Feed

13 Marzo 2024

Il Presidente Meloni al Convegno "La riforma fiscale - Attuazione e prospettive - I decreti attuativi approvati, gli obiettivi del 2024, i nuovi testi unici"

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento al Convegno "La riforma fiscale - Attuazione e prospettive - I decreti attuativi approvati, gli obiettivi del 2024, i nuovi testi unici" alla Camera dei Deputati.

13 Marzo 2024

Il Presidente Meloni al Convegno "La riforma fiscale - Attuazione e prospettive - I decreti attuativi approvati, gli obiettivi del 2024, i nuovi testi unici"

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento al Convegno "La riforma fiscale - Attuazione e prospettive - I decreti attuativi approvati, gli obiettivi del 2024, i nuovi testi unici" alla Camera dei Deputati. 

13 Marzo 2024

Il Presidente Meloni al Convegno "La riforma fiscale - Attuazione e prospettive - I decreti attuativi approvati, gli obiettivi del 2024, i nuovi testi unici"

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento al Convegno "La riforma fiscale - Attuazione e prospettive - I decreti attuativi approvati, gli obiettivi del 2024, i nuovi testi unici" alla Camera dei Deputati. 

Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Bolzano, intervento del Presidente Meloni

Martedì, 12 Marzo 2024

Buonasera a tutti. Grazie di avermi invitato. Grazie al Presidente Arno Kompatscher, a tutto il Consiglio Provinciale della Provincia autonoma di Bolzano, grazie al Vice Presidente Galateo, grazie al Ministro Fitto, grazie ai parlamentari, ai sindaci, a tutte le autorità, alla stampa e a tutti voi che siete in sala. Sono particolarmente contenta che la firma di questo Accordo di coesione tra il Governo nazionale e la Provincia autonoma di Bolzano si svolga oggi in questo luogo straordinario che ci è stato raccontato e che è una finestra europea aperta sull'innovazione. Ed è particolare che questa iniziativa cada proprio oggi perché mentre noi siamo qui oggi a Bolzano il Governo ha organizzato parallelamente una lunga giornata d'approfondimento, voluta e promossa dal Sottosegretario all'innovazione Alessio Butti, che tratta con tutte le realtà competenti in materia la questione dell'intelligenza artificiale, forse una delle più grandi sfide con le quali abbiamo a che fare in questo tempo. Nel mio intervento di saluto che ho dovuto mandare ieri all'iniziativa annuncio, per il tramite di Cassa Depositi e Prestiti, un investimento di un miliardo di euro per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, perché chiaramente una Nazione come la nostra - prendendo spunto anche dal lavoro straordinario che tanti ricercatori fanno qui su una materia come questa - non può rimanere indietro, deve riuscire a essere competitiva, deve riuscire a fare il proprio lavoro per creare campioni nazionali e dall'altra parte questo nostro impegno si innesta con un quadro regolatorio necessario, che è anche uno dei temi principali che porteremo all'attenzione del G7 del quale siamo presidenti durante questo 2024. Perché vedete il progresso, la scienza, la tecnologia sono sempre strumenti neutrali e l'impatto positivo o negativo che hanno dipendono sempre dalla nostra capacità di governarli.

L'intelligenza artificiale è una grandissima opportunità, può essere una grandissima opportunità, ma allo stesso tempo porta con sé numerosi rischi. Dobbiamo essere in grado di governarla nel modo giusto garantendo che l'uomo rimanga centrale rispetto al processo. Noi siamo sempre stati abituati a un progresso che ottimizzava le competenze umane, ma c'è un'innovazione particolare nell'intelligenza artificiale generativa e cioè che quella sostituzione di lavoro che il progresso ci ha sempre aiutato a fare si concentrava sul lavoro fisico e consentiva agli uomini e alle donne di concentrarsi invece sui lavori di concetto, di organizzazione, di aumentare, di elevare le loro competenze. Oggi chiaramente quando l'intelletto è parte, può essere parte di questo lavoro di sostituzione, il meccanismo cambia. Noi dobbiamo riuscire a utilizzare le opportunità che l'intelligenza artificiale ci mette a disposizione senza creare un mondo nel quale sempre più persone potrebbero non essere necessarie, in una verticalizzazione della ricchezza che farebbe un gioco al cubo rispetto a quello che abbiamo già visto accadere con la globalizzazione senza regole che domani potrebbe preoccuparci. Allora tutti questi problemi, ammesso che la politica nella sua capacità di essere veloce nelle tempistiche, possa essere al passo con una tecnologia che cresce molto velocemente, è oggetto del nostro lavoro. Conoscere più da vicino anche chi sviluppa queste tecnologie e quindi chi può raccontare con responsabilità a chi non ha la stessa competenza, quali sono le opportunità e i rischi, è preziosissimo. 

Sono particolarmente felice per questo di essere qui oggi al Noi Tech Park, di avere l'occasione di visitarlo, di approfondire il lavoro che viene fatto. Faccio i complimenti a tutti, compreso chi ha investito su un'iniziativa di questo tipo a tutti i livelli. 

