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Accordo per lo sviluppo e la coesione tra Governo e Regione Umbria, l'intervento del Presidente Meloni

Sabato, 9 Marzo 2024

Buongiorno a tutti,
grazie di essere qui, grazie di questa accoglienza. Grazie al Presidente Tesei, a tutta la sua Giunta, grazie al Ministro Fitto, ai parlamentari presenti, ai tanti Sindaci che vedo in platea, grazie ai cittadini, grazie a tutte le Autorità per questa bella e importante giornata che fa stato di un lavoro molto complesso che abbiamo portato avanti, del quale io sono particolarmente fiera perché è quella parte del lavoro che di solito i governi, come gli amministratori, fanno e che ha minore diritto di cittadinanza sui mezzi di comunicazione rispetto magari alla polemica quotidiana, ma che davvero dà le risposte che servono ai cittadini. 

E allora consentitemi di fare mezzo passo indietro per raccontare quello che il Governo ha fatto dal suo insediamento sul tema dei fondi di coesione, e più in generale sul tema dei Fondi che troppo spesso noi abbiamo a disposizione e non riusciamo a spendere adeguatamente, che è stato molto faticoso e per il quale devo particolarmente ringraziare il Ministro Raffaele Fitto.

Quando noi siamo arrivati al Governo di questa Nazione, ad esempio, per quello che riguarda il Fondo di coesione e sviluppo, che come voi sapete sono le risorse che per antonomasia servono a combattere la disparità tra i territori - significa chiaramente combattere il divario tra Nord e Sud, significa combattere l'altro divario molto forte in Italia che è quello tra la costa adriatica e la costa tirrenica, significa combattere il problema dell’infrastrutturazione di Regioni centrali, piazzate nel bel mezzo dell’Italia,  che incredibilmente sono state isolate nelle loro infrastrutture e hanno perso così una infinità di occasioni, significa combattere i divari all'interno degli stessi territori, per esempio tra le città e le aree interne - sono fondi straordinariamente importanti per una Nazione come la nostra, abbiamo aperto una interlocuzione che, devo dire, ha coinvolto quasi tutti i Presidenti delle Regioni italiane - diciamo quelli che erano disponibili a entrare nel merito dei problemi, ma trasversalmente alle forze politiche, lo voglio dire perché è stato un lavoro faticoso, molto importante - per andare a capire la ragione per la quale - vi do questo dato - nella vecchia programmazione 2014-2020 -  cioè conclusa due anni fa, perché noi stiamo ragionando della nuova programmazione - dei 126 miliardi di Fondi di coesione a disposizione ne erano stati spesi 47. Ora io mi chiedo, e vi chiedo, se una Nazione come l'Italia, che obiettivamente non è che proprio navighi nell'oro e che di problemi di divari tra i territori ne ha diversi, si può permettere di non fare arrivare a terra 70-80 miliardi di euro. Io penso di no. 

E allora abbiamo avviato con i Presidenti di Regione un confronto per capire come si potessero superare questi problemi perché, certo c'è chi è più efficiente e chi è meno efficiente, ma c'erano anche problemi oggettivi. Abbiamo aperto questa interlocuzione e siamo arrivati alla stesura di un decreto, che si chiama decreto Sud, che riorganizza i Fondi di coesione stabilendo alcune differenze rispetto al passato e istituisce questi Accordi di coesione.

Una di queste differenze fondamentali è che noi finanziamo con i Fondi di coesione nazionali progetti proposti dalle Regioni e condivisi dal Governo nazionale. Questo ha fatto arrabbiare qualcuno, ma la ragione per la quale noi chiediamo di condividere quella visione è che, anche se ogni Regione ha le sue specificità e ogni Regione ha le sue particolarità da dover valorizzare, i suoi problemi da dover affrontare, noi non viviamo in una Nazione fatta di venti monadi, dove ognuno va per conto suo e non fa parte di una strategia nazionale. E il ragionamento che, per esempio, la Presidente Tesei faceva sul rapporto con l'Abruzzo e con le Marche, così come, ad esempio, le Marche, la Puglia e l'Abruzzo cercano di lavorare insieme per valorizzare una costa che ha avuto obiettivamente dei problemi di infrastrutturazione nel passato, è perché noi siamo capaci di rafforzare le opportunità del singolo territorio se lo mettiamo in relazione con tutto il resto. Quindi serve una strategia nazionale. Questo è un grande problema dell'Italia, perché a noi obiettivamente una strategia è mancata: ci è mancata sul piano industriale, ci è mancata sul piano del posizionamento geostrategico. Guardate solo il fatto che noi siamo una piattaforma piazzata in mezzo al Mediterraneo, una piattaforma piazzata nel mezzo di quel mare che è il crocevia del commercio marittimo mondiale tra i due grandi ambiti che sono l'Atlantico e l'Indo-Pacifico, e ci siamo comportati quasi come se il mare non lo avessimo, come se il mare non fosse una delle nostre più grandi infrastrutture, come se non dovessimo in qualche maniera renderci conto che con un'adeguata infrastrutturazione interna noi diventavamo naturalmente il crocevia di tutto quello che arriva in Europa. 

