Consiglio europeo straordinario, punto stampa del Presidente Meloni

Giovedì, 1 Febbraio 2024

Domanda: C'è soddisfazione per l'accordo raggiunto sull'Ucraina, per nulla scontato e sul quale l'Italia ha giocato un ruolo fondamentale? 

Presidente Meloni: Allora, c'è molta soddisfazione per l'accordo raggiunto complessivamente sul tema della revisione del Quadro finanziario pluriennale, intanto perché non era scontato, perché ci garantisce risorse durature per l'Ucraina, ma anche perché non prevede solamente questo. Come lei sa, l'Italia chiedeva una logica di pacchetto, chiedeva di rispondere con le risorse europee anche alle necessità più impellenti per i cittadini. 
Per i nostri cittadini chiedevamo più risorse per l'immigrazione, nella revisione del bilancio ci sono 10 miliardi in più sul tema della migrazione, vale la pena anche di ricordare che 8 di questi miliardi sono dedicati alla dimensione esterna e quindi a lavorare per prevenire i flussi migratori, a lavorare per difendere i propri confini, cioè esattamente quello che l'Italia ha sempre proposto, dopodiché c'è la piena flessibilità nei Fondi di coesione per garantire competitività, terzo punto della revisione del bilancio pluriennale e altra storica richiesta dell'Italia, non era facile trovare una soluzione.
Noi siamo sempre stati convinti che una soluzione a 26 sarebbe stata un problema, un precedente pericoloso. Abbiamo lavorato molto per una soluzione a 27, abbiamo portato a casa una soluzione a 27 e quindi una volta tanto possiamo dirci che siamo molto soddisfatti di come sono andate le cose. 

Domanda: Presidente, cosa pensa delle immagini di Ilaria Salis in catene? Ci sono margini secondo lei per scontare una eventuale detenzione in Italia? Come è lo stato dell’arte?

Presidente Meloni: Il tema di un'eventuale detenzione in Italia va discusso, come lei sa, quando sapremo come andrà il processo, perché io ho sentito molte parti di dibattito in Italia, ma devo segnalare che a differenza di quello che molto spesso si è scritto in Italia, anche in Ungheria c'è l'autonomia dei giudici e i governi non entrano nei processi, quindi questo non è oggetto di quello di cui io posso parlare oggi con il Primo ministro ungherese. Quello di cui ho parlato con il Primo ministro ungherese, come faccio per tutti gli italiani che sono detenuti dall'estero, è garantire che ai nostri connazionali venga riservato un trattamento di dignità, di rispetto, un giusto processo, mi permetto di dire anche un veloce processo, nel senso che mi ha colpito che chiaramente si sia aperta l'udienza chiusa e rinviata a maggio, se non vado errata. Spero che su questo si possa fare magari qualcosa di più, per il resto però né io né Orban possiamo entrare oggi nel giudizio che compete alla magistratura. Io posso solo sperare che Ilaria Salis sia in grado di dimostrare la sua innocenza, la sua estraneità da questa “banda del martello” cosiddetta e chiaramente noi con l'ambasciata e con il Governo, come facciamo con tutti gli italiani, garantiamo il nostro massimo, e lo abbiamo fatto dall'inizio, da molto prima che ci fosse questa polemica, garantiamo tutta l'assistenza che dobbiamo. 

Domanda: In ragione delle immagini che ha già visto ritiene che fino ad oggi siano stati garantiti questi diritti? 

Presidente Meloni: Questo ovviamente è quello che stiamo chiedendo di verificare. Sul tema delle immagini che abbiamo visto, segnalo che non è un trattamento, presumo, riservato a questo detenuto. Accade in diversi Stati, anche occidentali, che i detenuti vengano portati così in tribunale.
Non è il nostro costume, noi non lo facciamo, sono immagini che da noi chiaramente impattano, ma negli altri Stati sovrani e in diversi Stati sovrani funziona così, ripeto anche occidentali, non è una cosa così rara. 

Domanda: Si è parlato di migrazioni, volevo sapere se aveva affrontato con qualcuno degli altri leader le conclusioni, aveva parlato del vertice Italia-Africa, se qualcuno già aveva mostrato interesse su questo. 