Ma noi siamo qui per un'altra questione che veniva ricordata al Presidente Kompatscher, che è la firma del quattordicesimo Accordo di coesione, in questo caso tra il Governo nazionale e la Provincia autonoma di Bolzano, un'iniziativa che ci sta portando su tutto il territorio nazionale, della quale noi siamo molto fieri e che ha richiesto anche un lungo complesso lavoro prendendo a spunto proprio quello che il Presidente Kompatscher ricordava circa la capacità di queste amministrazioni, di questo territorio, di spendere tutte le risorse che arrivavano dai fondi nazionali, dai fondi europei senza consentire che niente tornasse indietro.

E vorremmo un po' tutti prendere a esempio questo territorio per portarlo su tutto il territorio nazionale, perché è esattamente il divario su questa capacità che ci ha spinto a fare il lavoro che abbiamo fatto. E consentitemi di fare mezzo passo indietro per raccontarlo, perché queste sono le classiche cose che non trovano grande diritto di cittadinanza sulla grande comunicazione, che chiaramente è più allettata dalla polemica quotidiana e le cose come queste, i lavori lunghi, sono un po' più noiosi per chi legge, ma raccontano del lavoro serio che a volte la politica sa fare. 

Quando noi siamo arrivati al Governo di questa Nazione, il Ministro Fitto - che voglio ringraziare davvero perché sta facendo un lavoro estremamente prezioso nelle sue complesse competenze - ha avviato con tutti i Presidenti di Regione, con i Presidenti delle Provincie Autonome, un lavoro di approfondimento su quello che accadeva relativamente ai Fondi di sviluppo e coesione. Voi sapete che i Fondi di sviluppo e coesione sono i fondi per eccellenza che servono a combattere le disparità, i divari tra i territori, e questa è una Nazione che di divari e disparità ne ha molti. Non solamente tra Nord e Sud, tra costa tirrenica e costa adriatica, ma all'interno delle stesse provincie, delle stesse regioni, ci sono delle disparità, magari tra le aree interne e le città, che vanno combattute. 

Ora, e siamo anche una Nazione che non naviga esattamente nell'oro, cioè che non ha sempre tutte queste risorse da investire. Fatto sta che purtroppo delle volte i soldi ci sono e non vengono spesi. Sul Fondo di coesione ciclo di programmazione 2014-2020, per darvi un dato, all'esito di questo lavoro che il Ministro Fitto ha fatto con tutte le amministrazioni competenti è venuto fuori che dei 126 miliardi di euro disponibili in quella programmazione, erano stati spesi 47 miliardi. 

E voi capite che una Nazione come la nostra, con le disparità che ha e con le risorse delle quali dispone, non si può permettere una cosa del genere. Non riguarda voi, ma riguarda l'esempio che si può dare, anche ad altri territori, sulla necessità per il bene dei cittadini di non farsi sfuggire neanche un euro. 
Quindi, Presidente Kompatscher, fermo restando che noi, sia sui Fondi di coesione che sul PNRR, se ci sono delle risorse e c'è qualcuno che le spende, alla fine faremo in modo che vengano spese, ma il nostro obiettivo purtroppo è quello di tentare di far spendere a tutti le risorse che sono state assegnate. 

Quindi io spero di doverle dire di no, perché vorrebbe dire che il nostro meccanismo ha funzionato, ma se così non fosse, esattamente come abbiamo previsto con il decreto che ha riorganizzato il Fondo di coesione, siamo pronti a intervenire. Perché quello che ha fatto arrabbiare qualcuno, pochissimi per la verità, - perché io voglio dire che su questi accordi di coesione noi stiamo sottoscrivendo con tutte le regioni italiane, c'è stata una grande collaborazione proprio trasversale alle forze politiche, salvo in un caso - è che noi abbiamo introdotto alcune innovazioni rispetto al passato con il decreto che riorganizzava il Fondo di coesione. La prima di questa innovazione è che chiediamo ai territori di finanziare proposte che dai territori arrivano, che siano però condivise anche dal Governo nazionale. Perché? Non perché noi si voglia limitare l'autonomia dei territori - come si vede anche dai provvedimenti che questo Governo porta avanti - ma perché non dobbiamo dimenticarci che facciamo anche parte di una strategia complessiva. E quindi se riusciamo lavorando con una regione, con le regioni immediatamente vicine, a mettere tutto in rete il lavoro che ciascuno fa diventa più prezioso per la Nazione nel suo complesso e perché vorremmo che dappertutto si desse priorità alle cose che sono davvero importanti, perché in alcuni casi abbiamo trovato anche cose che non erano esattamente prioritarie per lo sviluppo di questa Nazione. E poi abbiamo introdotto la possibilità di esercitare poteri sostitutivi quando ci fossero degli inadempimenti che impediscono che queste risorse arrivino a terra ed eventualmente il definanziamento di opere. Quindi è quella a cui deve puntare lei, Presidente, che alcune opere vengano definanziate. Ma chiaramente è un principio di responsabilità. E io penso che il principio di responsabilità in questa Nazione vada difeso e valorizzato, perché si vede che, dove è più forte quel principio i risultati arrivano. Poi ci sono dei problemi strutturali che noi stiamo, possiamo scaricare tutte le responsabilità, ci sono responsabilità dello Stato nazionale, ci sono responsabilità strutturali enormi, complesse, delle volte difficili da portare a termine rispetto ai propri impegni e stiamo cercando anche lì di disboscare e lavorare. 