Servono delle strategie e quelle strategie le puoi costruire solamente se chiaramente metti a sistema tutto quello che hai. Quindi abbiamo istituito questa innovazione che, per carità lo voglio dire, in alcuni casi permetterà anche di spendere queste risorse per le cose che sono oggettivamente prioritarie, perché si sono anche trovate in quello che abbiamo visto nel passato delle cose un po' bizzarre, che non avevano moltissimo a che fare col tema di combattere la disparità tra i territori e, ripeto, forse questo ha fatto arrabbiare qualcuno.

Dopodiché abbiamo previsto i poteri sostitutivi quando ci sono delle difficoltà di realizzazione delle opere e abbiamo previsto anche il definanziamento. Quando ci sono dei fondi che vengono piazzati che non vengono utilizzati, noi non possiamo permetterci e non vogliamo permetterci di mandare disperse quelle risorse e quindi prevediamo la possibilità di definanziare per investire quelle risorse su altro. 

Abbiamo previsto anche di coprire con le risorse del nostro Fondo di coesione nazionale la quota di cofinanziamento delle Regioni dei Fondi europei. E questo obiettivamente è un enorme boccata di ossigeno per le Regioni, che possono così liberare parti significative del loro bilancio - la Presidente faceva ovviamente riferimento alle difficoltà che ci sono per i bilanci regionali - e destinarli ad altri provvedimenti.

Quindi abbiamo fatto un lavoro molto preciso, che oggi ci porta a stipulare questi Accordi di coesione. E lo abbiamo fatto mettendo in rete questo lavoro con gli altri Fondi che abbiamo a disposizione - voglio citare il PNRR -, perché l'altra cosa che abbiamo scoperto è che tutte queste fonti di finanziamento - Fondi di coesione nazionale, Fondi di coesione europeo, PNRR - viaggiavano spesso in sovrapposizione, senza che ci fosse un'interazione tra le varie forme di finanziamento, senza che ci fosse una strategia complessiva. Non è un caso che, quando io ho formato il Governo, ho voluto dare la competenza della coesione e del PNRR allo stesso Ministro, perché noi abbiamo bisogno di fare anche questo.

E anche sul PNRR voglio rivendicare il lavoro che ha fatto questo Governo, non tanto per rispondere a chi diceva che con il Governo Meloni si sarebbero perse le risorse del PNRR e che se si fosse tentato, come noi proponevamo, di rinegoziare il PNRR, cioè di adeguare il PNRR rispetto a quando è stato scritto al mutato contesto e alle mutate priorità, si sarebbero disperse queste risorse, però voglio ripendicare che, a dispetto di tutti i warning che sono stati lanciati in questi mesi, nel 2023 l'Italia è stata una Nazione che ha completato gli obiettivi della terza rata del PNRR, ottenuto il pagamento della terza rata del PNRR, completati gli obiettivi della quarta rata, ottenuto il finanziamento della quarta rata, completati gli obiettivi della quinta rata, prima Nazione europea a completare e presentare gli obiettivi della quinta rata, e mentre facevamo questo abbiamo anche rinegoziato il PNRR, perché si poteva fare. E facendolo che cosa siamo riusciti a ottenere?

Punto primo, di evitare che ci fossero dei problemi perché alcune opere non sarebbero state completate nei tempi molto stringenti che voi sapete prevede il PNRR, alcune proprio non erano finanziabili con il PNRR e quindi ci saremmo trovati oggettivamente con un problema nel pagamento di queste rate, quindi abbiamo trovato diverse fonti di finanziamento per i provvedimenti che non potevano stare all'interno del PNRR, e abbiamo liberato 21 miliardi. Che cosa abbiamo fatto con questi 21 miliardi? Questi 21 miliardi li abbiamo messi su quelle che noi riteniamo essere oggi delle priorità. 12 miliardi vanno al tessuto produttivo di questa Nazione, perché io sono d'accordo con la Presidente Tesei: noi ci dobbiamo ricordare che la ricchezza in Italia non la produce lo Stato, la ricchezza la producono le aziende con i loro lavoratori; quello che lo Stato deve fare è mettere queste persone nelle condizioni di lavorare adeguatamente e redistribuire in modo intelligente la quota di ricchezza che gli entra grazie a quello che viene prodotto dalle imprese e dai loro lavoratori. 

E in qualche maniera qualche risultato sta arrivando perché il Presidente Tesei citava i dati sull'occupazione e anche io devo dire che obiettivamente, dei risultati che abbiamo visto in questi 14-15 mesi di governo - non mi ricordo più quanti sono, a me sembrano 15 anni, ma questa è un'altra storia -, quelli che ci hanno dato più soddisfazione sono stati i dati economici, che sono molto incoraggianti, perché l'Italia oggi ha il record di occupazione, record di numero di occupati, record di contratti stabili, record di aumento dell'occupazione femminile - che è, consentitemelo di dire, ieri era l'8 marzo, secondo me uno dei più brillanti, perché sono sempre stata convinta che la vera parità sia questa, cioè consentire alle donne di non essere costrette a scegliere tra diverse forme di realizzazione, come quella di essere madre e di poter avere un posto di lavoro e una carriera -, dopodiché, è vero che le cose non semopre coincidono, tasso di disoccupazione più basso degli ultimi quindici anni.

