Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Molise, intervento del Presidente Meloni

Monday, 25 March 2024

Buongiorno a tutti, grazie di essere qui, grazie al Presidente Roberti, grazie a tutti i sindaci e ai parlamentari presenti, a tutte le autorità, al Presidente della provincia, grazie anche per questa splendida location che non avevo mai visto e sulla quale tornerò nel corso di questo intervento. 
Come diceva il Presidente Roberti, noi siamo qui oggi per la firma dell'Accordo di Coesione, ma non me ne vogliate se faccio mezzo passo indietro sul lavoro che il Governo ha portato avanti per arrivare fin qui. E voglio partire da un altro ringraziamento, al Ministro Raffaele Fitto che di questa materia è responsabile, perché a monte della firma di questo Accordo c'è un lavoro molto complesso, molto prezioso che noi abbiamo avviato e che mi piace raccontare perché queste sono quelle materie che non trovano grande diritto di cittadinanza sui media, che chiaramente preferiscono sempre la polemica più quotidiana. 

I Fondi di sviluppo e coesione sono per antonomasia i Fondi che servono a combattere il divario tra i territori. Significa chiaramente i grandi divari italiani, quello tra il nord e il sud, ma anche quello tra la costa adriatica e la costa tirrenica, significa anche divari tra le stesse regioni, aree interne, città, tutti i divari che noi conosciamo. Sono risorse che vengono organizzate per cicli di programmazione pluriennale e sono estremamente preziosi. Ora, che cosa accade? Quando noi siamo arrivati al Governo abbiamo fatto un approfondimento su quello che era lo stato di attuazione della vecchia programmazione, del vecchio ciclo del Fondo di sviluppo e coesione e ci siamo resi conto che soprattutto nei territori, in molti territori nei quali queste risorse erano necessarie, buona parte di quelle risorse alla fine non veniva spesa. Sulla vecchia programmazione 2014-2020, cioè quella già conclusa da qualche anno, su 126 miliardi di Euro disponibili per combattere i divari tra i territori ne erano stati spesi 47. Ora voi capite che in una Nazione come l'Italia, che di divari ne ha molti e di risorse ne ha poche, noi non possiamo permetterci che risorse fondamentali, miliardi e miliardi di euro, che sono fondamentali per i sindaci, per combattere i problemi che hanno i loro cittadini, per le istituzioni della Repubblica, per i cittadini, vengano disperse. E allora invece di andare avanti con questo modello ci siamo chiesti che cosa potessimo fare per correggere alcune storture che erano anche nel funzionamento di quei meccanismi, che sono anche nella burocrazia, che sono anche nelle difficoltà. Poi ovviamente c'è la capacità amministrativa che va rafforzata e che cambia da territorio a territorio. 

Abbiamo avviato un confronto con tutti i Presidenti di regione e delle province autonome, sia sullo stato della vecchia programmazione, sia sulla definizione della nuova programmazione che è quella della quale noi parliamo oggi. All'esito di questo lavoro è uscito fuori un Decreto, il Decreto sud, con il quale noi abbiamo riorganizzato il Fondo di Sviluppo e Coesione e abbiamo istituito questi Accordi. Questi Accordi prevedono delle innovazioni rispetto al passato. La prima di queste innovazioni è che noi finanziamo opere e interventi che sono proposti dalla Regione ma sono anche condivisi dal Governo nazionale. Perché? Non ovviamente perché vogliamo limitare l'autonomia dei singoli territori, ma perché è molto importante che il lavoro che si fa su una Regione sia messo in relazione con il lavoro che si fa nel resto del territorio nazionale. Perché noi non siamo delle monadi, ogni territorio non fa storia a sé. Se tu non colleghi la strategia che quel territorio sta mettendo in campo con la strategia che sta mettendo in campo il territorio immediatamente vicino e non costruisci così una grande strategia nazionale, buona parte di quegli interventi non danno il moltiplicatore che potevano dare. Dopodiché abbiamo anche previsto alcuni meccanismi per evitare che le risorse vadano disperse, significa la possibilità di intervenire con i poteri sostitutivi quando c'è il rischio che non si riesca a portare a termine l'opera, oppure il definanziamento, significa che se ci si rende conto che alcune di quelle risorse non riescono a essere portate a terra con l'opera che era stata prevista, si cambia obiettivo, perché i soldi devono arrivare a terra. E abbiamo previsto un'altra cosa che è molto preziosa per le regioni, il Presidente Roberti lo sa, e cioè che noi con gli Accordi di coesione destiniamo alla regione anche la quota di cofinanziamento dei Fondi europei, perché questo è un problema invece per quello che riguarda delle volte la possibilità di spendere i fondi europei, che non c'è la quota di finanziamento, che le Regioni non ce l'hanno a disposizione e in ogni caso se hanno a disposizione quelle risorse, il fatto che lo Stato nazionale si carichi quelle risorse consente di liberare parti di bilancio regionale e di destinarlo a misure che sono necessarie per il territorio. 