E l'altro lavoro importante che abbiamo fatto parallelamente a questo dei Fondi di coesione riguarda il PNRR. Perché vedete non è un caso che quando io mi sono trovata a formare il Governo abbia scelto di mettere tutta la competenza dei Fondi di coesione, dei fondi europei e del PNRR in un unico ministero. Perché l'altra cosa un po' incredibile che è accaduta in questa Nazione è che queste linee di finanziamento a volte non si parlavano e magari si sovrapponevano o magari c'erano delle cose che venivano appunto finanziate anche oltre le necessità e cose che non venivano assolutamente finanziate. E allora lo stesso lavoro che abbiamo fatto sui Fondi di coesione lo abbiamo fatto anche sul PNRR. 

Ora voi ricorderete che sulla possibilità e capacità dell'Italia da una parte, e di questo Governo in particolar modo, di far camminare il PNRR e di spendere le risorse e di non avere difficoltà, si è fatta molta letteratura. È stato detto un po' di tutto sul fatto che con questo Governo ragionevolmente si sarebbero persi i soldi del PNRR, particolarmente se il Governo fosse andato avanti con la sua idea di rinegoziare il Piano. Quello che è accaduto però è un po' diverso dal racconto che si faceva: nel 2023 noi abbiamo completato gli obiettivi della terza rata, ottenuto il pagamento della terza rata, completato gli obiettivi
della quarta rata, ottenuto il pagamento della quarta rata, completato gli obiettivi della quinta rata, prima Nazione in Europa ad aver completato gli obiettivi della quinta rata e, mentre facevamo tutto questo, abbiamo anche rinegoziato il PNRR. Perché? Perché era importante rinegoziarlo, non chiaramente per fare questo gioco che spesso si fa in Italia, che come cambia il Governo si deve cambiare tutto, no, perché tra quando il PNRR era stato scritto ad oggi il contesto è mutato. Quando il PNRR è stato scritto, il primo PNRR, per esempio non c'era il conflitto in Ucraina e quindi al mutare del contesto, siccome gli strumenti sono strumenti, quegli strumenti vanno adeguati al contesto che ti trovi di fronte. E perché nel PNRR risultavano anche dei provvedimenti che con i tempi, particolarmente per i tempi stringenti che il PNRR ha, rischiavano di andare dispersi. Opere che non si sarebbero potute realizzare, soldi che ci sarebbero stati chiesti indietro. 

Abbiamo fatto questo lavoro di sistemazione, abbiamo trovato per quello che usciva dal PNRR fonti alternative di finanziamento, abbiamo liberato 21 miliardi di euro da investire su nuove priorità. E quelle priorità sono state e sono: il sistema produttivo, oltre 12 miliardi di euro di questi 21 vanno alle imprese di questa Nazione particolarmente per il tema dell'efficientamento energetico, per la questione agricola, agrivoltaico, contratti di filiera. Noi oggettivamente non abbiamo avuto bisogno di vedere i trattori in piazza per sapere che il mondo agricolo oggi sta affrontando delle difficoltà. Noi abbiamo un contesto nel quale i costi di produzione aumentano, i prezzi di vendita diminuiscono e sono anche state fatte delle scelte delle volte che non hanno tenuto in adeguata considerazione il pragmatismo che è necessario anche per realizzare la transizione verde, quindi abbiamo aumentato le risorse per il comparto agricolo, abbiamo aumentato le risorse sulla sanità, abbiamo messo oltre 6 miliardi su transizione 5.0, quindi proprio sul tema della transizione, della innovazione delle aziende. Perché come questo territorio dimostra molto bene noi dobbiamo sempre ricordarci che non è lo Stato a produrre ricchezza. Lo Stato non crea ricchezza, la ricchezza la producono le aziende con i loro lavoratori. Quello che compete allo Stato è mettere queste persone nelle condizioni di lavorare il meglio possibile perché più queste persone producono ricchezza e più anche lo Stato guadagnerà con la parte di risorse che torna per il tramite delle tasse che vengono pagate allo Stato italiano e che possono essere redistribuite possibilmente in modo equo. E in qualche maniera questo approccio di attenzione verso il mondo produttivo sta dando i suoi frutti perché poi in un contesto che è sicuramente molto molto complesso per tutti noi, alcuni dati incoraggianti - si parlava qui del pil pro capite, insomma di una situazione nella quale la capacità di governo ha prodotto i suoi risultati, a livello nazionale noi oggi abbiamo alcuni dati macroeconomici che sono molto incoraggianti - record di occupazione, record di numero di occupati, record di contratti stabili, record di aumento di occupazione femminile, la disoccupazione più bassa degli ultimi quindici anni. 