Ma sono molti altri i dati che io voglio ricordare velocemente, che dimostrano che questa Nazione ha delle potenzialità e che ci incoraggiano ad andare avanti. 

Reddito reale delle famiglie. L'Ocse esce con un dato nel quale dice che nella media dei Paesi che ne fanno parte, il reddito reale delle famiglie è diminuito dello 0,2% e che solo due Nazioni nell’ambito dell’Ocse fanno eccezione, e sono la Gran Bretagna e l'Italia, solo che in Gran Bretagna il reddito delle famiglie cresce dello 0,2 e in Italia cresce dell'1,4%, sette volte di più della media degli altri Paesi. Così come dice che i salari nel 2023 sono cresciuti del 3%, che è il valore più alto in assoluto degli ultimi anni - chiaramente noi su questo abbiamo fatto una scelta molto precisa, cioè rafforzare i salari, rafforzare il reddito delle famiglie. Ma ci dicono anche, questi dati, di un'altra cosa importante: lo scorso anno - Agenzia delle Entrate in questo caso - l'Agenzia delle Entrate certifica maggiore gettito per 26 miliardi di euro. Che vuol dire? Vuol dire quello che dicevo prima: quando tu non disturbi e anzi cerchi di dare una mano a chi produce la ricchezza, lo Stato ne beneficia perché parte di quella ricchezza torna allo Stato per essere distribuita. Ma nello stesso anno 2023, l'Agenzia delle Entrate ci dice anche che noi abbiamo avuto il record di recupero dell'evasione fiscale, che è un altro dato straordinario. Come è stato fatto? Con un approccio diverso, che non è l'approccio vessatorio, che non è l'approccio per cui lo Stato rischia di diventare quasi pericoloso, quasi un nemico, è l'approccio collaborativo con il contribuente: per cui se sei in difficoltà ti vengo incontro, più sei in difficoltà più ti vengo incontro, se poi trovo che mi vuoi fregare per forza allora devo essere, diciamo così, deciso nella mia reazione. Ma devo essere collaborativo: noi dobbiamo rendere le istituzioni e lo Stato italiano una realtà che non c'è bisogno di aggirare, che è nostra alleata perché lo Stato alla fine è la nostra azienda di famiglia e se noi non capiamo questo, i nostri problemi non li risolveremo mai. Noi siamo l'unica Nazione nel mondo dove esiste il detto “fatta la legge, trovato l'inganno”. Ci sarà sempre qualcuno più intelligente di te, che agirerà una norma, che trova una soluzione alternativa, il problema è cambiare l'impostazione culturale di questa Nazione, è capire che facciamo parte tutti dello stesso destino e quindi quando aggiri lo Stato, quando aggiri l'istituzione stai aggirando anche te stesso.

Perdonatemi per questa digressione, ma ci tengo ogni tanto a raccontare, perché poi anche noi dobbiamo essere più bravi a credere in noi stessi e alle nostre potenzialità.

Altri due dati straordinari sono un dato che è uscito due giorni fa, e che mi ha reso particolarmente fiera, che in Italia il rischio povertà diminuisce, diminuisce di quasi due punti - credo che questo sia qualcosa che ci rafforza, che ci aiuta, chiaramente si deve fare ancora meglio, si deve fare ancora di più, ma è molto incoraggiante -  e quello sull'andamento dei titoli di Stato. Perché l'andamento dei titoli di Stato in qualche maniera certifica come è vista la solidità della tua economia. Questo è un problema che l'Italia ha avuto, noi siamo sempre stati guardati un po' dall'alto in basso, un po' con gli altri che ci facevano gli esami ogni due giorni. Allora, qualche giorno fa c'è stato un record di acquisto sui mercati esteri dei titoli italiani: c'erano a disposizione 10 miliardi di euro, sono arrivate richieste per 155 miliardi di euro. Dopodiché abbiamo istituito i BTP valore, ossia dei titoli destinati ai piccoli risparmiatori italiani, che in tre emissioni hanno raccolto circa 53 miliardi di euro, record storico in assoluto. E secondo me è molto importante ed è una cosa sulla quale noi ci siamo molto concentrati, perché uno strumento del genere non solo consente di mettere in sicurezza i risparmi delle famiglie in un periodo di grande inflazione, ma perché più parte del nostro debito pubblico noi riusciamo a rimettere in mani italiane, più saremo liberi di gestire il nostro destino. E per me è molto importante che le famiglie italiane si fidino dello Stato, che si fidino dell'economia della loro Nazione e che investano su quella economia e che investano su quello Stato, perché questo ci renderà molto più liberi. 

E allora, ovviamente il tessuto, le imprese di questa Nazione, hanno bisogno di essere sostenuti, e torno ai 12 miliardi del PNRR per questo obiettivo così come sulle grandi infrastrutture energetiche, così come sull'efficientamento energetico delle piccole e medie imprese, sempre liberati con la revisione del PNRR, così come abbiamo messo altri 750 milioni di euro sulla sanità, altra grande emergenza che abbiamo in Italia, sulla quale ci stiamo concentrando particolarmente in tema di liste d'attesa. E quindi abbiamo fatto su questi Fondi complessivamente un lavoro molto serio, molto preciso. 

