Cronologia

1578-87 l'avvocato concistoriale Pietro Aldobrandini, fratello del futuro papa Clemente VIII, acquista il 28 gennaio 1578, con atto dei notai Calzoli e Campani, una casa su via del Corso già via Lata. Incarica del progetto l'architetto Matteo Bartolini da Città di Castello. Essendo proprietario anche di un immobile lungo la strada che rasenta la cosiddetta "isola Colonna", collegando l'attuale via del Corso con Montecitorio, intende unire le due proprietà nella parte posteriore.

1587-88 Alla morte dell'avvocato Pietro, suo figlio Pietro vende le proprietà a Paolo Fossano che continua i lavori sul lato di via del Corso.

1616-21 Lo stesso Pietro Aldobrandini, nipote di Clemente VIII, cardinale dal 1593, riacquista la casa paterna, riprendendo la costruzione e incorporando varie case limitrofe all'ala prospiciente la futura piazza; è di questo periodo l'angolo del cortile lasciato intatto dai Chigi quando verrà realizzato il porticato del cortile interno.

1621-23 Interrotti i lavori per la morte del cardinale Pietro, la proprietà è ereditata dalla sorella Olimpia che abita il lato su via del Corso e continua ad acquistare proprietà nello stesso isolato.

1623-26 Il cardinale Deti, imparentato con gli Aldobrandini, ottiene da Olimpia l'uso, vita natural durante, del lato sulla piazza in cambio della costruzione dell'angolo su via del Corso, ed il prolungamento dello stesso.

1626-30 Il cardinale Deti abita fino alla morte il palazzo che ormai ha le due facciate collegate.

1630-59 Il palazzo è abitato da Olimpia che muore nel 1637 e, per un anno, dal figlio cardinale Ippolito che muore nel 1638. La figlia Olimpia affitta il palazzo a vari cardinali. Il cardinale Albornoz fa eseguire l'unico lavoro di questo periodo consistente nell'annessione di un'altra casa sul lato della piazza verso Montecitorio.

1659 Il 25 settembre, con atto dei notai Paoluzzi e Simonelli della R.C.A., il palazzo viene acquistato da Mario e Agostino Chigi per 41.314 scudi più 6314 versati per le opere di miglioria della piazza. La zona era andata acquistando un valore sempre maggiore.

1660 Lo "stato delle anime" al 5 febbraio della vicina parrocchia di S. Maria in Via attesta che nel palazzo abitano don Mario e don Agostino Chigi. Vengono subito eseguiti nel palazzo alcuni urgenti lavori di adattamento. Il progetto di completamento e di ristrutturazione viene affidato a Felice della Greca e i lavori iniziano immediatamente.

1665 Il palazzo è terminato nella sua struttura. Devono solo essere portati a termine i lavori di finitura delle facciate, come gli imbotti delle finestre e il portone su piazza Colonna. Esiste ancora la fila delle botteghe sull'angolo verso via del Corso. l'alacrità con cui i lavori procedono fa sì che sia il Cruyl che il Falda rappresentino il palazzo come terminato.

1677 Muore Felice della Greca senza che il palazzo sia stato ancora terminato. Negli anni immediatamente successivi il palazzo, su progetto dell'architetto G. B. Costantini, viene sopraelevato di un piano, venendo così a perdere il coronamento a balaustra di cui resta solo un piccolo tratto inglobato nella muratura su via dell'Impresa.

1739 Alla morte di don Agostino il palazzo passa al figlio Augusto, che esegue grandi lavori consistenti nella decorazione in travertino, con sovrastante balcone, del portone su piazza Colonna, nel completamento delle cornici delle finestre sullo stesso lato, nella chiusura delle botteghe rimaste e nella realizzazione di alcune rimesse nel cortile.

1900 ca. Il Palazzo è affittato come sede dell'Ambasciata d'Austria.

1916 I Chigi vendono il Palazzo allo Stato Italiano.

1961 Il 23 marzo viene definitivamente destinato a sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In tale occasione, vengono eseguiti dal Genio Civile lavori di consolidamento e di adeguamento che durano dal '59 al '61. Il tetto viene rifatto con strutture in ferro, i pavimenti agganciati con travature in cemento armato e vengono ripresi tutti gli intonaci.