E questo ha prodotto nel 2023 un gettito per lo Stato italiano maggiore per 26 miliardi di euro e nello stesso anno il più alto valore mai registrato in termini di lotta all'evasione fiscale, con un approccio che per me deve essere non vessatorio ma collaborativo tra il fisco, quindi tra lo Stato e il cittadino, quindi il contribuente. 

E ci sono altri dati che sono, secondo me, importanti, interessanti. La diminuzione del rischio povertà, il fatto che il reddito reale delle famiglie in Italia, dati Ocse, sia aumentato dell'1,4%, mentre nella media dei Paesi Ocse diminuiva dello 0,2%. Scelte anche queste, concentrare le poche risorse che hai a sostenere particolarmente in un tempo di aumento di inflazione la capacità delle famiglie di difendere il proprio reddito. 

E l'ultimo dato che voglio dare da questo punto di vista che secondo me è molto interessante è quello sull'andamento dei Titoli di Stato, perché l'andamento dei Titoli di Stato è una fotografia sulla percezione che si ha di un'economia, sia a livello internazionale sia a livello nazionale. E questa deve essere una cosa dalla quale tutta l'Italia va fiera, perché non è una cosa che ha fatto il Governo, è la solidità economica di questa Nazione, come dicevo prima, e soprattutto qualcosa che dobbiamo ai tanti imprenditori, ai tanti lavoratori di questa Nazione. 
Quando noi qualche settimana fa abbiamo messo sul mercato 10 miliardi di Titoli di Stato italiano, mercato estero, sono arrivate richieste per 155 miliardi di euro. Significa che la percezione oggi della nostra economia è la percezione di un'economia solida, di un'economia affidabile, di qualcosa su cui vale la pena mettere al sicuro i propri risparmi. 

E l'altro dato molto bello, secondo me, riguarda il tema del cosiddetto BTP Valore. Il BTP Valore è un Titolo di Stato, che è stata una brillante idea del Ministro Giorgetti, dedicato ai piccoli risparmiatori italiani. In tre emissioni ha raggiunto la cifra storica record di 53 miliardi di euro. Perché è bello e perché è importante? È bello perché le famiglie e i piccoli risparmiatori di questa Nazione si fidano dello Stato, si fidano della loro Nazione, si fidano della loro economia. Ed è importante perché io sono sempre stata convinta che più parte del debito italiano noi riusciamo a rimettere in mani italiane e più il nostro destino anche sarà nelle nostre mani. Quindi noi offriamo ai piccoli risparmiatori italiani oggi un strumento per mettere a riparo i loro risparmi, in un tempo in cui le cose oscillano, e offriamo anche la possibilità alla nostra Nazione di poter meglio essere libera da pressioni di sorta che indipendono gli interessi dei propri cittadini. Quindi ci sono cose interessanti che accadono e che hanno bisogno di una politica che a tutti i livelli, dal livello nazionale al livello locale, dimostri di saper concentrare le risorse sulle cose davvero importanti, di saper fare le cose che promette, che farà, e di concentrare la propria attenzione su quello che produce un moltiplicatore, una strategia di lungo periodo. 

È un po' quello che facciamo con questo Accordo di coesione, con il quale noi assegniamo a questo territorio oltre 82 milioni di euro, dei quali 11 erano già stati assegnati come anticipo nel 2021. Se a queste risorse aggiungiamo quelle già rese disponibili da altre fonti di finanziamento che sono, se non vado errata, 19 milioni di euro, raggiungiamo un più volume di investimenti su questo territorio di 100 milioni di euro.

Sono risorse importanti, particolarmente quando le risorse, siamo sicuri, che arriveranno tutte a terra e che verranno spese nei tempi previsti. E noi abbiamo condiviso con la Provincia autonoma di Bolzano, con il Presidente Kompatscher, l'obiettivo di concentrare tutte queste risorse su un'unica grande priorità che era quella di rafforzare le infrastrutture della viabilità qui in alto Adige. Quindi ci sono cinque grandi progetti che noi finanziamo: alla variante della statale Bronzolo-Bolzano che era finanziata con le anticipazioni del 2021, si aggiungono la messa in sicurezza della Strada statale 40 nel comune di Curon, lo svincolo tra la statale del Tonale e della Mendola con quella dello Stelvio e soprattutto il secondo lotto della circonvallazione a Bolzano su via Einstein per decongestionare il traffico. Poi fatevi dire che per qualcuno che viene da Roma sentire parlare di decongestionare il traffico a Bolzano, diciamo, è un po' forte però capisco il vostro punto di vista. Chiaramente non si tratta solamente di potenziare la rete stradale, si tratta di decongestionare nodi strategici per incidere anche sulla riduzione delle emissioni, che è un altro obiettivo, simbolo per tutti noi, particolarmente su cui è impegnato questo territorio. Ma l'intervento che più rispecchia, dal mio punto di vista, lo spirito di questa Provincia, che è da sempre attenta al trasporto collettivo e alla mobilità sostenibile, è la realizzazione del nuovo Centro intermodale presso la Stazione ferroviaria di Merano che è una infrastruttura che chiaramente consentirà di ridurre le percorrenze del traffico e consentirà anche qui di decongestionare la rete stradale sull'asse Merano-Bolzano che è una di quelle oggettivamente più trafficate di tutto l'Alto Adige.