Questo mi porta all'Accordo di oggi, che è un accordo con il quale - la Regione Umbria è la undicesima regione a firmare questo Accordo, noi stiamo facendo questo lavoro con tutte le Regioni italiane - noi mettiamo a disposizione di questo territorio quasi 240 milioni di euro. Sono risorse che serviranno a finanziare 36 progetti strategici e permetteranno complessivamente di attivare investimenti per oltre 280 milioni di euro. E le principali linee di azione - il  Presidente Tesei già ha raccontato parte di questo lavoro - sono il tema della riqualificazione degli immobili, dei siti storici, delle infrastrutture strategiche, il potenziamento delle infrastrutture e dei trasporti, lo sviluppo economico e l'attenzione allo sviluppo industriale. 

Chiaramente io non citerò tutti gli interventi che finanziamo con questo provvedimento, ma qualcuno vale la pena di essere ricordato perché racconta un po' la strategia che abbiamo portato avanti.

Sul capitolo della riqualificazione abbiamo destinato 80 milioni di euro e rientrano in questo capitolo interventi che sono molto attesi dai cittadini, che avranno una ricaduta diretta sulle comunità locali ai quali si riferiscono. Penso alla riqualificazione a Perugia dell'ex cinema Teatro Turreno, che diventerà un polo culturale turistico congressuale. Quello che noi vediamo oggi qui - anche questo luogo è oggetto di un intervento - dice che noi abbiamo bisogno di attirare in una Regione straordinaria come questa sempre più persone e questo lo si fa in molti modi: si fa con il turismo, si fa con il cosiddetto turismo fieristico e congressuale, si fa con il turismo religioso, si fa con le infrastrutture che poi servono a collegare tutto questo. Ci siamo molto concentrati in questo Accordo di coesione su questi obiettivi. Penso alla valorizzazione a Foligno dell'Auditorium dell'ex convento di San Domenico, che diventerà un teatro di richiamo nazionale. Penso al recupero a Spoleto del Ponte interrato Sanguinario, che è un'altra perla del patrimonio culturale umbro, che vogliamo rendere pienamente fruibile ai cittadini e ai turisti. Ci sono interventi, dicevamo, per la riqualificazione particolarmente energetica di questo spazio, che è un polo fieristico estremamente importante per questo territorio perché è perfettamente baricentrico rispetto all'Italia, e quindi può attirare ancora molte più iniziative di quelle che già oggi ospita. Ci occupiamo della riqualificazione architettonica e funzionale del Polo scientifico-didattico dell'Università a Terni e ci occupiamo del recupero del Centro studi a Città di Castello per realizzare un centro di eccellenza per gli studi in campo educativo, così come finanziamo la riqualificazione dell'ex ospedale di Città di Castello, che è un bene settecentesco di straordinario prestigio. 

Quindi perché questo lavoro? Perché questa Regione ha delle potenzialità, e chiaramente una storia e una tradizione che sono straordinari, che vogliamo mettere a sistema. E vogliamo metterle a sistema riqualificando, integrando tradizione con innovazione, quindi la nostra storia anche con la ricerca scientifica, anche con l'efficientamento energetico, il passato con il futuro. 

E a monte di questo lavoro facciamo quello che serve sull'infrastrutturazione. E qui non devo aggiungere molto a quello che la Presidente Tesei ha detto. Il tema dell'infrastruttura non è un tema che scalda i cuori, diciamoci la verità. Perché? Perché le infrastrutture intanto sono risorse che tu metti oggi e che vedranno i loro frutti tra diversi anni, probabilmente a tagliare il nastro ci sarà un altro e non ci sarai tu che sei quello che ci ha messo le risorse, quando i cantieri aprono ogni tanto la gente si arrabbia pure, e quindi spesso si è preferito destinare le risorse ad altro. Solo che le infrastrutture sono l'unica vera garanzia di cittadinanza che puoi dare all'Italia, l'unico vero strumento per l'eguaglianza dei cittadini perché non ci siano in questa Nazione cittadini di serie A e cittadini di serie B, cittadini che hanno delle opportunità e cittadini che non le hanno. Parte dalle infrastrutture. Su questo bisogna avere il coraggio di investire, anche se è meno remunerativo forse sul piano del consenso, però chi ha una coscienza deve dedicarsi soprattutto a questo. E allora ci siamo occupati anche di questo. C'è un lavoro importante, oltre 150 milioni per diversi interventi strategici nel campo delle infrastrutture, nel campo della mobilità. Ci occupiamo del potenziamento dell'aeroporto di San Francesco, aeroporto internazionale, forse un po' oggi sottoutilizzato rispetto alle potenzialità che potrebbe avere. Ci occupiamo dell'ammodernamento delle ferrovie con quattro treni regionali che prenderanno finalmente il posto dei vecchi treni a gasolio. Ci occupiamo di diversi interventi sulla rete stradale per migliorare la viabilità regionale. Ci occupiamo del sistema del Bus Rapid Transit di Perugia, che è un sistema innovativo di trasporto elettrico, a basse emissioni e alta capacità. Ci occupiamo insomma di migliorare la qualità della vita dei cittadini ma anche di offrire, a chi si avvicina a questa Regione proprio per gli eventi che cerchiamo di organizzare con l'altro lavoro che facciamo con la riqualificazione, i servizi che sono necessari.

