Messaggio del Sottosegretario Mantovano alla Comunità Incontro in occasione delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita di don Pierino Gelmini
20 Gennaio 2025
Quando don Pierino ha iniziato la sua opera, non lo ha fatto per una scelta ideologica o politica: lo ha fatto perché ha incontrato una persona, la prima di una serie numerosissima, che gli ha fatto conoscere - nella sua materialità - che cosa vuol dire dipendere da una sostanza.
Se oggi la comunità - che non a caso si chiama Incontro - ricorda i 100 anni dalla sua nascita è proprio perché da quella prima esperienza ne sono venute tante altre, fondate non su slogan o su proclami, ma su relazioni personali. In quel momento iniziale le comunità non esistevano e per questo i primi passi sono stati i più difficili: non esisteva il manuale per il recupero dalla droga. Per la verità non esiste neanche adesso, ma adesso sono maturate prassi, modalità di intervento, professionalità, che all’epoca mancavano del tutto.
C’erano però la generosità, il coraggio e la fede. È il patrimonio che don Pierino ha lasciato in eredità anzitutto a voi, che nei decenni avete costruito con lui la Comunità Incontro; ma è un patrimonio da cui attingiamo nel nostro lavoro al governo. Generosità, coraggio, fede.
La Presidente Meloni, nel messaggio che vi ha inviato, descrive quello che finora abbiamo messo in cantiere: lo conoscete bene, perché è l’esito di un percorso condiviso fin dall’avvio del nostro mandato. Rispetto a due anni fa, oggi possiamo contare su maggiori risorse, su un coordinamento effettivo delle attività, sulla ripresa di una collaborazione fra pubblico e privato che si era attenuata, soprattutto su messaggi chiari, non equivoci, che fanno procedere in parallelo sui piani della prevenzione e del recupero. La sfida da tempo è l’affrancamento dalle dipendenze: da droghe, ma anche da quelle del gioco d’azzardo e dei social, per menzionare le più significative.
Il Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio sta per cambiare la propria denominazione in Dipartimento per le dipendenze. Ma il maggiore sforzo organizzativo in atto, e i mezzi più cospicui a disposizione non mettono in second’ordine il profilo più importante, quello che fa vincere insieme, quello che non fa acquietare sulle statistiche o sugli automatismi: la centralità dell’incontro con la persona che ti chiede aiuto e che spesso, anche se non te lo domanda a voce, te lo chiede mostrandosi bisognosa della tua generosità, del tuo coraggio, della tua fede. Don Gelmini in questo è stato un maestro: voi lo onorate non a parole, ma nei fatti.
Considerateci al vostro fianco, non a parole ma nei fatti. Non solo in questa bella occasione, ma sempre. Grazie a tutti voi e buona festa!