In buona sostanza sono d'accordo con quello che diceva il Presidente Kompatscher, voi siete abituati ad essere operosi, siete abituati ad essere efficienti, siete un crocevia, una finestra sull'Europa. Quello che il Governo cerca di fare con questo Accordo è aiutarvi a valorizzare queste vostre specificità in un'ottica nella quale la ricchezza di un territorio diventa ricchezza per la Nazione del suo complesso. È un lavoro che abbiamo fatto molto bene insieme, c'è una collaborazione a 360 gradi che io credo stia dando buoni frutti, che continuerà a dare buoni frutti. Ringrazio il Presidente Kompatscher per aver ricordato anche il lavoro che stiamo facendo sullo statuto dell'Autonomia perché prima un collega giornalista mi chiedeva entrando se manterrò i miei impegni sull'autonomia. Io sono una persona che fa una questione non secondaria del rispetto degli impegni che prendo e stiamo andando avanti, stiamo lavorando mi pare molto bene con una persona che voi sapete essere molto sensibile su questa materia che è appunto il Ministro Roberto Calderoli, e spero e penso che potremo presto festeggiare nuovi traguardi che abbiamo raggiunto insieme. Grazie a tutti e buon lavoro.
 

12 Marzo 2024

Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Bolzano

Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Bolzano. Prima della cerimonia di Firma, gli interventi del Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige, Arno Kompatscher, e del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Trento, l'intervento del Presidente Meloni

Martedì, 12 Marzo 2024

Grazie, buongiorno a tutti. Buongiorno al Presidente Maurizio Fugatti, alla Vicepresidente Gerosa, a tutti i consiglieri della Provincia autonoma, grazie a tutti i sindaci, i parlamentari, le autorità militari, civili, religiose che sono qui presenti. Grazie a tutti voi. Sono molto molto contenta di essere qui a Trento oggi, nell'anno in cui è capitale europea del volontariato, un ruolo decisamente meritato, come ricordava il Presidente Fugatti, che attribuisce a Trento, come ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ruolo di grande potenza della solidarietà, valore che è alla base del volontariato e che è risorsa tra le più preziose di una società. 

Sono assolutamente d'accordo, voglio sottoscrivere queste parole, lo voglio fare convintamente. La cultura del dono è un valore essenziale per qualsiasi società ed è fortunatamente un valore particolarmente radicato nella nostra comunità nazionale, particolarmente radicato nella Provincia autonoma di Trento e lo dico anche per ricordare che questo Governo sta facendo la sua parte, nel suo lavoro per proteggere questo valore, per rafforzarlo, lo sta facendo con misure concrete. Penso al fatto che dopo anni di stallo abbiamo rilanciato l'attuazione della riforma del Terzo settore, destinato più fondi agli enti per i progetti di rilevanza nazionale, penso al fatto che stiamo finalizzando il decreto per certificare le competenze dei volontari, penso al varo imminente del pacchetto di semplificazioni normative particolarmente importanti per gli enti del Terzo settore al quale pure stiamo lavorando. Insomma, promuovere la spinta solidaristica è un impegno che questo Governo prende molto sul serio e sul quale sicuramente questa Provincia rappresenta un valore aggiunto, per cui voglio anche ringraziare per l'organizzazione di questa dimostrazione del lavoro della Protezione civile, che come il Presidente Fugatti ricordava è assolutamente un fiore all'occhiello di quella che è una Protezione civile nazionale che ci dà sempre grandi soddisfazioni. 

Detto questo, noi qui oggi siamo per firmare questo Accordo di coesione, il tredicesimo Accordo che firmiamo sul territorio nazionale, quello con la Provincia autonoma di Trento, è un lavoro molto importante che ci sta portando su tutto il territorio nazionale del quale io vado particolarmente fiera e mi perdonerete se faccio un passo indietro per raccontare il grande lavoro che ci ha portato fin qui. 

Perché vedete quando noi siamo arrivati al Governo di questa Nazione abbiamo fatto un lavoro molto approfondito su quello che era lo stato delle risorse disponibili in Italia e di come quelle risorse venivano spese, perché non sempre le risorse mancano sul nostro territorio nazionale. Delle volte le risorse ci sono e non si riescono a spendere adeguatamente. Non è il caso della Provincia di Trento, ma è un caso italiano. Per cui, ad esempio, per quello che riguarda i Fondi di coesione, che come si ricordava, sono i Fondi per eccellenza che servono a combattere le disparità tra i territori - e noi sappiamo che di disparità sul nostro territorio nazionale ce ne sono diverse, c’è quella famosa tra il Nord e il Sud, c'è quella tra la costa adriatica e la costa tirrenica, ci sono le disparità all'interno degli stessi territori, per esempio tra le aree interne e le città - e quindi sono risorse
fondamentali, fondamentali per garantire quella cittadinanza che è data dalla possibilità di avere pari opportunità. 