E quindi proviamo a rimettere l'Umbria nella posizione in cui ce l'ha già messa Nostro Signore e cioè al centro dell'Italia. Questa Regione è un crocevia e deve utilizzare questa enorme opportunità che le è stata data, non da noi. 

E poi c'è, come diceva - e chiudo davvero - la Presidente Tesei, un'attenzione anche qui allo sviluppo economico del territorio. Qui voglio citare particolarmente i 15 milioni di euro per finanziare il piano di rilancio del Polo chimico di Terni, dove verrà realizzato anche un centro di ricerca sui biomateriali. 

Insomma, signori, parliamo di cose serie, parliamo di cose che cercano di ragionare sulla lunga distanza. E io sono molto contenta di questo lavoro, per il quale devo davvero ringraziare ancora il Ministro Fitto, la Presidente Tesei, ma i tanti uffici che anche lavorano, gli Assessori che se ne sono occupati, i Sindaci che hanno collaborato facendo le loro richieste, le rivendicazioni per i loro territori. Alla fine abbiamo cercato di selezionare quelle che ci sembravano le priorità, ma ovviamente continueremo a lavorare. C'è un lavoro che continuiamo a fare sul PNRR, c'è un lavoro che stiamo facendo sui Fondi europei. Sicuramente sappiamo qual è la visione che deve accompagnare questo lavoro. 

E la visione che deve accompagnare questo lavoro è che territori straordinari come l'Umbria devono banalmente essere messi nella condizione di competere ad armi pari, perché voi non siete gente che arriva e chiede privilegi o assistenza o cose facili, siete una terra operosa, siete una terra fatta di persone orgogliose che chiedono banalmente di poter dimostrare il loro valore. E noi siamo qui per fare il nostro meglio perché insieme l'Italia, anche con il contributo fondamentale dell'Umbria, possa dimostrare il suo valore nel mondo. 
Grazie. 
 

09 Marzo 2024

Visita del Presidente Meloni in Umbria

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento alla cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Umbria che si è tenuta questa mattina a Bastia Umbra. Successivamente il Presidente ha fatto tappa ad Amelia, dove ha visitato la Comunità Incontro Onlus, fondata da Don Pierino Gelmini e dove questa mattina erano presenti anche 130 Allievi dell’Arma dei Carabinieri della Scuola Marescialli e Brigadieri di Velletri.

09 Marzo 2024

Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Umbria

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento alla cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Umbria che si è tenuta questa mattina a Bastia Umbra.

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Sindrome Pans Pandas, il videomessaggio del Presidente Meloni

Venerdì, 8 Marzo 2024

Videomessaggio del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della presentazione alla Camera dei Deputati del libro di Nicole Minardi "Il mio viaggio nell'oscurità".

Buongiorno a tutti e grazie di questo invito!
Mi dispiace moltissimo non essere lì con voi fisicamente, ci tenevo davvero, però, a far sentire la mia vicinanza e il mio affetto, il mio sostegno a questa iniziativa. Un abbraccio speciale a Nicole, a sua madre Ketty, a tutta l’Associazione Genitori Pans Pandas: grazie per quello che fate ogni giorno, grazie per promuovere la consapevolezza su una sindrome che in tantissimi ancora non conoscono, ma che esiste e che tocca moltissime famiglie italiane. E grazie anche a tutti i medici, gli esperti, i professionisti che sono lì con voi e che hanno preso a cuore questa causa, e che la sostengono quotidianamente. È soprattutto grazie al loro lavoro se si stanno facendo i passi avanti dei quali siamo testimoni.

Ma vorrei rivolgermi direttamente a Nicole per qualche secondo. Ti ho conosciuta un anno fa a Palazzo Chigi, insieme a tua madre, Lucrezia, e alla sua mamma Stefania. Mi sono resa conto subito di avere davanti una “guerriera”, una guerriera con degli occhi meravigliosi, li ricordo bene, che parla poco che però sa il fatto suo e che non si ferma. Hai avuto un grande coraggio, il coraggio di raccontare la tua storia in questo libro, di raccontare i tuoi incubi, le tue paure, i tuoi momenti di difficoltà. Non è un’ammissione di debolezza, è un grandissimo atto di forza, di determinazione, di caparbietà. E lo hai fatto perché sapevi che era giusto farlo, perché sapevi che la conoscenza di un problema è il primo passo per affrontare quel problema e magari per risolverlo. Quindi, grazie, grazie, per quello che hai fatto per te stessa e forse molto di più per tutti gli altri. Ti aspetto a Palazzo Chigi, spero di essermi meritata una copia con dedica del libro, e quindi sarò contenta di vederti.

