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27 Maggio 2023

30esimo anniversario della strage dei Georgofili, dichiarazione del Presidente Meloni

Un feroce attacco allo Stato, una guerra dichiarata alla Repubblica per vendicarsi del carcere duro, una ferita gravissima inferta all’Italia e al suo patrimonio artistico e culturale. Nella notte tra il 26 e il 27 maggio di trent’anni fa la mafia decise di colpire con tutta la sua forza Firenze, facendo saltare in aria un’autobomba carica di 250 chilogrammi di esplosivo sotto l’Accademia dei Georgofili. Il crollo della Torre delle Pulci uccise Fabrizio e Angela Nencioni, le figlie Nadia di 9 anni e Caterina di appena 50 giorni.

26 Maggio 2023

Conversazione telefonica con il Primo Ministro della Repubblica della Macedonia del Nord

Conversazione telefonica tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Primo Ministro della Repubblica della Macedonia del Nord Dimitar Kovačevski. Il cordiale colloquio ha confermato l’ottimo livello delle relazioni bilaterali tra Roma e Skopje e il comune interesse a rafforzarle ulteriormente nel settore della Difesa anche nella dimensione delle attività di pattugliamento aereo sui cieli della Macedonia del Nord. Il Presidente Meloni ha assicurato il pieno sostegno del Governo italiano al percorso europeo di Skopje.

26 Maggio 2023

Il Presidente Meloni partecipa al Festival dell'Economia

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento in videocollegamento al Festival dell'Economia di Trento.

26 Maggio 2023

Campagna di comunicazione BTP Valore. Il tuo domani conta

La campagna di comunicazione del BTP Valore vuole informare sulla nuova famiglia di titoli di Stato, dedicati esclusivamente ai piccoli risparmiatori (il cosiddetto mercato retail). BTP Valore rappresenta una forma d’investimento semplificata rispetto alle aste tradizionali perché permette ai cittadini di sottoscriverli direttamente in giornate dedicate ai piccoli risparmiatori, senza tetti, né commissioni e con la possibilità anche di rivendere il titolo senza vincoli.

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Videocollegamento con il Festival dell'Economia

Venerdì, 26 Maggio 2023

INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE MELONI

Buongiorno a tutti, devo scusarmi per non essere all’ultimo momento riuscita ad essere con voi fisicamente, per via di giornate un po’ complesse. Essere presente a Trento mi avrebbe impedito di occuparmi di altre questioni, spero che possa essere sufficiente la mia presenza in collegamento.
Voglio salutare gli organizzatori, voglio salutare lei, Maria (Latella), e chi ci sta seguendo dalla platea.

L’ondata di maltempo che ha colpito l’Emilia-Romagna è stata eccezionale: sono caduti oltre 200 millimetri di pioggia in 36 ore, che si sono sommati ai 300 che erano già caduti sullo stesso territorio nella prima settimana di maggio. Per capire di cosa stiamo parlando, complessivamente, nel giro di 15 giorni, è caduta la metà di tutta la pioggia che mediamente cadrebbe nella stessa zona in un intero anno. Il bilancio lo conosciamo, un bilancio grave in termini di vittime, per le quali mercoledì abbiamo proclamato il Lutto Nazionale, e in tema di evacuati, che sono oltre 15mila. Ci sono di fatto intere città sotto l’acqua, infrastrutture compromesse, attività economiche e produttive in ginocchio. Oggi non è ancora possibile avere una quantificazione chiara dei danni complessivi, che sono ingenti. Lavoreremo sulle misure e anche sulle richieste che vanno fatte all’Unione europea. Voglio partire dal fatto che di fronte ad una catastrofe di questa portata serviva una risposta immediata e quella risposta è stata data con il Consiglio dei Ministri dello scorso martedì, con il quale abbiamo varato i primi interventi per oltre 2 miliardi di euro. Credo che vada ricordato, perché rappresenta uno sforzo immane, fatto praticamente in 72 ore, e del quale devo ringraziare tutto il Consiglio dei Ministri.

Abbiamo esteso lo stato di emergenza a tutti i comuni che sono stati colpiti dalla alluvione, quelli dell’Emilia-Romagna, e ci sono anche comuni colpiti nelle Marche e in Toscana. Ci siamo concentrati con un decreto-legge molto corposo soprattutto per dare risposte immediate: alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie, agli studenti, al comparto agricolo, turistico, sportivo e al mondo della sanità.