Eppure queste risorse molto spesso andavano disperse. Sul ciclo di programmazione - vi racconto questo dato - 2014-2020, quindi ciclo di programmazione chiuso ormai da qualche anno, quando abbiamo avviato questo confronto con i Presidenti di Regione, con i Presidenti delle Province autonome, per andare a vedere quale fosse lo stato di attuazione. Abbiamo scoperto che dei 126 miliardi disponibili su quella programmazione ne erano stati spesi 47. E io mi chiedo e vi chiedo se sia possibile in un territorio come l'Italia rinunciare a spendere risorse che sono fondamentali. Allora abbiamo, grazie al contributo anche ovviamente di tutte le autonomie, di tutti i Presidenti, approfondito questo lavoro sulla vecchia programmazione, sulla programmazione nuova che è quella della quale stiamo parlando, all'esito di questo lavoro abbiamo varato un decreto che riorganizza i Fondi di coesione e che istituisce questi Accordi di coesione. La particolarità di questi Accordi di coesione rispetto al passato è che noi finanziamo iniziative proposte dalle regioni e dalle province autonome, proposte quindi, sulle quali però chiediamo che ci sia da parte del Governo nazionale anche la possibilità di condividere quegli obiettivi, non perché noi si voglia limitare l'autonomia, tutt'altro, ma perché è importante che queste risorse tra quello che viene fatto in un territorio e quello che viene fatto nel territorio adiacente in qualche maniera rispondano a un'unica strategia, perché noi non siamo delle monadi, noi dobbiamo lavorare, immaginare una strategia per questa Nazione e chiedere a tutti i livelli istituzionali di aiutarci a realizzarla. Abbiamo previsto dei poteri sostitutivi quando le opere non si riescono a portare a termine, abbiamo previsto anche ipotesi di definanziamento, cioè quando un'opera non si riesce a realizzare le risorse si riprendono e si destinano a qualcos'altro. E questo risponde esattamente a quello che il Presidente Fugatti diceva circa il principio di responsabilità, che è un principio che non sempre in questa Nazione è stato adeguatamente valorizzato, anche l'autonomia differenziata risponde a questo principio, cioè noi dobbiamo mettere a disposizione di tutto il territorio nazionale, di tutti i livelli istituzionali, il massimo delle opportunità, ma poi dobbiamo anche chiedere che a quelle opportunità corrisponda una responsabilità. 

Questo ad alcuni non piace, ma credo che sia una grande sfida per questa Nazione, la sfida della responsabilità, la sfida del merito. E quindi anche sui Fondi di coesione abbiamo fatto questo lavoro, così come ci siamo resi conto che quello che accadeva in passato è che diverse fonti di finanziamento tra loro non si parlassero, cioè noi abbiamo i Fondi di coesione nazionale, abbiamo i fondi europei, abbiamo il PNRR, e tutte queste cose devono camminare insieme per riuscire a dare insieme delle risposte che possano lavorare insieme per gli obiettivi di questa Nazione. 
Non è un caso che quando noi abbiamo formato il Governo io ho chiesto al Ministro Fitto, che ringrazio, di mettere insieme la competenza dei Fondi di coesione e la competenza del PNRR, perché non possiamo ragionare come se fossero due cose diverse, fanno tutte parte degli stessi obiettivi. E anche sul PNRR abbiamo fatto un lavoro che voglio rivendicare e che è molto importante perché voi ricorderete anche quante volte è stato detto che il PNRR per noi era troppo gravoso, noi abbiamo il PNRR più grande tra tutti i Paesi europei, tante volte si è detto che se per esempio noi avessimo tentato di rinegoziare il PNRR avremmo rischiato di perdere quelle risorse, che in particolare col Governo Meloni si sarebbe rischiato di perdere quelle risorse. 