Come sapete meglio di me, non ci sono ancora delle linee guida per la diagnosi e il trattamento della sindrome Pans Pandas. La comunità scientifica si sta ancora confrontando, il cammino è complesso, però noi abbiamo scelto di dare il nostro contributo: il Ministero della Salute ha istituito un gruppo di lavoro medico-scientifico per affrontare tutti gli aspetti che riguardano questa sindrome e sta portando avanti la sua attività in modo serrato e rigoroso. So che il Sottosegretario Gemmato, che ha la delega alle malattie rare, ha preso anche lui a cuore la vostra causa e che vi sta seguendo fin dall’inizio e penso che siate in buone mani.
Non ho altro da aggiungere, se non dirvi ancora una volta: forza! Le difficoltà ci sono, posso solo immaginare i salti mortali che fate ogni giorno per dare ai vostri figli le cure di cui hanno bisogno, ma avete sempre avuto il coraggio e sono certo che continuerete ad averlo e fa la differenza. Io, per quello che posso fare nel mio piccolo, sono al vostro fianco come tutto il Governo.
Grazie e buon lavoro a tutti.

08 Marzo 2024

Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Friuli-Venezia Giulia

A Pordenone si è tenuta la cerimonia di Firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia. Dopo l'intervento di apertura del Presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha presentato i punti salienti dell'Accordo.

11 Marzo 2024

Consiglio dei Ministri n. 73

Si è svolta a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei Ministri. Nel comunicato stampa i provvedimenti adottati.

08 Marzo 2024

Convocazione del Consiglio dei Ministri n. 73

Il Consiglio dei ministri è convocato per lunedì 11 marzo 2024, alle ore 16.00, a Palazzo Chigi, per l'esame del seguente ordine del giorno:

Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Friuli-Venezia Giulia, intervento del Presidente Meloni

Venerdì, 8 Marzo 2024

Buonasera a tutti, grazie di essere qui, grazie per questa accoglienza, grazie al Presidente Fedriga, al Sindaco Ciriani, al Ministro Fitto, al Ministro Ciriani.
Grazie ai membri del Governo, ai parlamentari presenti, a tutti i sindaci, grazie alle autorità anche civili, militari, religiose. Grazie alle donne che sono presenti, auguri a tutte le donne di questa Nazione le cui pari libertà continueremo a lavorare per costruire. Uno dei dati che mi ha reso più fiera di quest'anno riguarda, tra i tanti dati incoraggianti in tema di occupazione, proprio l'aumento dell'occupazione femminile. È una grande sfida e sono fiera del fatto che questo Governo abbia concentrato le proprie risorse proprio sul tema delle mamme lavoratrici per costruire quella vera libertà che è data dal non dover scegliere tra forme di realizzazione diverse ma perfettamente compatibili, dal mio punto di vista, cioè quella della maternità e quella di avere una propria carriera. Quindi questo è il grande augurio che faccio alle donne italiane, poter vedere garantite sempre di più le loro pari libertà.
Dopodiché, grazie ovviamente agli assessori, la Giunta e a tutti gli staff che hanno lavorato alla stesura di questo Accordo di coesione. Noi stiamo girando tutto il territorio nazionale, firmando questi accordi. Siamo arrivati a oltre la metà delle firme con tutte le Regioni italiane.

Permettetemi su questo di fare un passo indietro e di raccontare il lavoro che c'è dietro a un'iniziativa di questo tipo. Non è semplicemente trasferire delle risorse e fare una manifestazione nella quale ci diciamo che siamo bravi. Perché quando noi siamo arrivati al Governo - non è il caso del Friuli-Venezia Giulia - abbiamo fatto, grazie al lavoro molto prezioso del Ministro Fitto, uno studio molto approfondito sullo stato dei Fondi di sviluppo e coesione. Voi sapete che i Fondi di sviluppo e coesione sono per antonomasia i fondi che servono a combattere le disparità tra i territori.
Non vuol dire solamente il divario tra Nord e Sud, non vuol dire solamente il divario tra costa tirrenica e costa adriatica, vuol dire anche il divario all'interno della stessa regione, per esempio tra le aree interne, le città. Sono fondi straordinariamente importanti per una Nazione come la nostra. Sono fondi straordinariamente importanti per qualsiasi Nazione che sia dotata di una propria strategia e che provi a guardare sul medio e lungo termine. Quando noi abbiamo fatto questo studio ci siamo resi conto che la situazione dei Fondi di coesione in Italia era obiettivamente al di sotto delle aspettative. Vi do un dato: nella precedente programmazione 2014-2020, su 126 miliardi disponibili nel totale erano stati spesi 46 miliardi. Ora voi ditemi se in una Nazione come l'Italia, che obiettivamente non naviga nell'oro, noi possiamo permetterci di non spendere decine di miliardi che sono destinati alla messa in sicurezza del territorio, alle infrastrutture, cioè che sono destinati a precostituire le condizioni per combattere i divari. Io penso di no. Quindi abbiamo fatto un lavoro molto articolato con le Regioni, che ringrazio Presidente Fedriga perché c'è stata una grande collaborazione da parte del 95% delle Regioni e dei Presidenti di Regione, quindi non c'è stata su questo - come lei ricordava correttamente - una divisione di carattere politico.
Tutti si sono messi a disposizione. All'esito di questo lavoro, noi abbiamo varato un decreto che si chiama Decreto Sud, nel quale c'è la riorganizzazione di questi Fondi di coesione. Abbiamo istituito questi Accordi. Qual è la particolarità di questi Accordi rispetto al passato. Punto primo, noi finanziamo progetti che sono proposti dalle Regioni, ma sui quali c'è anche l'accordo con il Governo nazionale. Perché? Non perché vogliamo limitare l'autonomia delle Regioni, ma perché è meglio se il lavoro che una singola regione fa è inserito anche in una strategia nazionale. Dotarci di una strategia è quello che purtroppo ci è mancato molto spesso: ci è mancata una strategia industriale, ci è mancata una strategia di posizionamento geopolitico, noi siamo una piattaforma in mezzo al Mediterraneo, una delle più grandi infrastrutture che abbiamo è il mare ed è come se non ce ne fossimo accorti negli anni scorsi, ma è oggettivamente un nostro valore aggiunto sul quale bisogna saper costruire una strategia.
Quindi vogliamo cercare intanto di garantire che queste risorse vengano spese per quelle che sono le reali priorità - non è stato sempre così, ci sono casi in cui queste risorse vengono spese per cose oggettivamente secondarie rispetto al lavoro che per esempio stiamo facendo oggi con la regione Friuli Venezia Giulia - e poi abbiamo anche inserito delle norme che consentono di garantire che questi soldi arrivino tutti a terra e quindi sono previsti i poteri sostitutivi nel caso in cui queste risorse rischino di essere disperse, così come è previsto che obiettivi che non vengono centrati possano essere definanziati perché quelle risorse vengano destinate ad altro.

