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30 Ottobre 2023

Consiglio dei Ministri n. 56

Si è svolta a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei Ministri.

30 Ottobre 2023

Convocazione del Consiglio dei Ministri n. 56

Il Consiglio dei Ministri è convocato lunedì 30 ottobre, alle ore 11.00 a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno:

Accordo per la Coesione tra il Governo e la Regione Marche, punto stampa del Presidente Meloni

Sabato, 28 Ottobre 2023

[..] Sia sul tema della crisi umanitaria di Gaza, ho parlato con il Ministro della Difesa Guido Crosetto, che è pronto eventualmente ad inviare delle navi che sono già state precauzionalmente inviate a Cipro per raggiungere le coste di fronte a Gaza, per apportare aiuti umanitari, per eventualmente aiutare anche chi dovesse essere aiutato sul piano delle cure. Stiamo cercando su questo, anche coordinandoci con i nostri alleati, di intanto esserci per combattere una crisi umanitaria che ovviamente impatta sui civili inermi che non hanno responsabilità. Sugli ostaggi, cerchiamo di fare il nostro meglio, credo che questa sia una fase nella quale serve molta concentrazione, molta lucidità, bisogna evitare toni che possono far diventare una piccola palla di neve una valanga. Io sto cercando di interpretare questo ruolo, a tutti i livelli, è il lavoro che facciamo ogni giorno, lo facciamo con coscienza e con consapevolezza.

Domanda: “Laboratorio Marche”, a livello politico è stato così ribattezzato, oggi è un'altra tappa, un modello che ci può essere a livello regionale.

Presidente Meloni: Oggi è una tappa molto importante, con la firma dell’Accordo di coesione tra il Governo e la Regione, con il quale, anche insieme al Fondo di rotazione, mobilitiamo oltre mezzo miliardo da concentrare, particolarmente sulle infrastrutture di collegamento della Regione, con progetti molto importanti per questo territorio, penso alla Pedemontana che ci consentirà, intanto di decongestionare l’autostrada adriatica, ma dall'altra parte anche di favorire la mobilità da, verso, e nelle aree più interne. Noi lavoriamo su una priorità che abbiamo sempre dichiarato, che abbiamo dichiarato diversi anni fa. Questa è una regione nella quale si sviluppa un paradosso, è una regione che si trova al centro dell’Italia ma è isolata, mentre dovrebbe essere un crocevia. Quindi la sfida infrastrutturale per una regione come questa è fondamentale.
Il Presidente Acquaroli ci lavora dall'inizio del suo mandato. Noi siamo contenti di offrire con questo Accordo con il Governo nazionale, in base ai fondi europei, il nostro contributo, perché penso che i prodotti, la manifattura, gli scorci bellissimi che questa regione ha, nulla possono in termini di competizione, se non sono accompagnati da adeguate infrastrutture. Le Marche di altro non hanno bisogno che di essere messe in condizioni di competere ad armi pari, su questo cerchiamo di lavorare.

Domanda: Un’altra cosa, l'alluvione: ieri è stata a Senigallia, sul Ponte Garibaldi, quindi una garanzia anche su questo.
Si è parlato un po' di trattamenti diversi tra alluvionati, quindi l'alluvione del 15 settembre 2022 e quella di maggio scorso.

Presidente Meloni: Guardi noi abbiamo lavorato su tutte le calamità, lavoriamo ovviamente con lo stesso impegno.
Ieri appunto sono andata a vedere i lavori di Senigallia, proprio perché noi abbiamo fatto uno stanziamento, come lei sa, importante, ma mi piace anche quando ho l'occasione di seguire l'andamento dei lavori, come queste risorse arrivano a terra, ma davvero c'è stata da parte nostra un impegno che penso la Regione riconosca, che penso il Presidente Acquaroli riconosca, in termini di anche impegno finanziario, in una situazione economica che voi conoscete bene, perché crediamo davvero che su questo si misuri la serietà delle istituzioni.