Questo è il lavoro che noi abbiamo fatto e, ripeto, è un lavoro molto lungo che è costato tanto impegno e che abbiamo messo in relazione anche con le altre fonti di finanziamento che abbiamo, perché un altro problema che esiste in Italia è che poi ci sono diverse fonti di finanziamento, Fondo di sviluppo e coesione, ci sono i Fondi europei, c'è il PNRR. E queste fonti di finanziamento non si parlano tra di loro e magari si sovrappongono, cioè non si usano queste risorse per finanziare tutto quello che serve distribuendolo. 

E queste fonti di finanziamento non si parlano tra di loro e magari si sovrappongono, si finanziano opere che non sono, cioè non si usano queste risorse per finanziare tutto quello che serve distribuendolo. 
Noi abbiamo fatto un lavoro molto simile sul PNRR, non è un caso che quando io ho formato il governo ho voluto dare la competenza dei Fondi europei, dei Fondi di coesione e dei Fondi del PNRR allo stesso ministero perché si potesse mettere tutto all'interno della stessa strategia e anche sul PNRR abbiamo fatto un lavoro che vale la pena, facendo una piccola digressione, ricordare perché ricorderete quante volte è stato lanciato l'allarme sul tema della capacità dell'Italia di attuare il PNRR, particolarmente con il governo Meloni, che avrebbe fatto disperdere, secondo molti, le risorse del PNRR, perché non sarebbe stato in grado di spenderli e perché soprattutto, se avesse preso in considerazione l'ipotesi di rinegoziare il PNRR, avrebbe perso le risorse del PNRR. 
Le cose non sono andate così. Le cose sono andate che nel 2023 noi abbiamo completato gli obiettivi della terza rata e portato a casa la terza rata, completato gli obiettivi della quarta rata e incassato la quarta rata, completato gli obiettivi della quinta rata. Siamo la prima nazione d'Europa ad aver completato gli obiettivi della quinta rata e facendo tutto questo abbiamo anche rinegoziato il PNRR. Intanto perché c'erano degli interventi che in realtà non sarebbe stato possibile finanziare con il PNRR e quindi risorse che sarebbero andate anche qui disperse e poi perché tra quando il primo PNRR è stato scritto e oggi è mutato il contesto. Non c'era ad esempio il conflitto in Ucraina e quindi le priorità in alcuni casi sono cambiate. 
Con la revisione del PNRR noi abbiamo liberato 21 miliardi di euro di risorse e abbiamo destinato quei 21 miliardi ad alcune priorità dal nostro punto di vista. 12 miliardi e oltre vanno al tessuto produttivo di questa Nazione, alla messa in sicurezza del tessuto produttivo, al sostegno alle imprese e ai loro lavoratori. 

Sapete perché? Perché noi ci dobbiamo ricordare che la ricchezza non la crea lo Stato. Il lavoro non si crea per decreto, la povertà non si abolisce per decreto. Il punto è che la ricchezza in Italia la fanno le aziende con i loro lavoratori, e quello che devono fare le istituzioni, è mettere quelle aziende e quei lavoratori nella condizione di lavorare al meglio. E allora abbiamo destinato 12 miliardi di euro alle imprese, abbiamo destinato risorse all'efficientamento energetico, alle infrastrutture strategiche fondamentali sul piano dell'energia - su questo tornerò più avanti - abbiamo messo altri 750 milioni di euro sulla sanità. È una sfida, Presidente Roberti, anche quella di uscire dal commissariamento. È una sfida quella di rafforzare la sanità. Qui consentitemi di fare un po' di controinformazione rispetto a delle notizie che leggo francamente che non corrispondono a verità. Il Fondo sanitario con la Legge di bilancio 2024 arriva al suo massimo storico di sempre. Sono 136 miliardi di euro, quando c’era il Covid - per capirci - erano 122 miliardi di euro. Sono numeri, non sono opinioni. Poi bisogna ovviamente lavorare perché quelle risorse vengano spese al meglio.