Presidente Meloni: Sì, a margine si è parlato parecchio del vertice Italia-Africa, è stata una cosa che ha interessato moltissimo, è stato considerato da tutti una bella pagina di politica estera italiana ed europea, tutti comprendono che l'Italia in questo attivismo comunque è l'interfaccia dell'Europa, noi siamo la Nazione dirimpettaia più vicina, tutti capiscono il ruolo strategico che oggi gioca l'Africa e ci ringraziano per questo lavoro che noi stiamo facendo, che porteremo anche alla presidenza del G7 e che si riflette in quello che approviamo oggi, cioè torno sugli 8 miliardi destinati alla dimensione esterna, che sono 8 miliardi che servono ad affrontare il tema della migrazione su un piano sicuramente securitario ma anche su un piano di sviluppo, cioè offrire alternative e offrire il diritto, garantire quel diritto che non è mai stato garantito, che è il diritto a non essere costretti a dover emigrare dalla propria terra. E quindi c'è una strategia che palesemente è cambiata, e non torno su chi abbia posto il problema, ma c'è una strategia che nell'ultimo anno da parte dell'Europa è fortemente cambiata e che è fortemente cambiata grazie a un impulso italiano che tutti qui riconoscono. Quindi sono contenta che si sia riusciti a convincere di una posizione italiana che era assolutamente pragmatica e sensata. 

Domanda: Presidente, ci può dire qualcosa di più sull'incontro con Orban e il ruolo dell'Italia nella mediazione? E poi un'altra cosa, sicuramente avrà visto le immagini delle proteste a Bruxelles con i trattori..

Presidente Meloni: Sugli incontri col Primo ministro ungherese chiaramente io ho lavorato cercando di portare a un punto che ci consentisse di non dividere l'Europa in un momento come questo. Perché noi abbiamo altri problemi, in Europa bisogna saper dialogare con tutti e credo che quello che è accaduto nelle ultime ore dimostri che quando ho sempre sostenuto che non puoi pensare di risolvere i problemi parlando con due o tre persone, ma devi avere una capacità di dialogo che tenga conto delle necessità, dei punti di vista, degli interessi di tutti gli Stati membri, non sbagliavo, perché se non ci fosse stata quella capacità noi oggi non avremmo una soluzione sul bilancio, non avremmo risorse per sostenere l'Ucraina, non avremmo risorse per combattere la migrazione, non avremmo risorse per sostenere la competitività europea. E quindi forse una capacità di dialogare con tutti apertamente, rivendicando quelli che sono i propri interessi, ma cercando anche di comprendere il punto di vista degli altri, alla fine fa la differenza. Io vado fiera di aver rivendicato questa modalità, questa idea di cosa sia la politica estera e di aver dimostrato con l'applicazione che funziona meglio di altre. 
Sugli agricoltori, guardi, chiaramente lei sa che io sono leader politico di un partito che in Europa ha votato contro la gran parte delle questioni che oggi, giustamente, gli agricoltori pongono. Penso che si sia sbagliato molto da questo punto di vista. Quando abbiamo detto che la transizione ecologica non doveva essere una transizione ideologica e che noi non dovevamo scambiare la sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica e sociale, oggi cominciamo a vedere i risultati. 
Chiaramente è un problema che l'Italia ha già affrontato, perché noi abbiamo fatto un lavoro in un anno molto importante sul mondo agricolo. Ricordo solamente che abbiamo portato da 5 a 8 miliardi le risorse del PNRR destinate al settore agricolo, che abbiamo istituito un fondo da 300 milioni per aiutare le aziende agricole a combattere l'emergenza climatica, che abbiamo lavorato sull'agrisolare, che abbiamo lavorato sui contratti di filiera, cioè abbiamo fatto un lavoro che ci viene obiettivamente riconosciuto agli agricoltori. In altre Nazioni europee gli agricoltori protestano perché non sono stati prorogati gli aiuti al gasolio, noi li abbiamo prorogati,
Per cui in Italia abbiamo fatto del nostro meglio. Rimane il tema di una politica europea che da questo punto di vista, secondo me, va cambiata. Io l'ho detto anche oggi in Consiglio europeo, chiedendo - ieri la Commissione ha fatto delle aperture che sono importanti - di fare sforzi maggiori, ma credo che un cambio di linea possa arrivare solamente dopo le elezioni europee, sperando che ci sia un approccio vincente, diverso da quello ideologico che abbiamo visto in questi anni perché è stato un approccio ideologico che ha finito per impattare sui più deboli e cioè sui lavoratori.

Domanda: Il Presidente Morawiecki ha invitato il Fidesz di Orban a entrare nel suo partito nell'ECR. Lei come si pone rispetto a questo invito? 

Presidente Meloni: Guardi è un dibattito aperto, non credo che sia un dibattito di questi giorni o di questi mesi, credo che questo eventualmente sia un dibattito che si aprirà dopo le elezioni europee. Vi ringrazio.