Abbiamo lavorato a 360 gradi per dimostrare che non ci saremmo voltati dall’altra parte. Non solo perché è doveroso verso i cittadini della Regione - qui siamo al Festival dell'Economia - ma perché è importante per l’Italia nel suo complesso, perché l'Emilia Romagna è una locomotiva in questa Nazione e, se si ferma, non possiamo mantenere gli ottimi-buoni parametri macroeconomici che l'Italia sta riscontrando in questo periodo molto difficile.

Voglio anche dire che lo meritano i cittadini delle aree colpite, perché quando sono andata a trovarli, ho trovato una realtà molto particolare. Di solito quando perdi tutto, quando sei in una situazione molto difficile, il sentimento prevalente è sempre quello della rabbia, nel cercare il responsabile o comunque, nel migliore dei casi, di avere un atteggiamento di rassegnazione. Io ho trovato un popolo che era lì a spalare fango e lo faceva con l'orgoglio negli occhi, che lo faceva dicendo bene, abbiamo un problema. Lo risolveremo, ricostruiremo.

Ecco, io penso che quando tu trovi cittadini che intanto sanno che devono partire dalla loro capacità di dare una mano, a maggior ragione devi rimboccarti le maniche.

Abbiamo fatto e stiamo facendo tutto quello che possiamo fare, ma è una prima parte di questo intervento. Servirà altro per la ricostruzione. Saremo chiamati a trovare le risorse che sono necessarie, e in questo il ruolo della Commissione europea può essere importante. Per questo è stata molto preziosa la visita della Presidente von der Leyen ieri in Emilia-Romagna. Perché una cosa è leggere i numeri, un’altra cosa è vedere la devastazione che l'Emilia Romagna ha subito. Noi attiveremo soprattutto il Fondo di Solidarietà, un Fondo che l’Italia purtroppo ha dovuto già attivare altre volte.

Ci sono varie questioni sulle quali la Commissione può darci una mano, anche nella flessibilità dei fondi esistenti a partire dai fondi di Coesione, fino arrivare al tema del PNRR, che però riguarda soprattutto il tema della messa in sicurezza del territorio. Il PNRR da questo punto di vista è un fondo molto strategico, perché viviamo in un tempo nel quale, inevitabilmente, l’imprevisto è la previsione più accurata che possiamo fare. Sono partita per il G7 in Giappone nominando un Commissario alla siccità e torno nominando un Commissario all’alluvione. Questa è la realtà che noi viviamo, e quindi la messa in sicurezza del territorio, la possibilità di spendere al meglio i fondi del PNRR, per noi sono una priorità assoluta.

DOMANDE

Maria Latella: Presidente, qui siamo al Festival dell’Economia, Il Sole24ore è un quotidiano economico che guarda ovviamente al ruolo dell'Italia, dell’impresa italiana in termini internazionali. Ieri è stata in visita a Roma la ministra degli Affari Esteri francese Catherine Colonna e il ministro del Commercio Olivier Becht che oggi è intervistato proprio su Il Sole24ore. Lei a Hiroshima ha incontrato il Presidente Macron. Le chiedo due cose: di che cosa avete parlato? Nel senso che i rapporti che erano tesi fino a qualche giorno prima, sembrano ora di nuovo meno tesi e se il Piano Mattei per l'Africa, che lei sostiene con forza da tempo, incontra anche l'interesse del Presidente Macron.