Noi ci siamo concentrati sulla grande materia delle liste d'attesa, che è quello che impatta di più sui cittadini, per cui non è un caso che dei miliardi che avevamo a disposizione per il rinnovo del contratto del pubblico e per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, 2 miliardi e mezzo vadano proprio al rinnovo del contratto del comparto sanitario e non è un caso che le risorse aggiuntive che abbiamo messo nel Fondo della sanità le abbiamo destinate a progetti di abbattimento delle liste di attesa, ma con la revisione del PNRR noi aggiungiamo a queste risorse altri 750 milioni di euro. 
E fatemi dire un'altra cosa, siccome leggo anche qui polemiche presunte sul fatto che noi avremmo tagliato le risorse per esempio per gli ospedali. Questo è falso. Le risorse destinate alla sanità sono aumentate con il PNRR e sono per le fonti di finanziamento che erano già previste rimaste inalterate. Quello che noi abbiamo fatto è stato mettere in sicurezza alcuni provvedimenti che rischiavano di perdere le risorse, perché in particolare per la tempistica del PNRR - che voi sapete essere molto rigida, 2026, - quando non si riesce a fare l'opera entro il 2026, le risorse tornano indietro. E quindi in alcuni casi noi abbiamo preso provvedimenti che erano nel PNNR, li abbiamo messi in altre fonti di finanziamento che non hanno quella tempistica così rigida per salvare l’opera e abbiamo spostato provvedimenti sulla base delle tempistiche che sono accettabili. Ma anche qui non c'è un euro che viene disperso e particolarmente sulla materia della sanità.
Allora abbiamo fatto tutto questo lavoro e arriviamo così, ho fatto una brevissima premessa, all'Accordo di coesione di oggi con la Regione Molise. Con questo Accordo di coesione che è il 16esimo che noi firmiamo, ne abbiamo già firmati altri 13 con le Regioni e 2 con le Province autonome, noi mettiamo a disposizione di questo territorio, come ricordava il Presidente Roberti, circa 445 milioni di Euro, dei quali 37 erano già stati assegnati in anticipo nel 2021 e sono risorse imponenti per questo territorio che servono a finanziare 42 interventi, ma quei 42 interventi sono concentrati su alcuni ambiti strategici. 

Allora abbiamo fatto tutto questo lavoro e arriviamo così, ho fatto una brevissima premessa, ma arriviamo così all'accordo di coesione che noi firmiamo, ne abbiamo già firmati altri 13 con le Regioni e 2 con le Provincie autonome, noi mettiamo a disposizione di questo territorio, come ricordava il Presidente Roberti, circa 445 milioni di Euro, dei quali 37 erano già stati assegnati in anticipo nel 2021. Sono risorse imponenti per questo territorio, che servono a finanziare 42 interventi, ma quei 42 interventi sono concentrati su alcuni ambiti strategici. 
Partiamo dall'ambito che secondo me è in assoluto quello più importante per combattere davvero il divario del Mezzogiorno, che è il tema delle infrastrutture. 
L’ho detto e lo ripeto: ci sono due modi per tentare di combattere il divario tra Nord e Sud. C'è il reddito di cittadinanza e ci sono le infrastrutture di cittadinanza. Sono due modelli diversi, indipendentemente da come la si pensi su entrambi. Vi dico quello che penso io. Il reddito di cittadinanza era la risposta di chi diceva ‘guarda io non posso risolvere il tuo problema, io non posso migliorare la condizione di sviluppo che ti consente di avere opportunità migliori, quello che io posso farti è mantenerti così, ma in una condizione che rimane di marginalità’. La risposta di chi dice infrastrutture di cittadinanza è: ‘guarda, io credo che investendo su questo territorio le tue opportunità possono cambiare; questo territorio non è spacciato, il suo destino non è definito, dipende da quanto può competere ad armi pari e dimostrare il suo valore’. Questa è la risposta di chi investe sulle infrastrutture di cittadinanza ed è la risposta che stiamo cercando di dare noi. 
Sul tema delle infrastrutture per questo territorio ci sono 100 milioni di euro che servono soprattutto a rafforzare e mettere in sicurezza il sistema viario molisano, quindi le strade comunali, le strade provinciali, le strade statali. Di questi ci sono 40 milioni di euro per il completamento di un'opera che è molto importante per il Molise, che è la Fondo Valle del Tappino – Riccia – Colletorto – San Giuliano di Puglia. 
Il tema delle infrastrutture è quello che copre quasi un quarto delle risorse di questo Accordo di coesione. 
L'altra priorità della quale ci occupiamo, lo dicevo prima, è il sostegno al tessuto produttivo. 80 milioni di euro tra aiuti per gli investimenti e misure di sostegno per l'accesso al credito; di questi, 15 sono destinati alle imprese del settore turistico. Il turismo qui è uno di quegli ambiti che non hanno ancora espresso tutte le potenzialità che ci sono.