 

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Accordo per la Coesione tra il Governo e la Regione Marche

Sabato, 28 Ottobre 2023

Dunque, buongiorno a tutti, grazie al Presidente della Regione, Francesco Acquaroli, saluto il Ministro Fitto, i parlamentari, i tanti amministratori locali presenti, i sindaci, tutte le autorità.
Sono molto contenta di essere qui oggi per questa firma, sono contenta di firmare quest’Accordo ad Acqualagna, in un comune straordinario che conosco, famoso anche a livello internazionale, anche per l'eccellenza del tartufo bianco.

Sono particolarmente contenta di farlo qui, consentitemi una digressione, perché questo è anche il comune che ha dato i natali a un grande italiano di nome Enrico Mattei. E noi lo ricordiamo oggi, dopo che ieri abbiamo celebrato il 61° anniversario della sua scomparsa.
Lo ricordiamo per essere uno degli artefici del miracolo economico italiano nel dopoguerra, per essere stata una persona capace di vedere opportunità dove gli altri vedevano solamente una crisi e di capire quanto la politica energetica di una Nazione fosse fondamentale per la sua sovranità, per il suo posizionamento geo-strategico, per garantire i suoi interessi nazionali, per garantire partnership con altri Paesi che fossero basate non su un approccio paternalistico o predatorio, di chi ti guarda dall'alto in basso, ma sapeva che le grandi Nazioni lavorano insieme quando hanno una rispetto dell'altra.

Ve lo dico perché voi sapete che da Enrico Mattei l'attuale Governo ha preso spunto per una di quelle che noi consideriamo le principali iniziative strategiche di questo Governo, che riparte proprio dall'energia, riparte proprio da una crisi che può diventare opportunità per riposizionare la Nazione a livello geo-strategico.
Perché sì, noi siamo in una situazione molto complessa, come vedete, anche dalle ultime notizie, a livello internazionale, perché negli ultimi anni abbiamo avuto degli shock, la pandemia prima, il conflitto in Ucraina poi, che ci hanno fatto finalmente comprendere quanto la nostra dipendenza fosse problematica, quanto ci fosse la necessità per l'Italia e per l'Europa di ricostruire le sue catene d’approvvigionamento fondamentali e, nelle crisi che noi stiamo vivendo, io sono convinta, come seppe fare Enrico Mattei al tempo, che si possa celare una grande occasione, che è quella di mettere insieme una difficoltà e un'opportunità.

La difficoltà europea oggi di approvvigionarsi sul piano energetico perché ha consentito che le sue catene d'approvvigionamento diventassero troppo lunghe e troppo incontrollabili e il potenziale di produzione energetica che il continente africano può mettere in campo.

E se noi siamo in grado di mettere insieme queste due cose e di produrre anche con un nuovo rapporto con i Paesi africani, una cooperazione strategica che ci consenta di stringere e di accompagnare i nostri reciproci destini, noi possiamo risolvere diversi problemi insieme. Perché l'Italia è interessata? Perché noi siamo la porta d'ingresso. Noi siamo la porta d'ingresso di questo incontro e chiaramente l'obiettivo che ci diamo  - attraverso quello che voi conoscete come Piano Mattei, che verrà presentato al Parlamento nelle prossime settimane, nei prossimi mesi - è quello di fare dell'Italia l’hub d'approvvigionamento energetico d'Europa, un ruolo geo-strategico che ci rimette al centro del Mediterraneo, il nostro ruolo storico, un ruolo che non sempre abbiamo saputo interpretare. Mi perdonerete per questa digressione, ma a chi altro devo raccontarlo se non, diciamo, ai cittadini che hanno dato i natali a Enrico Mattei.

Sono contenta di presentare anche questo accordo qui ad Acqualagna perché poi in fondo stiamo parlando di strategia, stiamo parlando di visione, che è un po' la grande assente negli ultimi anni di politica di questa Nazione.
E anche questo Accordo, che firmiamo oggi con la Regione Marche, parla di visione, parla di sviluppo, parla di scelte di medio e lungo periodo, non le scelte che ti portano un consenso nell'immediato, magari con risorse che vengono utilizzate in molti rivoli, con risultati tutti da verificare, ma scelte strategiche sul ruolo che lo Stato nazionale insieme alle Regioni devono far giocare ai nostri territori.