Presidente Meloni: Guardi, con il Presidente Macron abbiamo avuto come sempre un incontro molto basato sulla concretezza, come facciamo sempre. Se posso dire, trovo abbastanza divertente una certa lettura che si dà delle nostre relazioni, se posso permettermi la trovo anche un po' infantile. Ma vi salutate? Vi parlate? Vi vedete? Italia e Francia sono nazioni che hanno rapporti secolari, e questo non cambia sulla base delle polemiche politiche, di politica interna, quelle buone per la campagna elettorale. 
Voglio anche dire, riguardo a questo tema della Francia ma anche di altri governi, che il fatto che diversi governi, di estrazione politica diversa dalla nostra, sentano il dovere a volte di criticarci, non vuol dire che il Governo italiano va male. Vuol dire che sta andando molto bene. Vuol dire che una certa narrazione rischia di essere smontata. E questo è un problema che alcuni hanno, non con noi, ma in realtà con le loro opposizioni interne. Ecco, tanto per chiarire, da cosa arrivano le polemiche. Però i rapporti tra Stati non dipendono da queste questioni e i rapporti tra l'Italia e la Francia sono dei rapporti storicamente forti. Sono rapporti tra due Nazioni importanti, centrali, protagoniste in Europa che hanno interessi convergenti su molti dossier. Con Macron noi abbiamo affrontato il tema della gestione dei flussi migratori, abbiamo parlato della Tunisia, di come arrivare al prossimo Consiglio europeo adottando misure concrete proprio in tema di immigrazione. Noi in Europa siamo riusciti a cambiare il paradigma nel rapporto con l'immigrazione: il tema non è la gestione dei confini interni dell'Unione europea e i movimenti secondari, il tema è lavorare sulla difesa dei confini esterni perché è l'unico modo per risolvere anche il problema dei movimenti secondari. Dopodiché, io continuo a essere convinta - e arrivo al piano Mattei - che se noi vogliamo trovare, per esempio, una soluzione strutturale al tema della migrazione, non si possa prescindere dal rapporto con l'Africa. Noi in questi anni ci siamo occupati di garantire il diritto ad emigrare e non ci poniamo il problema di come garantire il diritto a non dover scappare da casa propria. L’Africa non è un continente povero, l’Africa in potenza è un continente ricco. Quello che noi dobbiamo riuscire a fare è cooperare in un modo non predatorio con i Paesi africani per aiutarli anche secondo alcune esigenze che noi abbiamo - penso al tema energetico -, portando infrastrutture, portando investimenti, portando formazione ai lavoratori, e – ripeto - facendolo, e questo è il concetto del Piano Mattei per l'Africa, in modo che si lasci qualcosa in queste Nazioni e anche risolvendo alcuni nostri problemi.
Energia: noi abbiamo il problema della crisi internazionale. L'Europa non può più guardare a Est e si trova con un enorme problema di approvvigionamento energetico, deve guardare a sud. A sud ci sono Nazioni, in Africa, che hanno un potenziale in evoluzione energetica enorme; con il sostegno non solo italiano ma europeo, noi possiamo portare gli investimenti che servono a queste Nazioni a crescere, a chi scappa da quelle terre a trovare lavoro, e che servono a noi a risolvere un problema di approvvigionamento energetico, con tecnologie che possono essere le più disparate. Io ho incontrato l'altro ieri il Presidente dell'Angola e loro sono per esempio interessati alla produzione dell'idrogeno verde. Questa è la sfida del Piano Mattei per l'Africa. Interessa certo a tutta l'Europa, la sfida è riuscire a convincere tutti a portare gli investimenti che sono necessari, ma è una materia sulla quale noi ci stiamo concentrando moltissimo. A ottobre, e chiudo, ci sarà la conferenza Italia-Africa qui a Roma e noi contiamo di arrivare a quell’appuntamento con una presentazione dettagliata di questo nostro progetto, che è già concreto in molte iniziative che si stanno portando avanti e su questo riportare un’Europa più presente in un continente africano, che altrimenti rischia di essere depredato da altri attori che non hanno lo stesso approccio.

Maria Latella: Sicuramente l'Africa rientra nel titolo del Festival dell'Economia di quest'anno, ‘il Futuro del Futuro’. A me sta molto a cuore il futuro dei nostri giovani. L'Italia purtroppo ha un altissimo tasso di giovani che non lavorano e non studiano. Una delle misure che il suo governo ha varato, proprio nella simbolica data del primo maggio, è il taglio del cuneo fiscale. Ne riassumo soltanto una parte: un dipendente con una busta paga di 1.300 euro al mese, beneficerà di una riduzione netta del cuneo fiscale di 48 euro. Ora, siccome sul cuneo fiscale erano intervenuti anche altri governi - cito quello di Romano Prodi o il Governo Conte - senza che si fossero realizzati dei cambiamenti minimamente sostanziali nella vita dei lavoratori, le chiedo perché con il vostro provvedimento le cose dovrebbero cambiare?