E allora anche qui, quando tu metti insieme da una parte un sistema infrastrutturale rafforzato, dall'altra il sostegno al tessuto produttivo delle aziende che operano nel contesto, costruisci condizioni che consentono di competere ad armi pari. 
Poi certo, non risolviamo tutto con l'Accordo di coesione. Io penso che un altro, per esempio, grande risultato che questo Governo è riuscito a ottenere sia la ZES Unica del Mezzogiorno, la Zona Economica Speciale Unica per il Mezzogiorno. Che significa? Noi abbiamo avuto nel Mezzogiorno delle Zone Economiche Speciali, dei territori - di solito intorno ai porti, agli interporti - che garantiscono per chi investe in quel territorio di avere autorizzazione unica, quindi semplificazioni straordinarie, e di avere crediti d'imposta, quindi incentivi all'investimento. Noi abbiamo deciso di sostituire le piccole e medie Zone Economiche Speciali che c'erano nel Mezzogiorno con un'unica Zona Economica Speciale che coinvolge tutte le Regioni del Mezzogiorno. Significa che chiunque investa in una delle Regioni del Mezzogiorno ha le semplificazioni e i crediti d'imposta. Nessun governo era riuscito a trattare con la Commissione europea una Zona Economica Speciale così ampia come noi abbiamo fatto per il Mezzogiorno d'Italia. E questo consente, favorendo chi investe nel mezzogiorno, di colmare un’altra parte di questo divario. Consente, come dicevo, di arrivare all'obiettivo di permettere a questi territori di competere ad armi pari. 
Il terzo capitolo del Fondo di sviluppo e coesione riguarda il nesso ambiente-energia. Al nesso ambiente-energia noi destiniamo 60 milioni di euro con tre obiettivi prioritari: rendere più efficiente il sistema irriguo della Piana di Venafro, riqualificare alcuni edifici pubblici e costruire impianti di produzione di energia idroelettrica. 
E qui c'è un'altra grande strategia che si realizza, anche qui in Molise, anche attraverso questo Fondo di sviluppo e coesione e questo Accordo. Nel dramma che noi stiamo affrontando in una situazione internazionale impossibile, lo vediamo ogni giorno, nel dramma del conflitto in Ucraina, delle conseguenze che ha provocato, nel dramma del problema dell'approvvigionamento energetico, si nasconde un'occasione, perché le crisi portano sempre con sé un'occasione. Intanto l'occasione di rimettersi in discussione, di non dare tante cose per scontate e di dover fare di più e meglio per uscirne. Una delle grandi occasioni che sono nascoste, in questa situazione molto complessa che noi affrontiamo a livello nazionale e internazionale, è il tema della produzione energetica. Noi oggi abbiamo una situazione per la quale l'Europa ha un problema di approvvigionamento energetico; particolarmente con la transizione verde si guarda alle forme di energia pulita. Il Mezzogiorno d'Italia è un potenziale enorme produttore di energia pulita. Significa che noi, da quella crisi che abbiamo avuto, che ci ha portato a rivedere tutte le nostre fonti d'approvvigionamento, che ci ha portato a rivedere i nostri accordi e che ci porta al mix energetico, cioè a diversificare la produzione di energia, non solo per noi stessi ma per l'Europa intera, nel Sud Italia - con i giusti investimenti sulle grandi infrastrutture strategiche, sulla produzione di energia pulita - noi possiamo costruire un futuro e un pezzo di strategia per questa Nazione che va oltre l'oggi, che significa qual è il ruolo che puoi avere nella storia e nel futuro.
E in questo Accordo di sviluppo e coesione c'è un pezzo di questa strategia. È quello che vi dicevo prima sul mettere insieme una strategia che valga anche per la Nazione nel suo complesso. 
Particolarmente con la transizione verde si guarda alle forme di energia pulita, il Mezzogiorno d'Italia è un potenziale enorme produttore di energia pulita. Significa che noi - da quella crisi che abbiamo avuto  che ci ha portato a rivedere tutte le nostre fonti d'approvvigionamento e i nostri accordi e che ci porta al mix energetico, cioè a diversificare la produzione di energia, non solo per noi stessi ma per l'Europa intera - nel Sud Italia, con i giusti investimenti sulle grandi infrastrutture strategiche, sulla produzione di energia pulita possiamo costruire un futuro e un pezzo di strategia per questa Nazione che va oltre l'oggi, che significa qual è il ruolo che puoi avere nella storia e nel futuro. 
E in questo Accordo di sviluppo e coesione c'è un pezzo di questa strategia che vale anche per la Nazione nel suo complesso. 