Le Marche sono la seconda regione d'Italia a firmare questo tipo di accordo con il Governo, grazie al lavoro che, lo diceva il Presidente Acquaroli, la Regione insieme al Ministro Fitto, - che ringrazio per il suo prezioso lavoro - hanno fatto nei mesi passati.
Questi accordi fanno parte - anche qui consentitemi di fare un passo indietro per raccontare il lavoro che complessivamente sta facendo il Governo - di un ampio lavoro di riforma che questo Governo ha portato avanti per invertire la rotta sulle politiche di coesione.
Le politiche di sviluppo e coesione, come voi sapete, sono lo strumento previsto dai trattati europei per contribuire a ridurre le disparità e i divari tra i territori, si basano su fondi strutturali europei, prevedono un cofinanziamento nazionale e sono organizzati sulla base di programmazione pluriennale. Per troppi anni, purtroppo, noi dobbiamo fare i conti con il fatto che l'Italia non si è esattamente distinta per l'attuazione delle politiche di coesione, soprattutto su quella che era la componente nazionale, 78 miliardi di euro, se facciamo riferimento all'ultima programmazione, noi abbiamo registrato nel corso degli anni molti ritardi e spesso una incapacità sostanziale di spendere fino in fondo queste risorse. Nel senso, a volte i soldi ci sono, quello che manca è la capacità di metterli davvero a terra, di metterli a terra nei tempi giusti, di metterli a terra sulle vere priorità strategiche.

Allora noi abbiamo deciso di intervenire, di intervenire in modo strutturale, abbiamo attivato un confronto tra il Governo e tutte le Regioni, le Province autonome, tutti i livelli coinvolti anche a livello nazionale, il Ministro Fitto si è speso molto in questa attività e abbiamo fatto un lavoro certosino di verifica dello stato attuazione della precedente programmazione dei fondi di sviluppo e coesione, che era quella che andava dal 2014 al 2020, e un lavoro di confronto sulle priorità sulle quali concentrare la nuova programmazione, che è la programmazione 2021-2027. All’esito di questo lavoro è nato il Decreto Sud che è un decreto con il quale noi abbiamo riorganizzato tutta quanta la materia, sostanzialmente riorganizzando il fondo e prevedendo questi Accordi di coesione, che sono uno strumento nuovo, negoziale, di programmazione - ovviamente negoziale tra le Regioni e il Governo nazionale - attraverso i quali si finanziano delle priorità che vengono proposte dalle Regioni, ma che devono essere condivise dal Governo. Perché? Non perché noi si voglia ovviamente togliere alle Regioni autonomia, ma per garantire che tutto questo lavoro risponda a un'unica strategia, per garantire che non ci siano sovrapposizioni con altre fonti di finanziamento, che non ci siano dispersioni delle risorse. Quindi una strategia regionale, territoriale, che deve inserirsi in una strategia nazionale.

Dopodiché, ci sono in questa nostra riforma altre importanti novità. Noi abbiamo, per esempio, previsto un meccanismo di de-finanziamento quando le risorse non dovessero essere messe a terra, così come abbiamo previsto dei poteri sostitutivi nel caso in cui ci siano dei ritardi che non consentono di portare a termine quello che è stato programmato. Quindi c'è una responsabilizzazione generale, da una parte il sostegno anche della politica nazionale e dall'altra una responsabilizzazione perché il nostro obiettivo è trasformare l'Italia da Nazione, diciamo così, non brillantissima nella gestione di questi fondi, a Nazione esempio anche per le altre. E credo che si possa fare perché è assolutamente nelle nostre capacità, nelle nostre possibilità.

L'accordo che noi firmiamo oggi rientra in questo quadro, come dicevo la Regione Marche è la seconda regione a firmare questo accordo con il Governo. Stanziamo per quello che riguarda le risorse di coesione 333,6 milioni di euro, finanziamo 16 investimenti strategici per le Marche. Sedici investimenti strategici non sono tanti: e anche questo è un segnale di che cosa stiamo facendo, cioè scegliamo di non distribuire poche risorse in mille rivoli ma di concentrarci su priorità strategiche vere e concentrare le risorse su quelle priorità, per rendere quelle risorse davvero efficaci.