Noi abbiamo sempre ritenuto che il PNRR andasse rinegoziato, banalmente perché quando è stato scritto vivevamo in una realtà leggermente diversa da quella che abbiamo oggi. Non c'era ad esempio il conflitto in Ucraina e siccome le risorse sono strumenti, quegli strumenti vanno adeguati al mutare del contesto. E le cose sono andate un po' diversamente da come alcuni temevano perché quello che è accaduto, grazie anche qui a un lavoro molto approfondito, molto complesso, che abbiamo fatto, è stato che nel 2023, grazie al lavoro di questo Governo, noi abbiamo presentato gli obiettivi della terza rata, ottenuto il pagamento della terza rata, presentato gli obiettivi della quarta rata, ottenuto il pagamento della quarta rata, presentato gli obiettivi della quinta rata, prima Nazione europea a presentare gli obiettivi della quinta rata e mentre facevamo questo lavoro rinegoziavamo il PNRR, cosa che si poteva fare e si doveva fare, perché altrimenti alcune misure che erano contenute nel PNRR non sarebbero state finanziate o non avrebbero potuto essere terminate nei tempi molto stringenti previsti dal Piano. Questo è il caso della circonvallazione di Trento che abbiamo garantito con altre risorse sempre perché questi fondi devono in qualche maniera “parlarsi” tra di loro. 
Nel rinegoziare il PNRR abbiamo liberato 21 miliardi di risorse che abbiamo concentrato su quelle che riteniamo essere delle priorità: cito 12 miliardi e 300 milioni dedicati al tessuto produttivo di questa Nazione, di cui oltre 6 miliardi su Transizione 6.0. Credo che una Nazione seria debba ricordarsi che non è lo Stato che produce ricchezza. La ricchezza la producono le aziende con i loro lavoratori. Quello che compete allo Stato è mettere quelle persone nelle condizioni di lavorare al meglio, per poter avere una parte di quella ricchezza prodotta che lo Stato ha a disposizione perché possa essere redistribuita. E credo che questa visione che stiamo cercando di realizzare e di costruire ci stia anche dando qualche risultato, perché una delle cose delle quali io vado maggiormente fiera sono proprio alcuni dati economici che emergono nell'ultimo anno. Attualmente l'Italia ha record occupazionale di tasso di occupazione, di numero di occupati, di contratti stabili, di crescita di lavoro femminile. Attualmente l’Italia è una delle due Nazioni nei Paesi Ocse ad avere una crescita del reddito reale delle famiglie. Tra i Paesi Ocse il reddito delle famiglie è diminuito dello 0,2%. Ci sono due Nazioni che vanno in controtendenza: la Gran Bretagna - dove i redditi aumentano dello 0,2% - e l'Italia, dove i redditi reali delle famiglie aumentano dell'1,4%, sette volte di più rispetto alla media dei Paesi Ocse. È una scelta politica, noi abbiamo concentrato le poche risorse che avevamo proprio sulla crescita dei redditi delle famiglie, ma quando si produce lavoro, quando non si “disturba” chi vuole produrre ricchezza, una parte di quella ricchezza torna allo Stato. Ed è la ragione per la quale l'Agenzia delle Entrate dice che sempre nel 2023 noi abbiamo avuto maggiore gettito allo Stato per circa 26 miliardi di euro, esattamente nello stesso anno in cui anche i valori del recupero dell'evasione fiscale arrivavano al massimo storico, con oltre 30 miliardi. 

Anche questo lo abbiamo fatto con un approccio diverso da quello che abbiamo visto nel passato. Uno Stato che ti vessa, uno Stato che viene visto come un nemico, uno Stato che non collabora, che non ti dà una mano quando sei in difficoltà, è uno Stato più difficile del quale fidarsi. Mentre uno Stato che ti viene incontro è anche uno Stato del quale ti puoi fidare, uno Stato che non merita di essere aggirato, forse è grazie anche ai principi che abbiamo scritto nella riforma fiscale, se nel 2023 abbiamo raggiunto il record di recupero dell'evasione
fiscale. 

E vi voglio dare due ultimi dati. Diminuisce il rischio di povertà in Italia: questo attiene anche al lavoro che si fa con i Fondi di coesione. E l'altro dato che per me è molto importante è l'andamento dei titoli di Stato, perché definisce quanto è percepita come solida un'economia. Allora, qualche settimana fa, abbiamo raggiunto il record di titoli di Stato italiano sul mercato estero. C'erano a disposizione 10 miliardi, per il BTP sono arrivate richieste per 155 miliardi di euro. Significa che l'Italia, pur nelle tante difficoltà che ha, è percepita come un'economia solida. E questo per noi e per me è molto importante, perché è anche un fatto di serietà. Dopodiché sono particolarmente contenta dell'andamento del BTP Valore. Il BTP Valore è una brillante idea del Ministro Giorgetti e sono dei Titoli di Stato dedicati soprattutto ai piccoli risparmiatori italiani. In tre emissioni hanno raggiunto il record di 53 miliardi e questo ci consente, da una parte di offrire ai cittadini uno strumento che permette di mettere in sicurezza i propri risparmi, ma dall'altro è anche un elemento molto importante per noi, perché non nascondo che ci diamo come obiettivo quello di rimettere più parte possibile del debito pubblico italiano in mani italiane, perché più sei padrone del tuo debito più sei padrone del tuo destino. Le famiglie italiane si stanno fidando, i risparmiatori italiani si stanno fidando dello Stato italiano e questo è un altro segnale molto importante. 