Presidente Meloni: Intanto perché l'impatto del taglio che noi stiamo realizzando è diverso da quello che avevano realizzato i predecessori e non è finito. Io continuo a ritenere che il taglio della tassazione sul lavoro debba essere una priorità, per questo noi abbiamo, finora, con due diversi provvedimenti - uno era la Legge di bilancio e l'altro è il provvedimento che abbiamo varato il primo maggio - di fatto prodotto un taglio del cuneo contributivo che è di sei punti per i redditi fino a 35.000 euro e addirittura di 7 punti per i redditi fino a 25.000 euro.
L'impatto per i lavoratori è un impatto che, soprattutto in un periodo di inflazione galoppante, è per forza di cose importante, ed è secondo me la cosa più importante che si può fare in questa fase. Dopodiché anche questo non è tutto, nel senso che noi vogliamo andare avanti. Ovviamente la prima sfida è rendere questi provvedimenti strutturali, e la seconda sfida è cercare di allargarlo ulteriormente. Intanto voglio ricordare che se è stato possibile varare questi provvedimenti è perché - lo dico perché le critiche delle opposizioni anche sul fatto che non dovrebbe impattare una misura di questo tipo - se io avessi seguito quello che suggerivano di fare le opposizioni, non avrei avuto le risorse per varare provvedimenti di questo tipo: penso per esempio alla questione, annosa, famosa del taglio delle accise sui carburanti. Io avevo in Legge di bilancio, al netto della questione energetica, che era la priorità sulla quale abbiamo speso trenta miliardi, dieci miliardi che avanzavano, secondo altri avrei dovuto metterli interamente sul taglio delle accise con una iniziativa che aveva un impatto minimo e che aiutava tutti noi, noi l’abbiamo concentrata sui redditi più bassi e in parte sul taglio del cuneo contributivo. È ovvio che chi sta dall'altra parte critica. L'unica cosa è che non credo si possa sostenere allo stesso tempo che abbiamo dei salari da fame, che c'è un problema dell'inflazione, che bisogna mettere più soldi in tasca ai lavoratori, che addirittura bisogna immaginare un salario minimo legale, e poi dire che abbassare il cuneo contributivo e rafforzare le buste paga è una misura inutile, perché le due cose non stanno insieme. Io credo che sia molto più utile tagliare il cuneo contributivo e mettere più soldi in tasca ai lavoratori, piuttosto del salario minimo legale, che un’iniziativa buona sul piano filosofico ma che nella sua applicazione rischia di essere un boomerang, perché segnalo che noi abbiamo una altissima percentuale di contrattazione in Italia. Ora la domanda è: quando noi dovessimo inserire un salario minimo per legge, quel parametro diventerebbe aggiuntivo - e quindi di maggior tutela - o sostitutivo - e quindi in alcuni casi di minore tutela? Allora noi stiamo cercando di fare la cosa più concreta, andiamo avanti su questa strada, credo sia anche un segnale di merito. Anche altri provvedimenti che abbiamo fatto, il fringe benefit, il taglio della tassazione sui premi di produttività, cioè puntiamo molto a dire: sappiamo che questo è un periodo difficile, le aziende e i lavoratori sappiano che noi riconosceremo il fatto che in questa stagione difficile si stanno rimboccando le maniche. Questo secondo me è il messaggio più potente che si può dare in questo momento.

Maria Latella: Lei giustamente prima ha detto “L'opposizione è critica”, lei è stata una maestra quando era all’opposizione.

Presidente Meloni: Ma si figuri, di questo ho grande rispetto. Anzi, io penso che l'opposizione debba essere dura. Quindi se non ti preoccupi, non mi scompongo.

Maria Latella: Invece io che ho alle spalle una lunga esperienza di lavoratrice dipendente mi lamento perché ogni riforma fiscale che c'è stata non è mai riuscita a incidere davvero sull'evasione fiscale e allora hai voglia a tassare quelli che sono lavoratori dipendenti e che non sfuggono. Le chiedo. A proposito di riforma fiscale avete dato tre fasce di reddito al posto delle quattro, sanzioni penali per i contribuenti impossibilitati a pagare, sanzioni attenuate, però resta il problema dell'evasione fiscale che è stata di 100 miliardi nel 2019. Come pensa di procedere a un bilanciamento facendo pagare chi evade da sempre e pagare meno tasse a chi invece non hai evaso mai?