Le Marche hanno scelto di concentrare la gran parte di queste risorse su infrastrutture e reti di trasporto, cioè il 70% di queste risorse è destinato al completamento delle strade e alla piena utilizzabilità dei porti, come diceva il Presidente Acquaroli.
Ed è una scelta strategica che noi abbiamo condiviso, perché ricorderete quante volte io stessa ho denunciato il paradosso di una regione che si trova al centro dello stivale e ciò nonostante è isolata. Perché tante volte voi ricorderete quanto io stessa abbia denunciato come in Italia ci sia, sì un divario tra Nord e Sud, ma anche un divario tra Est e Ovest, anche un divario tra la costa tirrenica e la costa adriatica e che quel divario ha bisogno di essere risolto esattamente come accade per il divario tra il Nord e il Sud.

Io non elencherò tutti gli interventi che sono finanziati attraverso queste risorse, mi limito a citarne uno tra i più importanti e strategici che finanziamo, che credo sia particolarmente importante, che è la Pedemontana delle Marche, e cioè lo sviluppo di una rete stradale alternativa e veloce a quella sulla costa che offre un duplice obiettivo. Da una parte ovviamente decongestionare il traffico sull'autostrada adriatica, ma dall'altra garantire collegamenti facili, efficienti e veloci per l'entroterra e nell’entroterra, perché anche qui, quante volte abbiamo denunciato il rischio spopolamento dei piccoli comuni, dei comuni dell'entroterra, ma chiaramente senza adeguate infrastrutture di collegamento noi non potremo mai combattere lo spopolamento delle aree interne. Quindi io condivido assolutamente questa priorità e queste priorità che sono state individuate dalla Regione, dopodiché, in questo Accordo, noi realizziamo una serie di altri interventi per potenziare la rete stradale marchigiana, che da sempre, come dicevamo, sconta un deficit, soprattutto nelle aree interne.

Su questo io sono contenta di poter dire che ho visto in questi anni un grande impegno del Presidente Acquaroli, della Regione Marche, e sono contenta che oggi riusciamo a fare la nostra parte con queste risorse e con questo accordo che su questa priorità si concentra. Non finisce qui, perché ai 333,6 milioni di euro del Fondo Coesione e Sviluppo aggiungiamo altri, lo diceva anche qui il Presidente della Regione, 154,3 milioni di euro che arrivano dal Fondo di rotazione. Se calcoliamo anche la quota di cofinanziamento, che è pari ad altri 44 milioni e mezzo, arriviamo complessivamente con questo accordo a mobilitare la cifra di 532 milioni di euro, mezzo miliardo di euro e più.
Con il Fondo di rotazione riusciamo a investire anche su altri importanti fronti, penso al tema del turismo di qualità, penso al tema delle politiche culturali, alla valorizzazione del tessuto imprenditoriale, alla formazione, alla salvaguardia dell'occupazione.
Fatti concreti, e concludo, per sostenere lo sviluppo di una Regione che è conosciuta in tutto il mondo per la sua intraprendenza e per la sua volontà di riscatto.

In buona sostanza noi non vogliamo far altro che mettere le Marche in condizioni di competere ad armi pari e di poter dimostrare quello che vale e di poter correre come sa correre e come io so che vuole correre.
Mettiamo un altro mattone a questo lavoro e lavoriamo tutti insieme in un'ottica, che è sì di valorizzazione del territorio, ma che è soprattutto un'ottica di valorizzazione complessiva della nostra Nazione e del suo ruolo nel mondo. Vi ringrazio.

28 Ottobre 2023

Il Presidente Meloni interviene ad Acqualagna alla Firma dell’Accordo per la Coesione con la Regione Marche

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato ad Acqualagna (PU) alla firma dell’Accordo per la Coesione tra il Governo e la Regione Marche. Al termine ha visitato la casa natale di Enrico Mattei e incontrato i cittadini nell'omonima piazza.

28 Ottobre 2023

Accordo per la Coesione tra il Governo e la Regione Marche

L'intervento del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla cerimonia di firma dell'Accordo tra il Governo e la Regione Marche. In apertura dell'evento, il contributo del Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli.
Al termine della cerimonia di firma si è tenuto un punto stampa.