Il PNRR, quando lo abbiamo rinegoziato, serviva anche a continuare a dare questo segnale di fiducia, particolarmente alle imprese. Per esempio alle imprese agricole, sulle quali pure abbiamo investito ulteriori 3 miliardi. Non avevamo bisogno di vedere i trattori in strada per sapere che il mondo dell'agricoltura, un pezzo fondamentale della nostra economia, obiettivamente viveva un tempo particolarmente difficile, stretto, tra costi di produzione che aumentano, prezzi che diminuiscono, e scelte che vengono fatte delle volte in modo poco pragmatico. Stiamo aiutando anche la filiera dell'agroalimentare, abbiamo messo le risorse sulle infrastrutture energetiche strategiche, perché questa Nazione ha anche bisogno di una strategia. C'è mancata delle volte una strategia. Credo che una delle opzioni sulle quali l'Italia deve continuare a lavorare è quella di poter diventare uno snodo strategico dell'approvvigionamento energetico in Europa, perché la nostra posizione geostrategica ci consente di farlo, ma non possiamo farlo se non investiamo sulle infrastrutture strategiche delle quali abbiamo bisogno. Abbiamo messo le risorse anche su questo, abbiamo aumentato le risorse sulla sanità, abbiamo fatto un lavoro molto importante, del quale io vado molto fiera, che ci consente di ottimizzare le poche risorse che abbiamo a disposizione e di diventare una Nazione che spesso è stata additata - non è il caso della Provincia autonoma di Trento, ma è un caso italiano - per l’incapacità di spendere le risorse, per una nostra presunta assenza di serietà: in realtà c'erano anche delle difficoltà strutturali, stiamo combattendo quelle difficoltà strutturali, vogliamo diventare una Nazione modello. Oggi sul PNRR l'Italia è una Nazione modello, è una cosa da quale io vado molto fiera. Tutto questo lavoro ci porta all'Accordo di coesione che firmiamo oggi con la Provincia di Trento. Con questo Accordo vengono assegnate a questo territorio risorse del Fondo Sviluppo e Coesione per 95 milioni di euro, dei quali 18 erano già stati assegnati in anticipo nel 2011. Sono risorse importanti, ancora di più in un territorio che sa sempre sfruttare al meglio le opportunità che vengono offerte, per cui faccio ancora i complimenti a tutta la Provincia autonoma per come - anche in passato - ha saputo spendere queste risorse. Non citerò tutti i progetti, ci tengo a mettere l'accento sulla questione centrale della
quale noi ci occupiamo con questo Accordo di coesione che sono i 68 milioni di euro per la costruzione di tre nuovi istituti scolastici: il liceo artistico Fortunato De Pero di Rovereto, il liceo artistico Alessandro Vittoria di Trento, e l'istituto di formazione professionale Sandro Pertini sempre di Trento. Parliamo di interventi che sono già in avanzato stato di progettazione e quindi grazie a queste risorse questo territorio nei prossimi sette anni, - questi sono gli obiettivi che ci diamo -potrà ragionevolmente contare su tre nuove scuole e su tre nuovi edifici scolastici ecocompatibili, efficienti, innovativi da un punto di vista
architettonico. 

È un lavoro serio per il quale io voglio ringraziare il Presidente Fugatti, la Vicepresidente Gerosa, gli assessori che ci hanno lavorato, il Ministro Fitto. Ed è un'altra parte del lavoro che insieme stiamo facendo, che abbiamo fatto negli ultimi 16 mesi, che ci porta a una collaborazione intensa a 360 gradi su tutte le priorità, compresa la collaborazione sull'obiettivo di avere l'intesa per la modifica dello Statuto della Provincia autonoma. La questione è stata sottoposta anche alla sottoscritta già diverse settimane fa, sulle quali è al lavoro il Ministro Calderoli, abbiamo fatto una prima riunione politica, stiamo istituendo i tavoli tecnici e anche su questo contiamo di lavorare con la stessa capacità di cooperazione - per il bene dei nostri cittadini - che abbiamo dimostrato con questo Accordo di coesione e anche con la concretezza e la velocità che vorremmo fosse la cifra di questo Governo. 
Quindi davvero grazie a voi, grazie a tutti, grazie anche ai sindaci che hanno portato il loro contributo per la realizzazione di questo Accordo. 

Grazie per quello che abbiamo fatto fin qui ma soprattutto grazie per quello che continueremo a fare insieme. Buona giornata.
 

12 Marzo 2024

Il Presidente Meloni a Trento

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato, a Trento, alla cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Trento. Successivamente, in Piazza Dante, ha salutato i volontari della Protezione Civile e assistito ad una esercitazione dei Vigili del Fuoco volontari della Provincia di Trento.

12 Marzo 2024

Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici

Conferenza stampa di presentazione del Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici, con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, e il ministro dello Sport e i giovani, Andrea Abodi. Alla conferenza è intervenuta anche la Presidente del Gruppo tossicologi forensi italiani, Sabina Strano Rossi.

12 Marzo 2024

Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Bolzano

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento a Bolzano (NOI Techpark) in occasione della cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Bolzano.

12 Marzo 2024

Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Bolzano

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento a Bolzano (NOI Techpark) in occasione della cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Bolzano.