Io penso che questo sia un lavoro molto prezioso che chiaramente non avrà e non ha grande visibilità perché per queste cose un po' complesse c'è una maggiore difficoltà a raccontarle, ma credo che sia importante conoscere un lavoro, che per noi è stato molto faticoso, ma che penso possa fare la differenza. E che viaggia insieme ad altre risorse: abbiamo i Fondi di coesione nazionale, abbiamo i Fondi di coesione europei, abbiamo il PNRR. E guardate, non è un caso che io abbia scelto, quando ho formato il Governo, di mettere per esempio la competenza dei Fondi europei, la competenza del Fondo di coesione e la competenza del PNRR sotto la guida di un unico Ministero. Perché è anche accaduto che noi avessimo diverse fonti di finanziamento che tra di loro non si parlavano e che non riuscissimo così a concentrare le risorse su quello che dall'altra parte mancava molto spesso. E mentre facevamo questo lavoro di riorganizzazione dei Fondi di coesione, abbiamo fatto anche il lavoro sul PNRR. Anche qui bisogna ringraziare tutti i livelli delle nostre istituzioni che stanno facendo del loro meglio per spendere le risorse del PNRR, altro tema non scontato, per far fare a questa Nazione una bella figura, anche in rapporto a un racconto che spesso è stato fatto, da altri, e che è stato fatto anche in patria, che è stato fatto particolarmente su questo Governo. Siamo arrivati al tentativo di dire che con il Governo Meloni perderemo i soldi del PNRR, se pensate di rinegoziare il PNRR ci farete perdere i soldi del PNRR. Fortunatamente le cose sono andate diversamente. Io sono molto fiera del fatto che l'Italia nel 2023 abbia completato gli obiettivi della terza rata, portato a casa la terza rata, completato gli obiettivi della quarta rata, portato a casa la quarta rata, completato gli obiettivi della quinta rata. Siamo la prima Nazione europea ad aver presentato gli obiettivi della quinta rata e mentre facevamo questo lavoro abbiamo anche rinegoziato il PNRR. Perché sì, anche questo serviva. Anche questo serviva perché quando il PNRR è stato scritto era un altro contesto. Quando il PNRR è stato scritto - il primo PNRR - per esempio, noi non avevamo il conflitto in Ucraina e non si può non porsi il problema di, quando ci si pone di fronte a degli strumenti, di adeguare quegli strumenti a un contesto che muta. Quindi noi abbiamo rinegoziato il PNRR, lo abbiamo fatto per mettere in parte in sicurezza il Piano, perché poi era emerso che alcuni progetti non sarebbero stati completati nei tempi previsti dal PNRR, che come sapete sono molto stringenti. Alcuni non erano proprio finanziabili con il PNRR, li abbiamo garantiti con altri fondi, ma abbiamo - facendo questo lavoro - liberato 21 miliardi di euro che abbiamo potuto concentrare su alcune priorità. Dodici miliardi di questi euro andranno al sistema produttivo di questa Nazione, che oggi ci sta obiettivamente dando grandi soddisfazioni, perché - in un contesto molto difficile - i dati macroeconomici italiani vanno in controtendenza rispetto a quello che accade da molte altre parti e questo non si deve tanto alle politiche del Governo perché dobbiamo sempre ricordarci che lo Stato non produce ricchezza, la ricchezza la producono le imprese con i loro lavoratori e quello che compete allo Stato è mettere quelle persone nelle condizioni di lavorare nel migliore modo possibile, è il lavoro che noi stiamo cercando di fare.