Presidente Meloni: Intanto con il disegno di legge delega abbiamo messo le basi per un riordino complessivo del sistema fiscale. Mi corre l'obbligo di dire che, nonostante negli ultimi decenni si sono susseguiti moltissimi interventi sul fisco, una riforma organica del tema fiscale non viene fatta da qualche decennio e secondo me è molto prezioso e molto strategico farlo. Noi vogliamo realizzare una riforma che intervenga su tutti gli ambiti del sistema e che riguardi le diverse tipologie di tributi, ma anche la disciplina di accertamento e riscossione, il contenzioso, i profili delle sanzioni amministrative plenari, il rapporto tra processo penale e tributario e dall'altra parte semplificando il sistema, quindi gli adempimenti delle procedure - cosa che io ritengo fondamentale, e lo so che rischio di diventare ripetitiva, perché noi non risolviamo nessun problema se non partiamo soprattutto da un diverso rapporto tra lo Stato e il cittadino, cioè questa è la cosa più strategica che serve in Italia. L’Italia è l'unica nazione al mondo - anche questo l'ho già detto- nella quale vige il detto “fatta la legge trovato l'inganno” perché la percezione è che Stato e cittadini siano avversari, che lo Stato voglia in qualche maniera prendersi gioco di te e quindi se ti prendi gioco dello Stato fai una cosa buona, ma così non ne usciamo. Allora bisogna partire dal presupposto che io ti do una mano in tutto quello che serve: ti semplifico le procedure, ti metto una tassazione giusta e poi sono molto rigida, se nonostante questo segnale di collaborazione - e non di avversità che ti do - non ti comporti bene. Allora noi sul tema del contrasto all'evasione fiscale abbiamo fatto decine, centinaia di norme in questi anni, dopodiché l’evasione fiscale rimane orientativamente intorno ai 100 miliardi di euro sempre. Vuol dire che questo approccio finora non ha funzionato. Abbiamo intanto previsto nella Legge di bilancio l'assunzione - tanto per capire che non vogliamo “gettare la spugna”, come si dice in tema di evasione fiscale - di circa 3900 nuovi funzionari dell'Agenzia delle Entrate, che voglio ringraziare perché quest’anno hanno fatto un ottimo lavoro, così come siamo stati i primi a prevedere per esempio una norma sulle aziende “apri e chiudi”, cioè su quella cosa che lo Stato per anni ha fatto finta di non vedere per cui c'erano aziende che aprivano e chiudevano prima che lo Stato cominciasse a fare i controlli e frodavano il fisco per miliardi di euro e siccome era difficile andarli ad acchiappare lo Stato italiano si rivaleva su chi invece cercava di rispettare le regole. Diciamoci la verità. La lotta all'evasione fiscale che è stata fatta in questi anni è sembrata a volte più simile a caccia al gettito che a evasione fiscale. Allora io non penso che lo Stato debba fare caccia al gettito fingendo di combattere l'evasione fiscale. Penso che debba andare a combattere l’evasione fiscale che però in Italia è sulla grande evasione, penso per esempio alle frodi sull'IVA, penso alle grandi frodi, penso alle Big Company, penso alla Stato che patteggia miliardi di euro di evasione chiedendo il rientro di 100 milioni con una disponibilità che non dimostra verso il piccolo commerciante. Uno Stato giusto, semplice, chiaro. Questo è l’unico modo per combattere veramente l’evasione fiscale in Italia secondo me.
 
Maria Latella: Vediamo se l'anno prossimo o tra 2 anni sarà di meno di 100 miliardi. Mi restano sette minuti e trenta secondi. Allora ne approfitto per farle ben due domande. Qualche domenica fa, ospite del Caffè della domenica su Radio 24, avevo Matteo Salvini: gli ho chiesto se si farà prima la riforma delle autonomie o il presidenzialismo. Lui mi ha risposto che la riforma sulle autonomie è già più avanti, quindi di fatto si farà prima quello, ne ho dedotto che siamo in campagna elettorale per le europee. Come pensate di governare, essendo pronti a una campagna che vi vedrà sul proporzionale perché alle europee ciascuno va per conto suo?