28 Ottobre 2023

Il Presidente Meloni interviene alla Firma dell’Accordo per la Coesione con la Regione Marche

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento ad Acqualagna (PU) in occasione della firma dell’Accordo per la Coesione tra il Governo e la Regione Marche.
Al termine della cerimonia di firma ha incontrato i giornalisti per un punto stampa.

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Consiglio europeo, punto stampa conclusivo del Presidente Meloni

Venerdì, 27 Ottobre 2023

Presidente Meloni: Vi faccio io una panoramica. Discussione lunga, concreta, secondo me molto proficua, sui vari punti che si sono trattati nel Consiglio europeo. Sono soddisfatta delle Conclusioni che riguardano la crisi in Medio Oriente, riflettono la delicatezza della questione. Io ho trovato un confronto molto serio, molto maturo. L'Unione europea ha attualmente come priorità e ribadisce come priorità le stesse priorità che l'Italia pure aveva ribadito, e cioè fare del nostro meglio per evitare una escalation del conflitto, lavorare sul fronte umanitario e lavorare su una soluzione strutturale di lungo periodo, che però va immaginata ora, per la crisi israelo-palestinese, quindi essere concreti sulla soluzione dei due popoli e due Stati.

Dopodiché abbiamo parlato di Ucraina. Abbiamo confermato il nostro pieno sostegno all'Ucraina, questione da non sottovalutare particolarmente nell'attuale contesto. Come vi ho detto, quando un anno e mezzo fa la Russia invase l'Ucraina, qualcuno di noi disse al tempo che se fossero saltate le regole della pacifica convivenza noi avremmo visto molti altri territori di crisi e purtroppo è quello che vediamo in questi giorni e questa è la ragione per la quale io penso che a maggior ragione ora occorre continuare a mantenere, a non abbassare la guardia sul nostro sostegno all'Ucraina.

Si è parlato ovviamente molto di economia, a partire dalla revisione di medio termine del bilancio pluriennale. Nelle Conclusioni del Consiglio entrano due questioni molto care all'Italia, e cioè immaginare di trovare una soluzione entro la fine dell'anno e lavorare su una logica di pacchetto. 

In quel pacchetto per noi c'è una priorità che è quella della migrazione, particolarmente per lavorare sulla strategia italiana dei confini esterni e degli accordi con i Paesi di provenienza e di transito. Devo dirvi, all'esito di questo confronto, che è una priorità condivisa dal Consiglio europeo, cioè tutti sono d'accordo sul fatto che nuove risorse debbano essere messe su questo capitolo. Lo considero particolarmente importante, come considero particolarmente importante tutta la parte sulle migrazioni, che si è concentrata nel dibattito in queste ore sul tema dei rischi legati particolarmente al terrorismo, insomma ai fenomeni che abbiamo visto anche qui a Bruxelles, ma entra nelle Conclusioni del Consiglio la lettera che Ursula von der Leyen ha inviato ai Capi di Stato e di Governo prima dell'inizio del Consiglio, che è lo stato dell'attuazione pratico di una strategia che, come voi sapete, è stata fortemente promossa dall'Italia. E quindi qualcosa che oggettivamente nel merito era impensabile un anno fa.

Tornando all'economia, scusatemi se torno indietro, si è parlato di una questione che è cruciale per tutti, particolarmente è cruciale per noi, che è il nuovo Patto di stabilità e crescita. Anche qui, c'è nelle Conclusioni del Consiglio il riferimento a chiudere le nuove regole sulla governance entro la fine dell'anno. Anche questo non era scontato: non è facile la trattativa, questo ve lo dico; ci siamo stati fino a ieri in notte fonda, perché le posizioni di partenza sono divergenti, però io sono anche contenta del fatto che, penso anche grazie a un importante contributo italiano, ieri qualche passo in avanti si sia fatto. 

Quindi, complessivamente, spero di non dimenticare niente, queste sono le questioni principali, poi ce ne sono molte altre che abbiamo discusso. Complessivamente sono contenta di Conclusioni nelle quali c'è una forte presenza degli interessi italiani.

Domanda: Ci sono state discussioni sul MES?