Abbiamo preso 12 miliardi di euro di cui oltre 6 su Transizione 6.0, sull'efficientamento energetico delle piccole e medie imprese, sulle grandi infrastrutture strategiche energetiche di questa Nazione, sull’agricoltura. Perché obiettivamente non abbiamo avuto bisogno di vedere i trattori in piazza per sapere che il nostro mondo agricolo - in forza di un contesto complesso e anche di scelte sbagliate che sono state fatte - si è trovato in difficoltà e quindi abbiamo portato le risorse PNRR sull'agricoltura da 5 a 8 miliardi.
Siamo riusciti a liberare altri 750 milioni per la sanità, altra grande priorità di questa Nazione, e qui abbiamo fatto un lavoro che ci consentiva di concentrarci sulle questioni che ritenevamo essere più urgenti.

L'Accordo che noi presentiamo oggi rientra all'interno di tutto questo quadro, di tutto questo lavoro complesso, che è un lavoro del quale io vado molto fiera. Il Presidente Fedriga ha detto quasi tutto su quello che noi facciamo con questo Accordo di coesione. Stanziamo complessivamente 190 milioni di euro, di questi 16 erano già stati anticipati nel 2021, sono risorse che servono a finanziare 17 interventi strategici su capitoli che, come diceva Massimiliano Fedriga, sono altrettanto strategici, cioè la messa in sicurezza del territorio, il contrasto al rischio idrogeologico, il rafforzamento e l'ammodernamento della infrastruttura idrica per rispondere a un tema legato appunto alla domanda di acqua irrigua sia ad uso civile sia ad uso industriale che è estremamente importante, e la questione della mobilità sostenibile.

Il Presidente Fedriga ha già raccontato quali sono i principali interventi. Io mi limito a sottolineare ancora i 77 milioni per gli impianti di irrigazione agricola per diversi comuni della provincia di Udine, gli 80 milioni per lo scolmatore del Cormor sul torrente Torre e sul fiume Isonzo, che è un'opera strategica fondamentale per la medio-bassa pianura friulana e isontina, per proteggere molte aree urbane dal rischio di alluvioni e dal rischio di esondazioni.
Sono totalmente d'accordo con quello che ho sentito dire da Massimiliano Fedriga, il cui intervento avrei potuto sottolineare parola per parola, perché, vedete, è molto più difficile quando si lavora, quando si fa il politico, parlare di questioni complesse piuttosto che di risposte che sono più facili nella comunicazione e magari sul piano del consenso altre risposte possibili sono più remunerative nell'immediato. Però poi c'è un tema di coscienza per i politici seri. E quel tema di coscienza per i politici seri impone di fare prevenzione.

Guardate, vi racconto una storia. Quando in Giappone ci fu un terremoto nel 2011 nell'Oceano Pacifico che scatenò uno tsunami. Con quello tsunami ci fu una tragedia che vide più o meno 20.000 morti, più i dispersi e diverse città che furono distrutte. Delle città che furono coinvolte da quello tsunami - a me ha molto colpito questa storia quando l'ho letta - in una sola non ci furono né morti né danni. Quella città si chiama Fudai. Nel 1967 il sindaco di Fudai decide di spendere l'equivalente di quelli che oggi sarebbero 25 milioni di euro per erigere una barriera anti-tsunami alta 16 metri. È stato “linciato”. Nel senso che si giocò praticamente tutto il consenso che aveva, perché i cittadini di Fudai dicevano che l'opera fosse un dispendio inutile di risorse pubbliche, che non serviva. Il sindaco di Fudai ha deciso di non cedere, ha terminato questa barriera e quando l'ha terminata si è dimesso. Quando lo tsunami è arrivato, 50 anni dopo, il sindaco di Fudai del 1967, è diventato un eroe per i cittadini, solo che intanto era morto. Però a me ha fatto molto riflettere questa storia. Quando tu riesci a fare qualcosa che impedisce un problema, un disastro, una tragedia, non ti verrà mai riconosciuto, perché nessuno lo saprà mai se sei riuscito a evitare quel disastro o quella tragedia. Non c'è stato il disastro, e quindi non si sa neanche che qualcuno l'ha evitato, mentre quando c'è il disastro si parla di cosa si sarebbe potuto fare prima. Però rimane nella coscienza dei politici seri fare tutto quello che si può per evitare che i disastri arrivino.
La messa in sicurezza del territorio, il tema dell'alluvione, il tema delle esondazioni, il tema dei terremoti. Voi qui lo sapete molto bene, questo è un territorio che può sicuramente capire quello che sto dicendo, perché quando qui si è abbattuto il terremoto la ricostruzione è diventata un modello, un modello che noi ancora raccontiamo, che ancora esportiamo.
Ma quel modello era anche figlio di una mentalità che noi conosciamo bene, che voi conoscete meglio di me, che ormai tutta l'Italia conosce, nelle parole dell'allora Vescovo che disse “prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese”. Era il modello del pragmatismo dell'operatività, del lavoro che garantisce tutti gli altri diritti ed è quel modello di pragmatismo e di operatività a cui questo Governo cerca di fare il suo meglio per rispondere, al quale rispondiamo anche con l'Accordo di oggi.

Grazie davvero.

 

08 Marzo 2024

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