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Intervento del Presidente Meloni alla cerimonia in memoria dei giornalisti ebrei perseguitati

Martedì, 13 Dicembre 2022

Buon pomeriggio a tutti.

Voglio ringraziare l'Ordine dei Giornalisti del Lazio, il suo Presidente Guido d'Ubaldo e il Vice Presidente Roberto Rossi per avermi invitato a questa cerimonia di scopertura della lapide in memoria dei giornalisti romani ebrei vittime della persecuzione del regime fascista in seguito all'approvazione delle leggi razziali.

Ho tenuto, nonostante la giornata un po' complessa, a essere qui in quanto giornalista iscritto, come lei correttamente ricordava, all'Ordine e come Presidente del Consiglio per il valore simbolico - dove simbolico vuol dire tante cose - di questa iniziativa.
Voglio salutare le autorità presenti, l’Ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar, il Sindaco di Roma Gualtieri, il Ministro Sangiuliano, la Presidente della Comunità Ebraica Ruth Dureghello, il Rabbino Capo Di Segni. Un saluto anche a Sami Modiano, che ci ha appena raggiunto, al professor Enrico Serventi Longhi e a tutti i presenti.

Le leggi razziali del ‘38 rappresentano, come mi è capitato di dire più volte, il punto più basso della storia italiana, una vergogna che ha segnato il nostro popolo per sempre. L'ho detto anche durante le dichiarazioni programmatiche con le quali il mio Governo si è presentato in Parlamento, lo ribadisco ancora una volta oggi: le leggi razziali sono una macchia indelebile nella storia della nostra Nazione e rappresentano un’infamia che avvenne nel silenzio di troppi.
Allora perché è importante un'iniziativa come questa? Perché Piazza della Torretta a Roma, qui dov’è l’Ordine dei Giornalisti, è la casa di coloro che ogni giorno raccontano la realtà. Raccontano le nostre vite, la realtà di quello che accade, la mia vita in particolare in questo momento. Sono quelli che raccontano quello che sta accadendo. E allora c'è qualcosa di molto forte nella simbologia di questa lapide dedicata ai 35 giornalisti che allora furono espunti dall'Albo dei Giornalisti perché molti non poterono più fare il loro lavoro, molti altri tacquero. 

E l'insegnamento che a noi arriva da questa vicenda è raccontare quello che accade sempre, anche quando può costare, anche quando può fare paura. Per chi come noi ha studiato sulla deontologia professionale, della missione di giornalista - e questo lo dico da giornalista - è l'insegnamento più importante che arriva da questa vicenda perché, alla fine, la memoria come semplice ricordo è importante sì, ma è importante se ti insegna qualcosa, è importante se capisci che studiando quello che è accaduto puoi anche imparare cosa puoi fare tu se dovesse accadere di nuovo. Questo è un appuntamento secondo me importante, noi lo dobbiamo ricordare. In questa lapide c’è Alberto Moravia, giovanissimo, tra i nomi di coloro che durante il regime fascista non poterono più fare il loro lavoro. Alberto Moravia poi è tornato a fare quel lavoro, ha avuto i suoi riconoscimenti a livello internazionale, altri non sono più tornati.

E allora credo che la memoria serva per ricordarci che ciascuno di noi, nel suo ruolo, di fronte alla tragedia, alla violenza, alla tirannia può fare la sua parte. La parte piccola o la parte più grande ma ciascuno di noi può fare la sua parte. Questo credo che sia un grande insegnamento che arriva da questa iniziativa e che ci dice anche che la sfida della lotta alla discriminazione, la sfida della lotta all'antisemitismo non è qualcosa per cui dobbiamo guardare indietro, dobbiamo anche guardare all’oggi, perché è una battaglia che noi non abbiamo vinto. L'antisemitismo riemerge in molte facce e con molti strumenti nuovi e diversi. È una battaglia che ci coinvolge tutti, che coinvolge la politica, il governo, le istituzioni a tutti i livelli, che coinvolge anche chi racconta la realtà ogni giorno, che coinvolge chiunque abbia una responsabilità. 

Io posso dire che per quello che riguarda il Governo italiano noi siamo sempre pronti, concentrati, attenti a fare la nostra parte per combattere ogni forma di discriminazione e l'antisemitismo che rischia di essere ancora presente tra noi, perché combatterlo è una sfida di ogni giorno e per la quale ognuno deve fare la sua parte.

Vi ringrazio e buon proseguimento.