Presidente Meloni: Non ci sono state discussioni sul MES.  È vero, stamattina abbiamo fatto anche la riunione dell'Euro, non si è parlato di questa materia durante la riunione. E quindi no, non è stato oggetto di questo dibattito. 

Domanda: Ma lei cosa pensa Presidente? Il mese prossimo il MES andrà in Parlamento, quale sarà la posizione della maggioranza?

Presidente Meloni: Io penso che noi dobbiamo stare nella posizione che la maggioranza ha già espresso - e che io ho espresso, come lei sa, decine di volte -  e cioè che non si può affrontare il tema di uno strumento se non se ne conosce la cornice. Il problema del MES è che, tra le altre cose, richiama ai vecchi vincoli del Patto di stabilità. Noi stiamo facendo una trattativa sui nuovi vincoli del Patto di stabilità. Chiaramente se oggi approvassimo un Trattato che riporta i vecchi parametri del Patto di stabilità, non faremmo una cosa utile per una trattativa che noi stiamo conducendo. Quindi continuo a ritenere, indipendentemente da quello che si pensi sullo strumento in sé, sull'accesso dell'Italia - voi sapete come la penso io -, che non sia utile da parte di nessuno, neanche da parte di quelli che sono grandi sostenitori dell'accesso addirittura dell'Italia al MES, porre questa questione adesso, perché è una questione che non si può discutere in nessun modo, secondo me, fino a quando noi non sappiamo qual è il quadro.

Domanda: In sede di trattativa…. 

Presidente Meloni: No, probabilmente è esattamente il contrario. Quello che penso io è esattamente il contrario, per questo dico che non è un tema che conviene dibattere ora. Noi dobbiamo capire qual è il quadro; quando abbiamo chiaro il quadro, siamo anche in grado di fare le valutazioni più pertinenti. 

Domanda: [inaudibile]  

Presidente Meloni: Per rivederlo dopo la ratifica, ma intanto si tratta di ratificare qualcosa che lo prevede. Ci sono molte cose interessanti su quello che potrebbe accadere dopo la ratifica. Io ho posto il problema di uno strumento che, in ogni caso, in un momento nel quale tutti quanti facciamo i salti mortali per trovare 100.000 euro, mobilizza miliardi di euro che difficilmente saranno utilizzati. Non possiamo nasconderci, lo abbiamo visto con il MES sanitario: anche quando sono state allentate le condizionalità, c’è quello che qui si chiama un effetto stigma rispetto all’accesso che alla fine rende difficile l'utilizzo di queste risorse. E sicuramente c'è un dibattito, che tra l'altro è partito da noi e che si sta facendo, su come si possa eventualmente lavorare meglio su quelle risorse.
C'è stato anche qualche apertura in questo senso, quindi è tutto molto interessante. Però davvero, io credo che sia secondario rispetto alla vera trattativa che noi stiamo facendo che è quella sul Patto di stabilità. È quello che vedo qua dentro, perché qua dentro di Patto di stabilità si parla prevalentemente e tutti sanno che il resto viene intorno al tema del Patto di stabilità. 

Domanda: [inaudibile]

Presidente Meloni: Questo adesso lo vedrà il Parlamento, non sta a me deciderlo, io sto al Governo. Però io le posso dire come la penso e la penso esattamente così. Scusi, posso approfittare, Ciriaco, per dire ai colleghi che l'articolo che lei ha scritto stamattina era un tantino inventato? Io non ho fatto nessuna sfuriata contro Salvini ieri. Non so da dove lei abbia preso questa notizia, mi dispiace. Fonti a me vicine difficilmente possono dire una cosa che non è successa e quindi io lo voglio dire perché non capisco se certi articoli vengono scritti per creare problemi o per raccontarli. Non mi sembra giusto.

Domanda: A che punto sta con la manovra, la Lega, Forza Itala?

Presidente Meloni: Sconsiglio in generale di rincorrere le bozze, perché chiaramente le bozze di una manovra di bilancio sono molte. Dopodiché noi stiamo lavorando - devo dire - bene, in una situazione molto difficile in termini di risorse disponibili - ne abbiamo parlato tante volte. Non ci sono allo stato attuale problemi particolari da superare. La legge di bilancio è stata inviata a Palazzo Chigi e nelle prossime ore, weekend permettendo, sarà inviata al Parlamento e quindi mi pare che siamo in dirittura d'arrivo. Il nostro obiettivo è cercare di dare un segnale anche di compattezza, insomma confermare questa compattezza che c'è, anche approvandola, compatibilmente col dibattito parlamentare, in tempi rapidi. 