Presidente Meloni: Guardi, governando bene. Storicamente è dimostrato che se offri ai cittadini le risposte che i cittadini attendono è un vantaggio per tutti: per i cittadini e anche per chi governa ed è quello che noi stiamo cercando di fare. E, lo dico senza polemica, perché è normale che si tentino queste ricostruzioni, ma le voglio dire sinceramente che il clima che noi viviamo in Consiglio dei Ministri e tra i partiti della coalizione è un ottimo clima. Nella semplificazione del racconto politico poi si cerca sempre di costruire la rivalità, ma oggi io quella rivalità non la vedo anche sul tema del quale parliamo perché la narrazione per la quale la riforma in senso presidenziale dello Stato è di Fratelli d'Italia, e l'autonomia differenziata è una cosa della Lega, è una narrazione sbagliata. Presidenzialismo e autonomia sono due punti entrambi contenuti nel programma di tutto il centrodestra. Sono riforme delle quali tutto il centrodestra parla da anni, sono riforme che vogliamo portare avanti banalmente perché noi siamo lì per realizzare quello che i cittadini ci hanno chiesto di realizzare con le elezioni, cosa non comune a volte nella politica italiana ma per me fondamentale. E quindi una volta che i cittadini si sono espressi e ci hanno chiesto di fare queste riforme noi le dobbiamo fare ed è quello che stiamo facendo. Lo facciamo con strumenti che sono diversi, che hanno tempi diversi perché autonomia e la riforma delle istituzioni sono due materie diverse, ma le faremo entro la fine di questa legislatura che è quello che ci interessa fare. Dopodiché io penso nello specifico che l'autonomia differenziata rafforzerà la coesione nazionale - a differenza di quello che si dice - perché noi finalmente introdurremo livelli essenziali delle prestazioni che sono il vero elemento di coesione, che finora non si è riusciti a fare, e allo stesso tempo rafforzeremo le competenze di quelle regioni che dimostrano di saper spendere meglio i soldi per gli italiani. E qui attenzione: l'autonomia differenziata non funziona che io tolgo qualcosa a una Regione per darla a un'altra; funziona che se io ho una Regione particolarmente virtuosa, ossia che gestisce particolarmente bene i suoi soldi, prendo in considerazione, dal livello dello Stato centrale, di darle altre competenze. E quindi è anche una grande riforma di responsabilizzazione di chi amministra quelle regioni, perché a me non stupisce che chi si straccia le vesti contro l'autonomia differenziata sia anche chi, per esempio, in questi anni non è riuscito a spendere miliardi di euro dei fondi europei. Quindi credo che anche questo possa essere virtuoso e funzionale a tutte le regioni, così come una riforma seria delle Istituzioni dello Stato, secondo me, è fondamentale, partendo da due principi che per me sono irrinunciabili. Lei ha visto che io ne sto parlando con le opposizioni, ne parlerò con le categorie produttive, raccolgo gli spunti di tutti. Per me ci sono due punti irrinunciabili sulla riforma costituzionale: la stabilità dei governi e delle legislature, che è la cosa più potente che economicamente puoi costruire per questa Nazione, e il rispetto del voto dei cittadini nelle urne - articolo 1 della Costituzione “La sovranità appartiene al popolo”. Su questi due obiettivi io ho avviato l'interlocuzione. Credo però che una riforma di questo tipo non sia, come alcuni dicono, secondaria. È - ripeto - la cosa più importante che si può lasciare in eredità al futuro: una Nazione normale, nella quale i governi non cambiano dopo un anno e mezzo, credibile a livello internazionale e nella quale la politica sia chiamata a realizzare una visione e non semplicemente a spendere soldi alla cieca per garantirsi che nei prossimi sei mesi, quando ci saranno le successive elezioni, la gente ti voterà. Questo è molto prezioso ed è una cosa sulla quale sono impegnata personalmente.
 
Maria Latella: Dal futuro del futuro a un recente presente, ci sono foto che diventano iconiche. Ha fatto molto discutere la foto del Presidente Biden che la prende per mano.  È stato un gesto non previsto, un po' come il gesto che ha avuto lei, istintivo, di toccare il braccio di Papa Francesco? Cosa c'è dietro quella ‘mano nella mano’ con il Presidente Biden? Non è una domanda sentimentale, è una domanda politica.

Presidente Meloni: Io ho letto ogni genere di ricostruzione, un po' di polemica sia per la foto dove, appunto, Biden mi abbraccia, sia nella foto nella quale mi prende la mano. Io penso che fosse semplicemente un gesto di vicinanza e di simpatia umana. Sono gesti normali, che si manifestano in modo diverso a seconda delle persone con cui sono coinvolta, però poi che cosa c'è? Che cosa c'è nella discussione sulla foto? Perché il punto di questa discussione non è che c’è un gesto di simpatia tra due leader che è un fatto molto comune. Il punto di questa discussione è che quella foto rivela la totale falsità di una narrazione che era stata fatta durante la campagna elettorale, prima della campagna elettorale e all'indomani della nostra vittoria della campagna elettorale da certa stampa e certa sinistra: quando si diceva che con la Meloni a Palazzo Chigi e con un Governo di centro-destra l'Italia sarebbe stata isolata a livello internazionale, che sarebbe stata chiusa in un angolo, che non avrebbe avuto interlocutori, che sarebbe diventata un reietto a livello internazionale. A lei pare che sia questa la realtà dopo 7 mesi? No. E perché? Punto primo perché i rapporti tra le Nazioni, e particolarmente delle Nazioni alleate, non dipendono dal colore dei governi che quelle Nazioni hanno, in particolare nell'attuale contesto. I governi su cosa fanno la differenza? Fanno la differenza della postura che hanno e la postura dell'Italia oggi è la postura di una Nazione seria, che cammina a testa alta nella storia e che è affidabile - dove però affidabile non significa che è accondiscendente. Noi abbiamo avuto una politica estera accondiscendente che magari diceva sempre ‘sì’.

