Il Sottosegretario Mantovano visita la Comunità “Casa del Giovane” di Pavia
17 Ottobre 2024
Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga, Alfredo Mantovano, ha visitato la Comunità “Casa del Giovane” di Pavia, fondata da don Enzo Boschetti nel 1971 per dare ospitalità ai giovani con problemi di tossicodipendenza e oggi dedita all’accoglienza di minori con problemi familiari, minori stranieri, giovani con problemi di dipendenza, madri sole con figli, persone con disagio psichico e senza fissa dimora. Era presente anche l’on. Alessandro Cattaneo, già sindaco di Pavia.
Il Sottosegretario ha incontrato le ragazze e i ragazzi attualmente in percorso e ha visitato i laboratori ergoterapici di carpenteria e falegnameria con Simone Feder, Coordinatore dell’area giovani e dipendenze della Casa, Paolo Maggi, responsabile di comunità, e Davide Casarini, Presidente della Cooperativa.
“Per il Governo affrontare le dipendenze è assolutamente una priorità”, ha sottolineato Mantovano durante il suo intervento di saluto, per poi aggiungere: “Per questo, il Dipartimento per le politiche antidroga si chiamerà presto Dipartimento per la prevenzione delle dipendenze. Purtroppo da oltre un decennio c’è stato un abbandono del campo da parte delle istituzioni, a cominciare da quelle nazionali. Oggi noi siamo impegnati a cambiare questa situazione. Da quando l’attuale Governo ha iniziato a lavorare, ha istituito un tavolo permanente costituito da rappresentanti delle comunità, dai SerD, dalle principali società mediche e scientifiche italiane, in cui si cerca di affrontare le varie questioni insieme, senza contrapposizioni, senza polemiche, senza dialettica, perché ciascuno ha una parte nella soluzione. Tra le questioni da affrontare c’è per esempio quella di non rendere troppo lungo il tempo che intercorre da quando una persona decide di affrontare il percorso di recupero a quando può effettivamente iniziarlo. Stiamo lavorando perché qualcosa cambi velocemente, nonostante le molte resistenze che incontriamo. C'è anche la questione del cosiddetto accreditamento delle strutture di recupero, una questione anch'essa molto semplice perché una struttura di recupero non è una struttura sanitaria, per cui non si può pretendere che abbia tutti i requisiti richiesti a strutture di quel tipo, e allo stesso tempo ha altre esigenze. Ci sono discussioni infinite sul punto, ma ne stiamo venendo a capo.
Su un altro problema, quello della mobilità tra regioni diverse di chi ha intrapreso un percorso di recupero, siamo intervenuti proprio ieri con l’inserimento di un articolo nella legge di bilancio. Fino a oggi spostarsi non è stato possibile, a differenza di quello che accade quando uno ha una qualsiasi altra patologia, ma spesso allontanarsi dal contesto d'origine, molto condizionato, molto difficile, è necessario e concorre ad affrontare bene il percorso. Dal prossimo anno questo problema sarà risolto".