Domanda: Sulla questione dei conti correnti. Lei ha fatto ieri un post su questa polemica, può chiarire definitivamente come sono le cose?

Presidente Meloni: Guardi, chiarisco quello che c'è nella Legge di bilancio, al netto del fatto che segnalo che è già previsto: che l'Agenzia delle Entrate possa entrare e pignorare i conti correnti l'ha fatto un precedente governo. Dopodiché nella Legge di bilancio l'unica cosa che c'è scritta è che chiaramente bisogna implementare la lotta all'evasione fiscale, ma non è stata prevista alcuna norma che consente di prelevare in questo caso i soldi dai conti correnti e quindi ho chiarito, rispetto a una polemica che dai giornali era diventato oggetto di dibattito, che questa misura non è prevista nella Legge di bilancio. Insomma, l'ho fatto per chiarire, per evitare che si dibattesse ore e ore di questioni che non sono all'ordine del giorno. 

Domanda: Ha avuto un incontro con Lagarde questa mattina? [inaudibile]

Presidente Meloni: Si, ho avuto un incontro. Prevalentemente di patto di stabilità. La Presidente Christine Lagarde ha poi ribadito, anche durante la riunione dell'Euro, che lei considera assolutamente prioritario che si trovi un accordo sulle nuove regole della governance e chiaramente è quello che ha detto anche a me. Io mi sono detto d'accordo perché, come lei sa, sono assolutamente d'accordo a che non si rischi di tornare alle vecchie regole del Patto di stabilità. Anche qui le posizioni di partenza sono divergenti. Voi sapete che la posizione italiana riguarda soprattutto la doppia transizione, è un concetto che io ho ribadito anche durante questa riunione: se noi ci siamo dati delle strategie ed erano transizione verde, transizione digitale, spingere gli Stati Nazionali a fare gli investimenti necessari in queste transizioni che sono utili a tutta l'Unione per difendere la sua autonomia strategica, poi non possiamo non tener conto delle strategie che ci siamo dati quando andiamo a definire le regole. E quindi gli investimenti, che riguardano ad esempio il PNNR, su quelle priorità devono essere considerati e magari scomputati dal rapporto deficit-Pil, così come tutto il tema anche della difesa che è in questa fase molto discusso. Si tratta di essere coerenti se si ha una strategia.

Domanda: C’è un Vicepremier Tajani che dice che il testo sulla manovra non è ancora chiuso. Salvini invece allude a un accordo ieri notte. Intanto come è la situazione e se lei è ancora convinta che la regola “zero emendamenti” in Parlamento è stata una buona idea o adesso si sta rivelando un pochino problematica.

Presidente Meloni: Penso che sia una buona idea dimostrare ancora una volta che l’elemento - al di là di tutte le ricostruzioni inventate, le cose che si possono dire - che qualifica la capacità di una maggioranza di fare il suo lavoro, di un Governo di fare il suo lavoro, è la tempistica con la quale riesce a prendere delle decisioni. Noi abbiamo visto in passato Governi che avevano dei tempi lunghissimi, e magari non riuscivano a decidere niente. Questa è una fase molto particolare del contesto internazionale. Secondo me se noi diamo un segnale che lavoriamo velocemente, chiaramente rispettando quelli che sono i tempi di una Repubblica parlamentare, ma che a livello di maggioranza lavoriamo compatti, capendo la difficoltà del contesto e quindi dandoci la possibilità di dare subito una risposta chiara, rispetto alle scelte che la maggioranza ha fatto su una Legge di bilancio con risorse sicuramente non particolari a disposizione, facciamo una cosa bella e interessante. Su quello che riguarda la Legge di bilancio, lo dicevo prima, è stata inviata dal MEF a Palazzo Chigi in queste ore - io non ci sono a Palazzo Chigi - e quindi mi pare che a questo punto sia pronta per andare in Parlamento. 