Maria Latella: Siamo sempre stati pro America nella nostra storia, no?

Presidente Meloni: Certo, ovviamente le nostre alleanze sono sempre le stesse, poi - dicevo - la differenza la fa la postura. Noi abbiamo avuto delle volte una politica che io definisco accondiscendente, che diceva ‘sì’ perché l'importante era il sorriso nella fotografia: la politica estera fatta attraverso le fotografie. L’importante è essere nella foto e sorridere nella foto, poi magari, dopo aver sorriso nella foto, dopo averti detto di sì, ti cambiava magari le carte in tavola a luci spente. Affidabile è un'altra cosa. Affidabile significa che non devi aspettarti nulla di diverso da quello che ti dico, cioè la base di ogni credibilità. Oggi l'Italia è questo ed è per questo che viene rispettata a livello internazionale. È normale che lavori per difendere il suo interesse Nazionale, come fanno tutti gli altri, ma che sappia farlo in un sistema multilaterale. Il punto è che le persone devono sapere che si possono fidare di quello che dici. E questo io credo che possa fare la differenza nella centralità di questa Nazione rispetto al passato.

Maria Latella: Mi prendo ancora qualche minuto extra, ma proprio in finale, perché non posso non chiederglielo. Lei è la prima donna Presidente del Consiglio. Io conduco da anni una trasmissione che si chiama ‘Nessuna è perfetta’. Lei pure, come molte di noi, come molte donne, aspira ad essere considerata perfetta in ogni settore - come Presidente del Consiglio, nella sua vita personale e privata? O c'è qualcosa a cui ha deciso di dire ‘Vabbè, non ce la faccio, perfetta non sarò’?

Presidente Meloni: La perfezione non esiste, la perfezione è una prerogativa di nostro Signore. Pensare di essere perfetti, o ambire essere perfetti, è un fatto di vanità e la vanità è, tra i sette peccati capitali, è quello più insidioso. Il punto non è se si sia consapevoli di essere imperfetti - questo io lo dò per scontato -, il punto è se si sia consapevoli di quali sono i propri limiti e cosa si fa dei propri limiti. Perché i difetti possono anche essere un'occasione. Devi sapere quali sono e con alcuni, per forza, impari a convivere e non ci puoi fare niente, altri li correggi, altri possono per paradosso essere un elemento di forza. Io sono diventata secchiona, ad esempio, perché ero una persona insicura e, siccome ero anche orgogliosa - che è un'altra cosa che può essere sia un pregio che un difetto -, alla fine ho utilizzato quella debolezza cercando di trasformarla in un punto di forza. Questa consapevolezza anche della propria insicurezza, questo fatto che puoi rispondere con i fatti, secondo me è quello che poi fa la differenza. E lo dico particolarmente alle donne, perché questo è un mondo che sulle donne costruisce sempre il tema dell’insicurezza. Mi è capitato di dire che io sono sempre sottovalutata nella vita, ma questo può essere un vantaggio perché, quando tutti ti sottovalutano, forse puoi anche stupire. Bisogna trasformare i propri limiti in un elemento di forza e questo fa la differenza tra fare i conti con sé stessi. Il racconto che hanno fatto certi politici, o che fanno certi politici, tentando di dimostrare che loro sono qualcosa di diverso dalla normalità del genere umano, non ha aiutato la classe politica, perché oggi quando si dice ‘i politici’ sembra siano venuti da Marte con un ufo. I politici sono italiani, sono persone normali, hanno pregi e difetti. Tentare di raccontare che siamo un'altra cosa non ci ha aiutato nell'empatia e nel rapporto col popolo italiano. Si fa del proprio meglio: questo è quello che, secondo me, ciascuno deve fare nel proprio ambito e che io provo a fare nel mio, difetti inclusi.
 
Maria Latella: So che deve partire e anche se penso che avremmo potuto fare altre quindici domande - io me le ero anche preparate – ma… è andata così. La aspettiamo in presenza al prossimo Festival dell'Economia, intanto grazie per essere stata qui con noi.

Presidente Meloni: Volentieri. Grazie a voi e a presto

26 Maggio 2023

Il Presidente Meloni partecipa al Festival dell'Economia

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento in videocollegamento al Festival dell'Economia di Trento.

26 Maggio 2023

Il Presidente Meloni partecipa al Festival dell'Economia

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento in videocollegamento al Festival dell'Economia di Trento.

25 Maggio 2023

Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 36

Il Consiglio dei ministri si è riunito giovedì 25 maggio 2023, alle ore 19.20, a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

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Visita in Emilia Romagna, punto stampa Meloni - von der Leyen

Giovedì, 25 Maggio 2023

Buonasera a tutti, grazie di essere qui, ma soprattutto un ringraziamento alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per essere venuta in Emilia-Romagna a rendersi personalmente conto della situazione che questa regione sta affrontando, e con lei la Nazione intera.
La voglio ringraziare perché ero con la Presidente von der Leyen nei primi giorni in cui questo disastro è accaduto, al G7 ad Hiroshima, in Giappone. Da subito, la Presidente von der Leyen ha mostrato la sua attenzione, la sua solidarietà, come hanno fatto anche gli altri leader. Voglio anche ringraziare i tanti capi di Stato e di governo che in questi giorni hanno scritto, offrendo la loro solidarietà e la loro disponibilità. 
E questa solidarietà è stata anche già dimostrata dal fatto che è stato attivato il Meccanismo europeo di Protezione Civile. Voglio ringraziare Fabrizio Curcio e la Protezione Civile. Hanno già offerto la loro disponibilità nove Stati membri e quindi ci sono già segnali molto concreti di solidarietà dal punto di vista europeo. 
Chiaramente il sostegno della Commissione e dell’Unione europea può essere in questa fase molto importante. Nelle prossime settimane, una volta che saremo riusciti a fare una stima complessiva dei danni derivanti dall'alluvione faremo anche la richiesta per l'attivazione del Fondo di solidarietà, previsto proprio per i disastri e le calamità naturali. Purtroppo è un fondo al quale l'Italia ha già dovuto accedere altre volte. Credo che sia stato importante che la Presidente von der Leyen vedesse con i suoi occhi anche l'estensione del problema e i problemi multiformi con i quali abbiamo a che fare, perché avremo bisogno di un occhio di riguardo su questa regione, relativamente anche ai programmi di vario genere e agli altri fondi: dai Fondi di coesione in poi ma penso, ad esempio, a tutto il tema agricolo. Questa è una regione fortemente agricola e c'è bisogno di attenzione per le aziende che oggi sono particolarmente in difficoltà. 
Chiaramente la presenza della Presidente von der Leyen è un segnale di disponibilità più che formale e concreto, quindi davvero voglio ancora ringraziarla, lasciarle la parola, non prima di scusarmi se non potrò accompagnarla nel giro che farà per vedere, dopo averlo visto dall'alto, quello che invece è il punto di vista dei cittadini di questa regione. Si recherà a Cesena, noi purtroppo abbiamo il Consiglio dei Ministri, quindi verrà accompagnata, per quello che riguarda il Governo, dal Ministro Fitto. Ovviamente ci sarà anche il Presidente Bonaccini, che pure ringrazio per la sua presenza, la sua disponibilità e la sua attenzione. 
Stiamo lavorando molto bene in queste ore. Voglio dire solamente questo alla Presidente von der Leyen: quando io sono venuta qui la scorsa domenica, la cosa che mi ha colpito di più, oltre alla dimensione della devastazione, è stata la reazione della gente. Qui troverai un popolo molto orgoglioso, che si è già rimboccato le maniche, che è già al lavoro per ricostruire, che sta già ricostruendo. Un popolo che non si è abbattuto, che non si rassegna. E questo, come ho già detto in un'altra occasione, mette tutti noi di fronte alla responsabilità di fare del nostro meglio per essere alla loro altezza.

25 Maggio 2023

Meloni e von der Leyen in visita in Emilia Romagna

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha accompagnato il Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in visita in Emilia Romagna, durante il sorvolo in elicottero delle zone colpite dall'alluvione.  Al termine hanno tenuto un punto stampa dall'aeroporto di Bologna.