C'è poi tutto l'ambito della valorizzazione del patrimonio culturale molisano perché - vale anche qui come per il turismo - il Molise è una terra che custodisce luoghi straordinari che però purtroppo molto spesso il grande pubblico non conosce come meriterebbero di essere conosciuti. Allora anche qui renderli più facili, più agevoli da raggiungere, ma anche riqualificare, valorizzare quegli spazi, può fare la differenza. Ci sono alcuni di questi luoghi straordinari che noi valorizziamo, che restauriamo con queste risorse, e c'è anche un impegno per sostenere la rete dei musei comunali. 
E oltre di tradizione, lo diceva bene il Presidente Roberti, parliamo di innovazione. 
E qui investiamo oltre 15 milioni di euro per finanziare in collaborazione con l'Università del Molise - che qui è un'altra eccellenza - un altro polo di attrazione, un'altra risposta importante da dare a tanti giovani che altrimenti magari pensano che altrove sia e debba essere il loro futuro. Anche io ringrazio il Magnifico Rettore, mettiamo in campo con l'Università del Molise due progetti di ricerca: uno in campo biomedico sulle malattie cardiovascolari, sulle malattie neurodegenerative e dei tumori e uno su l'intelligenza artificiale, che è una delle altre grandi sfide che noi dobbiamo affrontare, che stiamo affrontando. 
L'intelligenza artificiale è una grande occasione che nasconde grandi rischi. All'Italia sta a fare fondamentalmente due cose. Da una parte sviluppare l'intelligenza artificiale perché su questa tecnologia non possiamo rimanere indietro, ed è il lavoro che facciamo oggi con l'università. Dall'altra, a un altro livello, che è nazionale ma che è globale, il governo dell'intelligenza artificiale, per evitare che se non governata abbia degli impatti che possono essere anche molto pesanti sul nostro futuro. 
Io penso sempre all'impatto nel mercato del lavoro: noi siamo stati sempre abituati a un progresso che ottimizzava e veniva messo a disposizione delle competenze umane, e la sostituzione di lavoro era prevalentemente una sostituzione fisica, di lavoro fisico, e quindi questo consentiva agli uomini e alle donne di elevare sempre di più invece il loro lavoro al concetto, all'organizzazione. Con l'intelligenza artificiale è l'intelletto che rischia di essere sostituito con un impatto in particolare sui lavori più profilati, penso a tutti gli ordini professionali, nella medicina come nella scuola, nell'università, fino a arrivare ai giornalisti: tutti i professionisti possono essere impattati dallo sviluppo dell'intelligenza artificiale se noi non la governiamo. 
Questa è proprio una digressione ma è uno dei temi che l'Italia porta alla Presidenza del G7 perché su queste materie la governance non può essere nazionale, deve essere di un livello più alto e quindi condivido con gli italiani le strategie che l'Italia sta portando avanti perché penso che anche questo sia giusto. Quindi da una parte sviluppare le tecnologie, noi siamo la patria del genio, dobbiamo sempre cercare di essere, non dico al passo dei tempi, ma avanti rispetto ai tempi. Dall'altra parte il lavoro politico che serve a governare strumenti che sono neutrali e che possono diventare nocivi se non vengono governati. 
Comunque ci occupiamo di intelligenza artificiale, di progetti di ricerca in campo biomedico, con risorse importanti per il diritto allo studio per garantire che i giovani molisani rimangano a studiare in Molise e magari che giovani da altre regioni vengano e continuino a venire a studiare qui in Molise. C'è quindi il potenziamento di tutti i servizi agli studenti, mense, biblioteche, aree attrezzate, con un'attenzione particolare alla disabilità. 
E in ultimo non dimentichiamo con questo Accordo i più fragili: ci sono 9 milioni di euro per realizzare edifici di co-housing del “Dopo di noi”, per i centri diurni per la disabilità, per le case famiglie. Quindi in sintesi sono quasi 450 milioni per infrastrutture, lavoro, sostegno alle aziende, turismo, beni culturali, energia, innovazione, diritto allo studio, anziani, disabilità.
Queste sono le priorità che noi abbiamo condiviso con il Presidente Roberti, con la Regione, ma ringrazio anche tutti gli uffici, anche tutti gli assessori che hanno lavorato a questa iniziativa, i sindaci che hanno portato le loro proposte, e sono le priorità che noi abbiamo individuato per una Regione che dal nostro punto di vista ha troppe potenzialità inespresse e che noi faremo tutto quello che possiamo fare per consentire di competere ad armi pari e di poter dimostrare finalmente davvero il valore intrinseco che ha.
Grazie davvero.