Domanda: [inaudibile]

Presidente Meloni: Il rapporto tra Governo e Mediaset sono i rapporti tra il Governo e una grande azienda italiana sul quale pure ho letto moltissime ricostruzioni, compreso il fatto che, - non mi ricordo in questo caso su quale quotidiano - io non fossi soddisfatta di quello che Marina Berlusconi ha detto su di me.
Io penso che una cosa sia raccontare se ci sono dei problemi, una cosa sia tentare di crearli, perché quello è un altro lavoro rispetto al tema di raccontare quello che accade nel mondo. Non ci sono problemi, non ci sono problemi nella maggioranza, non ci sono problemi tra me e Salvini, non ci sono problemi tra me e Tajani, non ci sono problemi neanche con Mediaset. C'è un clima generale che io vedo molto più sereno di quello che delle volte leggo, e penso che poi lo dimostrino e lo dimostreranno - Legge di bilancio per esempio - i fatti di come poi le cose vanno. Perché noi quando dobbiamo decidere fino a prova contraria decidiamo e andiamo avanti. E questa è la cartina di tornasole migliore che si possa dare sui rapporti che ci sono all'interno di una maggioranza. La mattina, e praticamente tutte le mattine, sento Tajani e sento Salvini, e noi, confesso, ci divertiamo parecchio a leggere la rassegna stampa, perché il mondo che viviamo noi non è quello che leggiamo. Dopodiché così è, non ci posso fare niente, ma almeno lo devo dire agli italiani. 

Domanda: Una domanda sui migranti.  Ursula von der Leyen ha detto che vorrebbe potenziare l’operazione Irini ...

Presidente Meloni: Lei sa che sul tema delle missioni navali ho uno storico. Anche qui ci dobbiamo capire. Quando io ho parlato del tema del blocco navale ho sempre fatto riferimento a una missione europea in accordo con le autorità del Nord Africa. L'elemento che fa la differenza, per cui non hanno funzionato le precedenti missioni navali e per cui invece funzionerebbe una missione navale come quella che io ho sempre proposto, è che devono essere d'accordo le autorità del Nord Africa, perché se lo si fa in acque internazionali diventa un pull factor, se lo si fa in acque nazionali allora si può fare un lavoro serio. Noi stiamo lavorando per avere rapporti migliori con diversi di questi Paesi del Nord Africa, che non sempre si fidano del nostro approccio per ragioni che conosciamo, e io spero che un giorno possa portarci anche - un giorno non lontano - a un'iniziativa di quel tipo.
Ma se non c'è questo accordo da parte dell'autorità del Nord Africa bisogna fare attenzione perché altrimenti, come è stato per Sophia, come è stato per altre missioni, rischia di diventare controproducente. Il caso di Irini è un caso molto particolare, perché lei sa che Irini fu immaginata soprattutto come blocco delle armi, ma prevede anche come obiettivo il traffico degli esseri umani, ma che potrebbe essere estesa, perché oggi è concentrata in Libia: prevede quello che le sto dicendo in ogni caso, cioè un lavoro lungo e faticoso che va fatto di cooperazione a 360 gradi, di partnership strategica con i Paesi del Nord Africa. Vi ringrazio. Arrivederci.

Domanda: Le deleghe a Sgarbi, sta valutando ….

Presidente Meloni: Guardi delle deleghe a Sgarbi non ho avuto il tempo di approfondire la questione. So che il Ministro Sangiuliano ha scritto all’Antitrust, aspettiamo di capire le risposte dell’Antitrust e poi valutiamo nel merito. Di più non le so dire.

27 Ottobre 2023

Dichiarazione congiunta Macron-Scholz-Meloni sul Dialogo facilitato dall'UE sulla normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia

Dichiarazione congiunta del Presidente della Repubblica Francese, del Cancelliere della Repubblica Federale di Germania e del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana sul Dialogo facilitato dall'UE sulla normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia.

30 Ottobre 2023

Campagna di comunicazione "Giornata nazionale giovani e memoria"

GIORNATA NAZIONALE GIOVANI E MEMORIA | 31 OTTOBRE, DEDICATA AL 75° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA