che non durerà per sempre, è essenziale che questi mezzi vengano impiegati in un modo che costruisca il nostro futuro. Noi abbiamo avuto un periodo anche lungo, di più di un anno, in cui era necessario ed è ancora necessario sostenere gli individui, le famiglie, le imprese che hanno chiuso, hanno perso ogni attività. In questo senso la campagna di vaccinazione è fondamentale. Man mano ci sposteremo sempre di più verso una iniezione, uno stimolo, che andrà verso gli investimenti. In altre occasioni dicevo bisogna creare anche posti di lavoro perché probabilmente ci sarà un aumento della disoccupazione, perché ci saranno tanti aggiustamenti che la nostra società dovrà subire a seguito di questo, e non abbiamo visto ancora molto di quello che potrà succedere. I posti di lavoro si creano facendo nuovi progetti prima di tutto. Questo è un governo che ha preso questo impegno, a far progetti nuovi nel campo della digitalizzazione, della transizione ecologica, della lotta al cambiamento climatico. Non è che i posti di lavoro si creano solo con le fabbriche di metallo. Bisogna fare anche le cose vecchie, che vanno bene, che sono state finanziate, approvate ma per tanti motivi non sono state ancora fatte. Questa è un'altra sfida che il governo ha avanti: attuare il vecchio che va bene e aprire il nuovo che va bene. Queste sono le sfide che abbiamo. Sulla giustizia è molto complicato dire che i timori degli investitori debbano disegnare la futura giustizia di un Paese. Bisogna cercare di arrivare a una situazione in cui gli investitori si sentano rassicurati dalla giustizia. Il punto fondamentale è la velocità, è la rapidità, è la certezza del diritto. L'applicazione del diritto in tempi rapidi e modalità certe. Questo credo sia la cosa che rassicura di più.
Marco Conti (Messaggero): State preparando un nuovo decreto sostegni di che entità? In questa disputa sui vaccini non ha visto un po' di revanscismo inglese, anche forse di Bruxelles, che si intreccia e che probabilmente condiziona anche questa trattativa?
Risposta: il revanscismo ci potrà anche essere, probabilmente c’è da tutte e due le parti. Comunque non porta da nessuna parte. Da qui si esce solo con un accordo, altrimenti nessuno dei due ha voglia di stare in tribunale per non so quanti 10-20 anni prima di arrivare a una soluzione di a chi appartengono quei vaccini prodotti in Olanda e in Belgio, se sono di competenza e proprietà esclusiva del Regno Unito oppure no.
Ho l’impressione che sia interesse di tutti arrivare a un accordo, ed anche arrivarci abbastanza presto. Avevo detto prima che non abbiamo discusso di che entità sarà il lo scostamento di bilancio. Ne parleremo, ora come ho detto, la data sarà intorno a metà aprile, credo sarà proprio con la presentazione del documento di economia finanza. Nei giorni precedenti determineremo quali sono e sono state le categorie più colpite, sia ora sia prima. Questo è un po' il lavoro che si sta facendo al MEF, lo sta facendo un po' tutto il governo.
Albero D’Argenio (Repubblica): Su Eurobond ci può spiegare con quali funzione e con che tempi? Pensa che si possa aprire una discussione sull'ampliamento de 750 miliardi?
Risposta: posso pensare quello che voglio dell'utilizzo degli eurobond ma vanno fatti insieme. Altrimenti facciamo un altro tipo di bond, cioè un’emissione del tesoro italiano, ma non è come le eurobond. Agli eurobond ci si arriva quando ci vogliono arrivare tutti. Fin quando non riusciamo ad avere questa convinzione generale di tutti, nell'utilità di questo strumento, nella prosecuzione di un'integrazione economica che veda in questo strumento un passo fondamentale. Questo non è solo un titolo emesso, questo sta a fronte di un bilancio Comune. Quindi di una istituzione, oppure chiamiamolo semplicemente un ampliamento dei poteri dell'eurogruppo, sul bilancio Comune. Siamo un po' lontani da questo. Non posso fare una previsione. So solo che continuo a dire la stessa cosa ormai tanti anni. E’ importante ridirle le cose perché uno dei pericoli è che certi messaggi a un certo punto spariscano e spesso sono l'unica risposta a tanti problemi. Poi per non affrontare la risposta giusta che richiede però un investimento politico imponente da parte di alcuni Paesi, ci si ingegna a cercare altre risposte non rilevanti ai problemi. Occorre sempre avere ben chiaro questo. La risposta essenziale uno deve sapere sempre qual’è e deve sapere che se fa delle cose che non rispondono, sono marginali e si deve aspettare un risultato marginale da queste. Per inciso, una specie di eurobond è quello che è uscito con la creazione dei titoli emessi dalla Commissione Europea per finanziare Next Generation EU. Non è un eurobond perché poi la questione fondamentale è se questa è una iniziativa una tantum oppure stabilisce una procedura che continua. E’ chiaro che la Commissione oggi ha visto ampliarsi i sui mezzi finanziari, quindi è probabile che questo tipo di finanziamento venga utilizzato anche per altre cose. Questo sarebbe una via di mezzo, non c'è il bilancio però la Commissione si finanza la sua. Questo già di per sé è molto importante e siamo stati tutti quanti soddisfatti di questo passo avanti. Però teniamo presente una cosa: gli investitori apprezzano i titoli emessi dalla Commissione perché sono meno rischiosi di quelli emessi da tutti gli altri Paesi. Noi abbiamo un imponente debito pubblico da continuare a sostenere e da continuare a utilizzare per i nostri programmi di investimento. Occorre aver presenti tutte e due le cose. Poi per quanto riguarda se l'ampliamento del Next Generation EU non se n'è ancora discusso, almeno per quel che ne so io non se n'è ancora discusso.
La cosa che mi era passata di mente prima: noi faremo un decreto ora, però poi, questo decreto è preso sulla base dei dati disponibili oggi, continueremo a seguire questi dati, per cui vedremo come vanno. Non escludo cambiamenti in corso perché effettivamente la situazione è così complessa che va monitorata giorno per giorno, settimana per settimana.